QUADERNI

Che la fase 2, che tut­ti aspet­tia­mo per poter vede­re un po’ allen­ta­te le restri­zio­ni per­so­na­li, non diven­ti l’en­ne­si­ma occa­sio­ne per sca­ri­ca­re sul­la par­te più debo­le del siste­ma pro­dut­ti­vo, ossia i lavo­ra­to­ri, il peso, mai enor­me come oggi, di un futu­ro quan­to mai incer­to e imprevedibile 
Dopo l’Un­ghe­ria di Orban, al qua­le il par­la­men­to ha con­fe­ri­to i pie­ni pote­ri per affron­ta­re l’e­mer­gen­za sani­ta­ria (sen­za fis­sa­re una sca­den­za), è toc­ca­to alla Slo­ve­nia veder il pri­mo mini­stro Jan­sa chie­de­re e otte­ne­re pote­ri spe­cia­li per la gestio­ne del­la cri­si dovu­ta al coronavirus. 
L’avvio dell’anno sco­la­sti­co è una mac­chi­na com­ples­sa che richie­de mesi di pre­pa­ra­zio­ne per par­ti­re pun­tua­le, non si può con­ti­nua­re ad agi­re con prov­ve­di­men­ti-top­pa, dopo ormai due mesi dall’inizio dell’emergenza epi­de­mio­lo­gi­ca, ma occor­re indi­vi­dua­re sin da ora una stra­te­gia chia­ra che met­ta le ammi­ni­stra­zio­ni peri­fe­ri­che e le scuo­le nel­le con­di­zio­ni di pre­di­spor­re l’avvio del­le lezio­ni con atten­zio­ne alla sicu­rez­za sani­ta­ria ma anche all’emergenza edu­ca­ti­va, soprat­tut­to nei con­fron­ti del­le alun­ne e degli alun­ni che la didat­ti­ca a distan­za ha lascia­to indietro. 
Se sare­mo in gra­do di fare que­sto, sen­za far­ci tira­re per la giac­ca da chi ha inte­res­si che oggi ogget­ti­va­men­te con­tra­sta­no con quel­lo del­la salu­te pub­bli­ca col­let­ti­va, e che han­no fat­to già abba­stan­za dan­ni, ripar­ti­re­mo pri­ma, sen­za ricadute. 
L’emergenza sani­ta­ria sta col­pen­do tut­ti ma non col­pi­sce tut­ti allo stes­so modo. In una socie­tà dise­gua­le, dise­gua­li sono anche gli effet­ti del loc­k­do­wn sul­la vita eco­no­mi­ca e socia­le del­le per­so­ne. Nono­stan­te le paro­le del mini­stro Gual­tie­ri – “Gior­ni dif­fi­ci­li, non voglia­mo lascia­re indie­tro nes­su­no” – ci sono mol­te tipo­lo­gie di lavo­ra­to­ri rima­sti sco­per­ti, sen­za una rete pro­tet­ti­va, dai DPCM dei gior­ni scor­si e dal ‘Cura Italia’. 
Le moti­va­zio­ni, indi­ca­te nel­le pre­mes­se, sono con­fu­se e con­trad­dit­to­rie. Non si com­pren­de, infat­ti, se il prov­ve­di­men­to vie­ne — for­mal­men­te: sia chia­ro — adot­ta­to per tute­la­re la salu­te dei nau­fra­ghi o dei cit­ta­di­ni italiani. 
Ci augu­ria­mo di ave­re rispo­ste con­cre­te nei pros­si­mi gior­ni, per­ché per ora, con il dimez­za­men­to dispo­sto dal MEF dei posti resi dispo­ni­bi­li da Quo­ta 100, lo slit­ta­men­to dell’aggiornamento del­le gra­dua­to­rie di Isti­tu­to e il bloc­co dei con­cor­si, i segna­li non sono incoraggianti. 
L’emergenza sani­ta­ria, lo sap­pia­mo, ha mes­so in ginoc­chio le strut­tu­re ospe­da­lie­re del Pae­se. E a quan­to pare, crea­to un ali­bi per­fet­to per pro­va­re a dare un col­po ben asse­sta­to al dirit­to di abor­ti­re, che già negli ospe­da­li d’Italia non gode di gran­de appro­va­zio­ne viste le per­cen­tua­li ter­ri­fi­can­ti di medi­ci obiet­to­ri che si regi­stra­no da Nord a Sud. 
For­se que­sto è un nuo­vo perio­do di tran­si­zio­ne e tra poco rag­giun­ge­re­mo un equi­li­bro ma il caos pre­sen­te ha mes­so a nudo mol­te pro­ble­ma­ti­che irri­sol­te diven­ta­te ormai ende­mi­che. La fra­gi­li­tà di mol­tis­si­me fami­glie ver­so le qua­li la scuo­la non rie­sce ad esse­re inclu­si­va, la pre­ca­rie­tà di mol­ti lavo­ra­to­ri, una didat­ti­ca pie­ga­ta alle esi­gen­ze del­la buro­cra­zia, la pro­fes­sio­ne del docen­te scre­di­ta­ta e umiliata. 
Il ces­sa­te il fuo­co in suo­lo libi­co appa­re lon­ta­no dall’avverarsi se la comu­ni­tà inter­na­zio­na­le – ed euro­pea in par­ti­co­la­re – non sono in gra­do di garan­ti­re il rispet­to dell’embargo di armi né una tre­gua, sep­pur tem­po­ra­nea, dal conflitto. 
Rilan­cia­mo gli appel­li a mani­fe­sta­re attra­ver­so un len­zuo­lo bian­co o un car­tel­lo il pro­prio soste­gno alla #salu­te­per­tut­tie­tut­te il 7 apri­le: per una sani­tà pub­bli­ca ade­gua­ta­men­te finan­zia­ta e in gra­do di assi­ste­re tut­te e tut­ti, sen­za discri­mi­na­zio­ni di sorta.