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Referendum cittadinanza: italiani, prima

con il refe­ren­dum, si tor­ne­rà a un perio­do di 5 anni, e non di die­ci anni com’è attual­men­te, di resi­den­za lega­le in Ita­lia per la richie­sta di una per­so­na che ha cit­ta­di­nan­za extra UE. E que­sto var­rà anche per i suoi figli e figlie, come già pre­vi­sto dal­la legge. 

Il Politicamp di Possibile diventa “tascabile”: dai referendum alle campagne, partecipa anche tu!

Diver­sa­men­te dal soli­to, in que­sto caso vi esor­tia­mo: rifa­te­lo a casa. Par­te­ci­pa­te, uni­te­vi alle nostre cam­pa­gne tema­ti­che, orga­niz­zia­mo momen­ti di incon­tro sui ter­ri­to­ri: un “Poli­ti­camp tasca­bi­le”, l’ho chia­ma­to sul­la scor­ta del nuo­vo rea­ding di Giu­sep­pe Civa­ti “Socia­li­smo tasca­bi­le”. Ripor­tia­mo que­sto entu­sia­smo e que­sto pia­ce­re di ascol­ta­re, sta­re insie­me e cam­bia­re le cose in tut­te le cit­tà. Noi ci sia­mo, fac­cia­mo­lo insieme!

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili.