Formazione all’estero e ricerca di lavoro in Italia? Una corsa ad ostacoli! 

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For­ma­zio­ne all’estero e ricer­ca di lavo­ro in Ita­lia? Una cor­sa ad ostacoli! 

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Le per­so­ne ita­lia­ne che abbia­no stu­dia­to e/o otte­nu­to qua­li­fi­che pro­fes­sio­na­li in Ita­lia e cer­chi­no lavo­ro all’estero incon­tra­no a vol­te pro­ble­mi buro­cra­ti­ci per il rico­no­sci­men­to dei loro tito­li, ma mol­to più arduo è spes­so il per­cor­so per le per­so­ne ita­lia­ne (e non solo) che rien­tri­no in Ita­lia dopo un perio­do di for­ma­zio­ne o di lavo­ro all’estero e chie­da­no il rico­no­sci­men­to dei tito­li stra­nie­ri in Italia.

Nono­stan­te l’UE si sia impe­gna­ta per faci­li­ta­re que­sti per­cor­si, con impor­tan­ti diret­ti­ve emes­se tra il 2005 e il 2008, e nono­stan­te vari Pae­si, tra cui l’Italia, abbia­no pro­mul­ga­to decre­ti attua­ti­vi in tal sen­so (ad esem­pio il Qua­dro del­le Qua­li­fi­che del 2018), il rico­no­sci­men­to dei tito­li risul­ta tut­to­ra una vera e pro­pria “cor­sa ad osta­co­li” per molt* cit­ta­din* ita­lian*. Non esi­ste ad oggi una pro­ce­du­ra uni­fi­ca­ta, e non sem­pre è faci­le per­si­no capi­re a qua­le ente rivol­ger­si. Le pro­ce­du­re si com­pli­ca­no ulte­rior­men­te se le qua­li­fi­che sono otte­nu­te in Pae­si non-UE, ad esem­pio negli USA.

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