Gianmarco Capogna

Classe 1989, laureato in Scienze Internazionali e specializzato in Politiche Antidiscriminatorie dell'Unione Europea. Dopo una militanza nelle associazioni si avvicina alla politica e partecipa al progetto lanciato da Giuseppe Civati. Da sempre impegnato sui temi dei diritti civili, in Possibile coordina i lavori del Gruppo Diritti LGBT (lgbt@possibile.com). Su twitter: @gmarcoc

European Greens: “Choose Courage” (e la rivoluzione generazionale)

Da Lio­ne un solo gran­de slo­gan: “Choo­se Cou­ra­ge” (e la rivo­lu­zio­ne gene­ra­zio­na­le) La paro­la d’ordine del Con­gres­so dei Ver­di Euro­pei che si è tenu­to a Lio­ne dal 2 al 4 feb­bra­io è sta­ta: CORAGGIO. Corag­gio di fare scel­te eco­lo­gi­che e soste­ni­bi­le net­te. Corag­gio di com­bat­te­re aper­ta­men­te la destra radi­ca­le e ogni for­ma di fasci­smo. Coraggio …

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Presidenziali francesi, ci uniamo all’appello di Inter-LGBT e ILGA Europe

In vista del­le immi­nen­ti ele­zio­ni pre­si­den­zia­li fran­ce­si, il comi­ta­to di Pos­si­bi­le a Pari­gi e Pos­si­bi­le LGBTI + sosten­go­no l’appello lan­cia­to da Inter-LGBT e ILGA-Euro­­pe, di cui Pos­si­bi­le LGBTI+ è full mem­ber, per ricor­da­re ai can­di­da­ti e alle can­di­da­te pre­si­den­zia­li l’im­por­tan­za di met­te­re i dirit­ti fon­da­men­ta­li del­le per­so­ne LGBTIQ+ al cen­tro dell’agenda poli­ti­ca fran­ce­se e di …

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Nuovo CCNL delle PA, bene l’inserimento dell’alias ma superiamo la documentazione medica

L’in­se­ri­men­to del rico­no­sci­men­to dell’identità alias nei nuo­vi CCNL del com­par­to Pub­bli­ca Ammi­ni­stra­zio­ne è un fat­to poli­ti­co impor­tan­te per­ché con­fer­ma quan­to in que­sti anni abbia­mo sem­pre det­to con Pos­si­bi­le: l’alias è uno stru­men­to tran­si­to­rio che miglio­ra la qua­li­tà del­la vita del­le per­so­ne trans* e che può esse­re appli­ca­to in ogni ambi­to del­la vita quo­ti­dia­na.  Allo stesso …

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Polonia, l’unica minaccia alla moralità è l’omolesbobitransfobia

Appa­re evi­den­te come le scel­te del Gover­no polac­co sia­no chia­ra­men­te con­tra­rie agli orien­ta­men­ti poli­ti­ci dell’UE e soprat­tut­to al prin­ci­pio di rispet­to dei dirit­ti del­le per­so­ne LGBTIQ+. Come Pos­si­bi­le LGBTI+ ed Euro­pa Pos­si­bi­le non espri­mia­mo solo soli­da­rie­tà ai nostri fra­tel­li e alle nostre sorel­le polac­che ma invi­tia­mo anche le Isti­tu­zio­ni Euro­pee in pri­mis il Par­la­men­to e la Com­mis­sio­ne a pren­de­re una chia­ra posi­zio­ne tenen­do la bar­ra drit­ta in linea, anche, con i pro­ce­di­men­ti di infra­zio­ne già presentati.

Dopo quarant’anni, silenzio è ancora uguale a morte

Non basta il 1 dicem­bre ma ser­ve un impe­gno deci­so, strut­tu­ra­to, per­ma­nen­te capa­ce di supe­ra­re il mero approc­cio sani­ta­rio e di pre­ven­zio­ne e di guar­da­re oltre, anche alla qua­li­tà del­la vita e alla pie­na inclu­sio­ne del­le per­so­ne sie­ro­coin­vol­te. Per libe­rar­le da uno stig­ma che vie­ne dato loro da una socie­tà che ha anco­ra pau­ra di affron­ta­re que­sto tema.

No, Calenda: la cultura e i musei devono essere diffusi, accessibili, sociali

La pro­po­sta di un Museo Uni­co — “come il Lou­vre” — avan­za­ta da Car­lo Calen­da non solo ha del­le cri­ti­ci­tà logi­che e logi­sti­che, ma è la spia di un modo di inten­de­re la cul­tu­ra e tut­to quel­lo che ruo­ta intor­no a que­sto seg­men­to fon­da­men­ta­le del­le nostre cit­tà in un’ottica cen­tra­liz­za­ta. Ser­ve capo­vol­ge­re il pun­to di vista, ribal­ta­re la pira­mi­de. E ser­ve inve­sti­re in pro­get­ti cul­tu­ra­li di ampio rag­gio coin­vol­gen­do gli atto­ri socia­li che in pri­ma per­so­na si occu­pa­no di questo.
È una pro­po­sta che con Pos­si­bi­le por­te­re­mo in giro in tut­ta Ita­lia, non solo in chia­ve queer e tran­sfem­mi­ni­sta ma come prin­ci­pio gene­ra­le: cul­tu­ra dif­fu­sa, acces­si­bi­le, gra­tui­ta, con una fun­zio­ne anche sociale.

Appello per l’accoglienza e il sostegno per le persone lgbti+ afghane

Chie­dia­mo al Gover­no ita­lia­no di garan­ti­re cor­ri­doi uma­ni­ta­ri e l’asilo alle per­so­ne LGBTIQ+ e alle don­ne afghane.
Ser­vo­no vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

Per que­sto rite­nia­mo che deb­ba esse­re garan­ti­to il soste­gno e l’accoglienza del­le per­so­ne LGBTQI+ afgha­ne la cui vita è a serio rischio.

Sulla legge contro l’omobitransfobia siamo (ancora) in grandissimo ritardo

Set­te anni fa, Giu­sep­pe Civa­ti inter­ve­ni­va alla Came­ra per riba­di­re che una nor­ma con­tro l’odio altro non è che una nor­ma di civi­li­tà, un atto di corag­gio e di rispet­to ver­so una comu­ni­tà, quel­la LGBTQI+ che vie­ne igno­ra­ta e che vive nel­la pau­ra di esse­re attac­ca­ta, minac­cia­ta, aggre­di­ta per la sola “col­pa” di voler esse­re liber* e orgoglios*.