Stop Armi

Combattere all’infinito o far tacere le armi: sappiamo da che parte stare

Di fron­te a que­sta situa­zio­ne la richie­sta di una solu­zio­ne diplo­ma­ti­ca al con­flit­to non è solo figlia di un approc­cio geo­po­li­ti­co che ripu­dia la guer­ra, ma anche l’unica rispo­sta pra­ti­ca a un pro­ble­ma di gra­vi­tà straziante.
Di fron­te a una guer­ra che non può esse­re vin­ta da nes­sun lato le opzio­ni sono due: com­bat­te­re all’infinito o far tace­re le armi, sap­pia­mo da che par­te stare.

La guerra funziona così

Dopo 16 mesi la guer­ra ha por­ta­to solo distru­zio­ne e mor­te, pro­fu­ghi e cri­si eco­no­mi­ca mon­dia­le, che pote­va­no esse­re evi­ta­ti solo con una inter­po­si­zio­ne di for­ze di pace.
Dopo 16 mesi c’è anco­ra una (ampia e bipar­ti­san) mag­gio­ran­za par­la­men­ta­re che sostie­ne che l’unica pace giu­sta è la vit­to­ria ucrai­na e la ricon­qui­sta da par­te ucrai­na dei ter­ri­to­ri annes­si dal­la Rus­sia, quin­di una situa­zio­ne ogget­ti­va­men­te diver­sa da quel­la in esse­re all’inizio del conflitto.
Che va bene la pace ma pri­ma si vin­ce la guer­ra, una evi­den­te con­trad­di­zio­ne in termini.

La Commissione vara un’economia di guerra

di Ales­san­dro Tin­ti, Euro­pa Pos­si­bi­le Il 9 mag­gio il Par­la­men­to Euro­peo riu­ni­to in ses­sio­ne ple­na­ria ha appro­va­to a lar­ga mag­gio­ran­za la pro­ce­du­ra d’ur­gen­za pro­po­sta dal­la Com­mis­sio­ne Euro­pea per incre­men­ta­re la pro­du­zio­ne di muni­zio­ni pesan­ti e acce­le­rar­ne l’invio in Ucrai­na. Il pia­no, noto come Act in Sup­port of Ammu­ni­tion Pro­duc­tion (ASAP), pre­ve­de lo stan­zia­men­to di un …

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Le ragioni costituzionali e giuridiche della pace

C’è un pas­sag­gio, nell’intervista di Cor­ra­do For­mi­gli al fisi­co Car­lo Rovel­li del 9 mar­zo scor­so, in cui per la pri­ma vol­ta, alme­no in pri­ma sera­ta, emer­ge un con­cet­to, ed emer­ge con dif­fi­col­tà per­ché il gior­na­li­sta a un cer­to pun­to si sen­te in dove­re di dare anche le rispo­ste inve­ce di ascol­tar­le. Ma emer­ge. Da oltre …

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Una cultura di pace

È dav­ve­ro neces­sa­rio incre­men­ta­re la spe­sa mili­ta­re quan­do i 26,5 miliar­di di euro annui stan­zia­ti per il bilan­cio del­la dife­sa già ci col­lo­ca­no all’undicesima posi­zio­ne mon­dia­le? A fron­te di un siste­ma sani­ta­rio nazio­na­le sot­to­fi­nan­zia­to, una spe­sa socia­le in calo costan­te, la più bas­sa per­cen­tua­le di spe­sa pub­bli­ca desti­na­ta all’istruzione in Euro­pa e l’indifferibile ricon­ver­sio­ne eco­lo­gi­ca dei siste­mi pro­dut­ti­vi, ci sem­bra che le prio­ri­tà di spe­sa deb­ba­no esse­re altre e che gli stes­si con­cet­ti di sicu­rez­za e inte­res­se nazio­na­le deb­ba­no esse­re inte­si anche, se non prin­ci­pal­men­te, nel­le loro dimen­sio­ni non militari.

La pace sarà l’unica vittoria

Due­cen­to­mi­la mor­ti. Otto milio­ni di rifu­gia­ti. Que­ste le sti­me dram­ma­ti­che a un anno dall’aggressione arma­ta volu­ta da Vla­di­mir Putin, in vio­la­zio­ne dell’integrità ter­ri­to­ria­le dell’Ucraina e del­la Car­ta del­le Nazio­ni Uni­te. Il nostro pen­sie­ro in que­sto tri­ste anni­ver­sa­rio va alle popo­la­zio­ni ucrai­ne e rus­se, che stan­no pagan­do — in modi diver­si — con il più alto prezzo …

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I richiedenti asilo dovrebbero essere tutti uguali. Ma è davvero così?

Quin­di, si ripe­te, tut­te le per­so­ne che scap­pa­no da una guer­ra o dal­le per­se­cu­zio­ni o dal­la mor­te cer­ta per altre ragio­ni, devo­no esse­re accol­te, però è leci­to por­si una doman­da, guar­dan­do il qua­dro generale.
Sono dav­ve­ro tut­ti uguali?
Stia­mo, come “occi­den­te” in gene­ra­le, trat­tan­do tut­te e tut­ti nel­lo stes­so modo?
Sem­bra di no.

L’unica guerra da fare è quella al riscaldamento globale

L’u­ni­ca guer­ra da fare è quel­la al riscal­da­men­to glo­ba­le, la miti­ga­zio­ne dei cam­bia­men­ti cli­ma­ti­ci è la gran­de sfi­da di que­sto seco­lo. Potre­mo vin­cer­la sol­tan­to evi­tan­do le distra­zio­ni, svi­lup­pan­do cul­tu­ra ambien­ta­le e agen­do in modo con­sa­pe­vo­le e respon­sa­bi­le su lar­ghis­si­ma scala.