QUADERNI

Difen­de­re Anto­nel­la signi­fi­ca difen­de­re la Tosca­na e l’Italia che cre­do­no nel­la digni­tà di tut­tә, nel­la giu­sti­zia socia­le, nell’uguaglianza. È una respon­sa­bi­li­tà col­let­ti­va che riguar­da ogni cit­ta­di­na e cit­ta­di­no, e in pri­mo luo­go le istituzioni. 
“La repres­sio­ne è l’u­ni­co vero cre­do di que­sto gover­no, come dimo­stra­no la vicen­da del DDL Sicu­rez­za, gli ina­spri­men­ti del­le pene per chi pro­te­sta, la gestio­ne musco­la­re del­le piaz­ze, quel­lo che avvie­ne all’in­ter­no del­le car­ce­ri. Una visio­ne a cui ci oppo­nia­mo con tut­ta la nostra for­za, men­tre lot­tia­mo per una cit­tà ospi­ta­le, inclu­si­va, che pen­si alla qua­li­tà del­la vita, l’ambiente e l’erogazione di ser­vi­zi essen­zia­li e non alla spe­cu­la­zio­ne immo­bi­lia­re e al pro­fit­to a tut­ti i costi.” 
Cefe­rin — con­ti­nua Druet­ti — sostie­ne che la Rus­sia sia sta­ta esclu­sa dal­le com­pe­ti­zio­ni inter­na­zio­na­li per una for­te pres­sio­ne poli­ti­ca, men­tre con Israe­le non sta avve­nen­do la stes­sa cosa, c’è solo una pres­sio­ne del­la socie­tà civi­le. È una dichia­ra­zio­ne pavi­da ma è una dichia­ra­zio­ne che descri­ve per­fet­ta­men­te i moti­vi per cui le bom­be su scuo­le e ospe­da­li, la care­stia impo­sta alla popo­la­zio­ne pale­sti­ne­se, l’oc­cu­pa­zio­ne del ter­ri­to­rio pale­sti­ne­se pro­se­guo­no indi­stur­ba­ti da tan­to tempo.” 
Le paro­le di Taja­ni sono appun­to inop­por­tu­ne. Per­ché l’i­ni­zia­ti­va del­la Glo­bal Sumud Flo­til­la andreb­be sem­pli­ce­men­te soste­nu­ta dal nostro gover­no. Per­ché i quat­tro obiet­ti­vi del­la spe­di­zio­ne (lo stop all’assedio, lo stop alla fame usa­ta come arma, lo stop alla disu­ma­niz­za­zio­ne del­la popo­la­zio­ne pale­sti­ne­se, lo stop al geno­ci­dio) non dovreb­be­ro nem­me­no esse­re ogget­to di dibat­ti­to, ma la posi­zio­ne mini­ma di uma­ni­tà da cui par­ti­re per tro­va­re una solu­zio­ne poli­ti­ca e diplomatica. 
Le paro­le di Ben Gvir sono inac­cet­ta­bi­li. I veri ter­ro­ri­sti sono le per­so­ne che fan­no dichia­ra­zio­ni del gene­re con­tro un’i­ni­zia­ti­va nata per rom­pe­re un bloc­co via mare ille­ga­le e por­ta­re sol­lie­vo e aiu­to alla popo­la­zio­ne di Gaza. 
Se — con­clu­de Druet­ti — tro­via­mo inac­cet­ta­bi­le che Israe­le, tra le altre cose, spa­ri sul­le per­so­ne che aspet­ta­no il cibo, dob­bia­mo smet­te­re di ven­der­gli le armi per far­lo. Stes­sa cosa con gli ospe­da­li, con den­tro i gior­na­li­sti. Le dichia­ra­zio­ni tar­di­ve di Melo­ni sono inu­ti­li, se non cam­bia qual­co­sa nel­le azio­ni del governo. 
Se nono­stan­te le richie­ste del­la poli­ti­ca, del­la cit­ta­di­nan­za, dell’AIAC (Asso­cia­zio­ne Ita­lia­na Alle­na­to­ri Cal­cio) la par­ti­ta si gio­che­rà lo stes­so, il 14 otto­bre sare­mo in piaz­za a Udi­ne alla mani­fe­sta­zio­ne di pro­te­sta, orga­niz­za­ta dal Comi­ta­to per la Pale­sti­na di Udi­ne, del­la Comu­ni­tà Pale­sti­ne­se del Friu­li e del Vene­to, da Salaam Ragaz­zi dell’Olivo e da Cal­cio e Rivo­lu­zio­ne, a cui han­no già ade­ri­to più di 200 asso­cia­zio­ni per dire anco­ra una vol­ta no sport-washing e stop al genocidio. 
Il 31 ago­sto e il 4 set­tem­bre 2025, una flot­ti­glia inter­na­zio­na­le, la Glo­bal Sumud Flo­til­la, sal­pe­rà da Spa­gna, Tuni­sia e altri por­ti del Medi­ter­ra­neo, con una sola rot­ta: ver­so Gaza. C’è biso­gno di tut­to il soste­gno pos­si­bi­le: dona, con­di­vi­di, mobilitati. 
Da que­sto deri­va la visio­ne di Israe­le come sal­va­to­re dei fon­da­men­ti demo­cra­ti­ci nei ter­ri­to­ri del Medio Orien­te, nono­stan­te le rei­te­ra­te vio­la­zio­ni dei dirit­ti uma­ni sui cit­ta­di­ni pale­sti­ne­si. A ciò va aggiun­ta la rifles­sio­ne sul fat­to che il grup­po colo­niz­za­to­re si assu­me il ruo­lo di vit­ti­ma: la madre­pa­tria euro­pea dei colo­ni è l’oppressore men­tre loro per­se­guo­no pace e libertà. 
l geno­ci­dio va fer­ma­to, i gover­ni devo­no inter­rom­pe­re i rap­por­ti con Israe­le e soprat­tut­to smet­te­re di ven­de­re armi a uno sta­to che sta com­pien­do un geno­ci­dio sot­to gli occhi del mon­do. Fin­ché Israe­le non affron­te­rà nes­su­na con­se­guen­za, nem­me­no sui cam­pi di gio­co inter­na­zio­na­li, tan­ti, trop­pi con­ti­nue­ran­no a sen­tir­si giu­sti­fi­ca­ti nel vol­tar­si dall’altra par­te. Ecco per­ché vi chie­dia­mo di con­ti­nua­re a fir­ma­re e con­di­vi­de­re la peti­zio­ne, per far sen­ti­re la nostra voce e il nostro dis­sen­so. Stop the game. 
La soli­da­rie­tà al popo­lo pale­sti­ne­se e la denun­cia di ciò che Israe­le sta com­met­ten­do sot­to gli occhi del mon­do è sem­pre più ampia, arri­van­do ora anche da chi fino­ra ave­va sem­pre taciu­to o giu­sti­fi­ca­to l’operato di Israe­le. A Udi­ne il pros­si­mo 14 otto­bre è pre­vi­sta una par­ti­ta di cal­cio tra le nazio­na­li di Ita­lia e Israe­le, vali­da per le qua­li­fi­ca­zio­ni ai Mon­dia­li di Cal­cio 2026. Ciò in vio­la­zio­ne di una nor­ma inter­na­zio­na­le (artt. 72 e 74 del­lo sta­tu­to FIFA) che ser­ve a tute­la­re le nazio­na­li di cal­cio di un Pae­se aggre­di­to mili­tar­men­te. Come può dispu­tar­si que­sta par­ti­ta di cal­cio in que­ste condizioni? 
Quan­to sareb­be bel­lo poter dire “no, ma in fon­do il cam­bia­men­to cli­ma­ti­co non esi­ste, se esi­ste non è col­pa nostra, e comun­que non sareb­be nul­la di male”? Una rispo­sta feno­me­na­le ad un milio­ne di pro­ble­mi, pec­ca­to solo che sia falsa. 
Men­tre impo­ve­ri­sco­no il pia­ne­ta, pro­get­ta­no viag­gi inter­pla­ne­ta­ri e costrui­sco­no lus­suo­si rifu­gi per sal­var­si dall’apocalisse che loro stes­si stan­no sca­te­nan­do. E sic­co­me i ragio­na­men­ti e le paro­le gen­ti­li sem­bra­no non ave­re effet­to, è ora di dire basta. 
Zebu­lo­ni, sostan­zial­men­te, ha estra­po­la­to sto­ri­ca­men­te i dati dal con­te­sto, sen­za dar­ne una let­tu­ra che spie­ghi il per­ché dell’aumento gra­dua­le del­la popo­la­zio­ne a Gaza, ma al con­tem­po non ha let­to le note del­le orga­niz­za­zio­ni inter­na­zio­na­li ai dati sta­ti­sti­ci. Un gior­no anche i gior­na­li­sti dovran­no rispon­de­re di quan­to stan­no scri­ven­do pur di difen­de­re un genocidio. 
Con­ti­nue­re­mo a chie­de­re veri­tà e giu­sti­zia per Mario Paciol­la. Fare­mo que­sta bat­ta­glia con la sua fami­glia, gli ami­ci e quel­la gran­de comu­ni­tà che si è costrui­ta nel cor­so del tem­po al loro fian­co. Cre­dia­mo che le isti­tu­zio­ni, nazio­na­li e inter­na­zio­na­li, abbia­no il dove­re di far emer­ge­re la veri­tà sul­la sua mor­te e di fare giustizia. 
Ci con­ti­nuia­mo a ripe­te­re che per un’in­fan­zia feli­ce, sana ed equi­li­bra­ta ser­ve un vil­lag­gio. Che la fami­glia (di qua­lun­que tipo essa sia) da sola non basta. Ma esi­ste un vil­lag­gio, in Ita­lia? Ci sono i ser­vi­zi pub­bli­ci, la sen­si­bi­li­tà e la cul­tu­ra neces­sa­ri per acco­glie­re le esi­gen­ze del­le per­so­ne più pic­co­le sen­za mor­ti­fi­ca­re geni­to­ri spes­so esau­sti e sen­za alcun appi­glio? La rispo­sta oggi è NO. Attra­ver­so il que­stio­na­rio onli­ne, vi pro­po­nia­mo di con­di­vi­de­re la vostra espe­rien­za per­so­na­le per aiu­tar­ci ad arric­chi­re la rifles­sio­ne sul tema e trar­re spun­to per costrui­re insie­me le solu­zio­ni possibili.