QUADERNI
Il 19 gennaio scenderemo nelle piazze italiane insieme alla Fondazione Fiocchetto Lilla e a tutte le associazioni che la sostengono, perché di disturbi del comportamento alimentare si muore oggi più di ieri. E se non facciamo nulla, domani si morirà più di oggi.
Ogni riforma dal 1990 a oggi ha partecipato a smantellare i sistemi culturali in Italia, instaurando sempre più una meccanica volta a privatizzare e precarizzare i dipendenti, in un’assurda idea che il sito culturale sia profittevole quanto un centro commerciale.
C’è chi vi dice che non serve a niente: il trucco lo conosciamo molto bene. Voi state a casa, ci dicono, che al potere ci pensiamo noi. È ora di ribaltare le cose.
Possiamo invertire la tendenza, ma serve uno sforzo straordinario di mobilitazione, di studio, di impegno. Di politica.
Si tratta del futuro, in fondo.
Al ministro che parla di “diritto alla bellezza” anche nella giornata di Natale, si consiglia di cercare di garantirlo tutto il resto dell’anno, dati i costi sempre più alti di ingresso per i musei.
E che sarebbe il caso si occupasse dei precari della Cultura, degli appalti al ribasso e dei salari da fame nelle società in appalto.
Il Ministero della Cultura, da anni, per tamponare la cronica mancanza di investimenti e assunzioni, permette si deleghi a bandi di gara con il principio del massimo ribasso: una pratica che permette a cooperative di partecipare promettendo un costo enormemente più basso di quello che spenderebbe il Ministero a fronte dell’erogazione dello stesso servizio.
La differenziazione degli indirizzi ha valore se slegata dall’etichettamento degli istituti e di chi studia. “Al professionale va chi non vuole studiare” mentre “al liceo va chi ha voglia di studiare”. Quante volte l’abbiamo sentito: etichette che gettano semi di future disuguaglianze sociali.
Negli ultimi anni con Possibile ed Europa Possibile abbiamo sostenuto varie iniziative promosse da organizzazioni della società civile, come il Movimento Federalista Europeo, per portare avanti questo progetto di riforma necessario per costruire un presente ed un futuro all’insegna della sostenibilità economica, sociale e ambientale. E soprattutto per rafforzare le fondamenta del progetto di un’Europa libera e unita, capace di garantire attraverso il diritto e non con la forza, una pace duratura in Europa e nel mondo.
Non può esserci pace se non c’è rispetto dei diritti umani. Nessun luogo al mondo può dirsi sicuro, finché non ci saranno pace e giustizia in Palestina.
Il Mediterraneo quest’anno ha visto probabilmente più morti in mare di quante ne siano mai avvenute prima. Le persone continuano a morire nel deserto del Sahara, nei lager libici o percorrendo la rotta balcanica.