QUADERNI
Io vorrei che tutti, ma proprio tutti, politici, commentatori, editorialisti, giornalisti, passassero una settimana in Palestina. Una settimana sola.
Le alternative ci sono, sono credibili, sono economicamente vantaggiose e hanno uno sguardo verso il futuro che è profondamente diverso rispetto alla logica e i meccanismi che ci hanno condotto a vivere la crisi socio climatica ambientale che stiamo vivendo.
Il Governo ci sta dicendo che sui cambiamenti climatici, e quindi sulla riduzione delle emissioni, abbiamo perso. Stiamo rassegnandoci alla crisi climatica e stiamo arrendendoci. Ci dobbiamo concentrare solo sulla mitigazione delle conseguenze e basta.
Che cosa sta succedendo in Colombia? Ancora una volta, i diritti umani vengono calpestati e il resto del mondo fa finta di non vedere.
Realtà strutturate, che agiscono alla luce del sole, che non temono di dichiararsi per quel che sono: fascisti. Rivendicano di «rappresentare la continuità col fascismo», deridono chi lottò e cadde per la liberazione e, allo stesso tempo, chiedono di superare la antistorica divisione tra fascisti e antifascisti. Alcuni siedono già nelle istituzioni, altri mirano a entrarvi per cancellarle, le istituzioni della Repubblica, perfettamente «in continuità col fascismo».
Serve un ripensamento degli stili di vita e allo stesso tempo di contrasto delle disuguaglianze. Nella transizione ecologica rientra il riequilibrio sociale. Perché la narrazione della sostenibilità come piombo nelle ali denota una mentalità ferma al carbone, al secolo scorso.
Dai documenti in possesso dei giornalisti emergerebbe qualcosa di nuovo, e cioè che il percorso che ha portato alla criminalizzazione delle Ong (ricorderete tutti l’estate del 2016) non fu casuale e non fu estemporaneo.
Presenzano, Civitavecchia, Brindisi, Ravenna, Mestre non sono solo nomi di località sparse lungo lo stivale.
Questi nomi rischiano di diventare l’elenco delle decisioni sbagliate fatte in un momento storico unico e particolare.