Il lavo­ro si paga. Si paga il giu­sto, si paga quan­to è neces­sa­rio per coin­vol­ge­re l’individuo nel­le sor­ti del­la socie­tà, per la digni­tà e il rispet­to del­la persona.

 

L’Italia figu­ra tra i Pae­si euro­pei in cui non vige un sala­rio mini­mo per leg­ge ed è sog­get­ta alla dop­pia dina­mi­ca del dum­ping sala­ria­le, sia inter­no che nel peri­me­tro del mer­ca­to uni­co, tan­to che fa regi­stra­re per­cen­tua­li ele­va­te di pover­tà tra i lavo­ra­to­ri (11,8%). Il livel­lo media­no del­le retri­bu­zio­ni ora­rie è di 11,29 euro men­tre il sala­rio medio è pari a 14,29 euro. Cir­ca 1,1 milio­ni di lavo­ra­to­ri han­no una paga ora­ria infe­rio­re al 66% del sala­rio media­no, ossia rice­vo­no media­men­te un sala­rio di 6,65 euro per ogni ora lavorata.

 

La nostra pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popo­la­re ha lo sco­po di rimet­te­re al cen­tro del dibat­ti­to par­la­men­ta­re la que­stio­ne del­la giu­sta retri­bu­zio­ne e lo fa recu­pe­ran­do il meglio del­la trat­ta­zio­ne in mate­ria di sala­rio mini­mo legale.

 

Sco­pri la pro­po­sta di leg­ge d’i­ni­zia­ti­va popo­la­re per il sala­rio minimo.

Nel­l’at­te­sa di rice­ve­re noti­zie chia­re e cir­co­stan­zia­te sul­la dina­mi­ca di quan­to avve­nu­to in via Mari­ti a Firen­ze, una cosa si deve dire: non si è trat­ta­to di un erro­re uma­no. E que­sto, nono­stan­te le insi­nua­zio­ni dei tito­li dei gior­na­li, arri­va­te appe­na pas­sa­to lo shock ini­zia­le, è neces­sa­rio dir­lo con chiarezza. 
Ogni rifor­ma dal 1990 a oggi ha par­te­ci­pa­to a sman­tel­la­re i siste­mi cul­tu­ra­li in Ita­lia, instau­ran­do sem­pre più una mec­ca­ni­ca vol­ta a pri­va­tiz­za­re e pre­ca­riz­za­re i dipen­den­ti, in un’as­sur­da idea che il sito cul­tu­ra­le sia pro­fit­te­vo­le quan­to un cen­tro commerciale. 
I pri­mi risul­ta­ti del­la rifor­ma del lavo­ro intro­dot­ta dal Real Decre­to-ley 32/2021 fan­no spe­ra­re in un pas­so avan­ti ver­so il supe­ra­men­to del­la radi­ca­ta pre­ca­rie­tà lavo­ra­ti­va del­la Spa­gna. A pochi mesi dall’approvazione del decre­to, si sono veri­fi­ca­ti infat­ti otti­mi risul­ta­ti in ter­mi­ni di cre­sci­ta del­le assun­zio­ni con con­trat­to a tem­po inde­ter­mi­na­to, che sono pas­sa­te dall’essere il 10% del tota­le (dicem­bre 2021) al 48% in apri­le. Que­sti sono indub­bia­men­te dati posi­ti­vi che però van­no valu­ta­ti atten­ta­men­te, sen­za lasciar­si anda­re ad ecces­si­vi entusiasmi. 
A tute­la di milio­ni di lavo­ra­tri­ci e lavo­ra­to­ri, è più che mai neces­sa­rio affian­ca­re alla lot­ta per il mini­mo sala­ria­le un’ampia discus­sio­ne che ci por­ti a for­mu­la­re pro­po­ste da met­te­re in cam­po per rego­la­men­ta­re il siste­ma degli appal­ti che, oltre­tut­to, basan­do­si sul pre­ca­ria­to, por­ta la par­te debo­le a subi­re ricat­ti costan­ti, con con­se­guen­ti mor­ti e inva­li­di­tà per­ma­nen­ti sul lavoro. 
Ci sarem­mo aspet­ta­ti di leg­ge­re, a que­sto pun­to, l’attribuzione ai lavo­ra­to­ri di un pote­re di mes­sa in discus­sio­ne non solo degli esi­ti di un siste­ma ADM ma anche dei cri­te­ri base che lo sot­ten­do­no, in un’ottica di pie­na tra­spa­ren­za — lad­do­ve tec­ni­ca­men­te pos­si­bi­le — cir­ca il loro fun­zio­na­men­to. La diret­ti­va si limi­ta però a sta­bi­li­re for­me di con­sul­ta­zio­ne dei rap­pre­sen­tan­ti dei lavo­ra­to­ri, o dei lavo­ra­to­ri stes­si, nel caso in cui le impre­se inten­des­se­ro intro­dur­re nuo­vi siste­mi di moni­to­rag­gio o siste­mi deci­sio­na­li auto­ma­tiz­za­ti, o appor­ta­re modi­fi­che sostan­zia­li a quei siste­mi, con lo sco­po di pro­muo­ve­re il dia­lo­go socia­le sul­la gestio­ne algo­rit­mi­ca. Un po’ poco, for­se. Si trat­ta di un embrio­ne del­la con­trat­ta­zio­ne col­let­ti­va digi­ta­le? È trop­po pre­sto per dir­lo ma dovrem­mo comin­cia­re a recla­ma­re que­sto diritto. 
La Mini­stra dell’Interno Lamor­ge­se dovreb­be chia­ri­re qua­le sia l’intenzione del gover­no cir­ca la sor­te degli otto­cen­to pre­ca­ri rima­sti in cari­co pres­so le sedi di ser­vi­zio inte­res­sa­te dal­le pro­ce­du­re di rego­la­riz­za­zio­ne e del­le mede­si­me istan­ze sospese. 
Si auspi­ca che il DDL con­cor­ren­za, nel­la fase di con­ver­sio­ne, eli­mi­ni ogni rife­ri­men­to all’abolizione dei con­trol­li a sor­pre­sa e con­ten­ga inve­ce misu­re effi­ca­ci che con­tra­sti­no l’evasione e il lavo­ro irre­go­la­re e che tute­li­no la salu­te e la sicu­rez­za nei luo­ghi di lavo­ro, a par­ti­re da un pia­no di imme­dia­ta assun­zio­ne di alme­no 10.000 ispet­to­ri del lavo­ro, dell’Inps, dell’Inail e di tec­ni­ci del­la prevenzione. 
La que­stio­ne va risol­ta imme­dia­ta­men­te, con il ripri­sti­no dell’interpretazione pre­ce­den­te del­la nor­ma oppu­re, se ser­ve, con l’immediata modi­fi­ca dell’art. 13 nel­lo stes­so sen­so. A meno che non si riten­ga di voler fon­da­re i pro­get­ti di ripre­sa eco­no­mi­ca di cui il gover­no va così fie­ro rispar­mian­do sugli asse­gni di assi­sten­za alle per­so­ne con gra­ve disa­bi­li­tà, per un cavillo. 
Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare. 
Allo sta­to attua­le 422 lavo­ra­to­ri “licen­zia­ti” via mail pos­so­no tira­re un sospi­ro di sol­lie­vo, vista la con­dan­na alla revo­ca del­la let­te­ra d’apertura del­la pro­ce­du­ra di licen­zia­men­to col­let­ti­vo. Il giu­di­ce non pote­va con­te­sta­re la mes­sa in liqui­da­zio­ne dell’azienda, ma ha impo­sto di rispet­ta­re le nor­me e l’iter del licen­zia­men­to col­let­ti­vo, impe­den­do così la dele­git­ti­ma­zio­ne del Sin­da­ca­to ed il ten­ta­ti­vo dell’apertura del­le pro­ce­du­re di licen­zia­men­to col­let­ti­vo in tota­le auto­no­mia. Resta da capi­re come il deci­so­re poli­ti­co può inter­ve­ni­re per disin­cen­ti­va­re le delo­ca­liz­za­zio­ni sen­za incap­pa­re in una vio­la­zio­ne del­le nor­me europee. 
Que­sto gigan­te­sco e raf­faz­zo­na­to ten­ta­ti­vo di maquil­la­ge del­lo sfrut­ta­men­to ha incon­tra­to final­men­te il suo desti­no natu­ra­le con la sen­ten­za 30/06/2021 del Tri­bu­na­le di Bologna. 
Sia­mo nel­la pro­vin­cia di Lati­na, un avvo­ca­to, un far­ma­ci­sta e un medi­co sono inda­ga­ti per ille­ci­ta pre­scri­zio­ne di sostan­ze stu­pe­fa­cen­ti, per fina­li­tà non tera­peu­ti­che, a dan­no di 222 india­ni impie­ga­ti nel set­to­re agricolo.