Se anche le Università si uniscono all’abuso del tirocinio extra-curriculare

Sulla bache­ca Lin­ke­dIn dell’Università degli Stu­di di Roma “La Sapien­za” è com­par­so un invi­tan­te annuncio: 

Il lin­guag­gio uti­liz­za­to è la sum­ma di 30 anni di reto­ri­ca precarizzante:

- la neces­si­tà da par­te dell’Ente di copri­re 47 posi­zio­ni vacan­ti vie­ne ribal­ta­ta in una gene­ro­sa oppor­tu­ni­tà da coglie­re (tra un mega­fo­no e una stret­ta di mano).

- vie­ne fat­to rife­ri­men­to a un “col­la­bo­ra­re con” inve­ce che ad un anti­qua­to “lavo­ra­re per” l’Università, in pie­na con­ti­nui­tà con l’abuso del­le for­me con­trat­tua­li di lavo­ro auto­no­mo per nascon­de­re lavo­ro dipendente.

Dei qua­ran­ta­set­te tiro­ci­ni aper­ti, i più appe­ti­to­si sono sicu­ra­men­te quel­li pre­vi­sti nell’Area Ser­vi­zi agli Studenti:

In sostan­za, l’Università met­te nero su bian­co che — inve­ce di retri­bui­re costo­si impie­ga­ti ammi­ni­stra­ti­vi — le man­sio­ni di segre­te­ria pos­so­no da oggi esse­re svol­te da gio­va­ni neo-lau­rea­ti che, per 30 ore di impe­gno set­ti­ma­na­le, vedran­no la bel­lez­za di 670 euro lordi.

La richie­sta è così can­di­da­men­te posta che non vi è nean­che trac­cia di richia­mi a quel­la com­po­nen­te di for­ma­zio­ne che ren­de legit­ti­mo il ricor­so al tiro­ci­nio in luo­go del lavo­ro subor­di­na­to. I tiro­ci­nan­ti dovran­no infat­ti “dare sup­por­to” nel­la gestio­ne del front-offi­ce e svol­ge­re atti­vi­tà mera­men­te ese­cu­ti­ve, e non acqui­si­re spe­ci­fi­che com­pe­ten­ze di qual­si­vo­glia natura.

Con que­sto ricor­so frau­do­len­to al tiro­ci­nio extra-cur­ri­cu­la­re da par­te di un’Università pub­bli­ca si chiu­de per­fet­ta­men­te il cer­chio for­ma­zio­ne-sfrut­ta­men­to: for­ma­re stu­den­ti che potran­no acce­de­re al lavo­ro a ter­mi­ne, sot­to­pa­ga­to e sen­za con­tri­bu­ti — sen­za nean­che dover met­te­re un pie­de fuo­ri dall’aula.

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