QUADERNI

Non ci stan­che­re­mo mai di dir­lo: per allon­ta­na­re Sal­vi­ni dal gover­no biso­gna pri­ma di tut­to allon­ta­na­re le sue poli­ti­che. I decre­ti sicu­rez­za, cer­ta­men­te, ma anche l’in­te­ra disci­pli­na del­la gestio­ni del­le migra­zio­ni a par­ti­re dal­la Bos­si-Fini e, ovvia­men­te, le poli­ti­che che ine­vi­ta­bil­men­te com­por­ta­no gra­vi vio­la­zio­ni dei dirit­ti uma­ni, come lo scel­le­ra­to memo­ran­dum con la Libia volu­to dal mini­stro Minniti. 
Il ritro­va­men­to del #cC6O4, nei poz­zi del comu­ne di Mon­te­ca­stel­lo, ven­ti chi­lo­me­tri più a val­le del­l’im­pian­to, è la dimo­stra­zio­ne che i siste­mi mes­si in atto sino­ra non garan­ti­sco­no da ulte­rio­ri inqui­na­men­ti. Sol­vay non può scap­pa­re dal­la pro­prie responsabilità. 
300 milio­ni le per­so­ne che vivo­no in aree a rischio, minac­cia­te da inon­da­zio­ni e dal­l’in­nal­za­men­to del livel­lo del mare, il tri­plo rispet­to alle pre­ce­den­ti pre­vi­sio­ni. Sta­vol­ta l’o­riz­zon­te tem­po­ra­le è anco­ra più rav­vi­ci­na­to: 2050. Cioè fra 30 anni, in tut­ti gli sce­na­ri pos­si­bi­li, per Vene­zia non ci sarà scampo 
Dare un toc­co di colo­re ai pro­pri arti­co­li, oltre a scre­di­ta la pro­fes­sio­na­li­tà del gior­na­li­sta, ali­men­ta anco­ra di più l’imperante cul­tu­ra del­lo stu­pro e del maschi­li­smo in Ita­lia, «un pae­se – come ha spie­ga­to Miche­la Mur­gia — dove il con­sen­so fem­mi­ni­le nel­le rela­zio­ni e nei con­te­sti socia­li non è con­si­de­ra­to rilevante». 
Ora vie­ne da chie­der­si quan­to a lun­go il gover­no Con­te bis — gui­da­to, oltre che dal M5S, da PD e LEU — avreb­be anco­ra atte­so pri­ma di eli­mi­na­re una pale­se discri­mi­na­zio­ne. E quan­to atten­de­rà anco­ra pri­ma di inter­ve­ni­re sui decre­ti sicu­rez­za (abo­len­do­li, auspi­chia­mo), men­tre in ragio­ne di que­sti alcu­ne per­so­ne con­ti­nua­no a subi­re discri­mi­na­zio­ni. Dob­bia­mo atten­de­re la Cor­te costi­tu­zio­na­le anche per il resto? 
Si deve “tra­sfor­ma­re l’emergenza in un’opportunità”: era­no pas­sa­te poche ore dal­la chiu­su­ra del­le scuo­le, quan­do la Mini­stra dell’Istruzione, nel­la sua pri­ma dichia­ra­zio­ne dopo il loc­k­do­wn, pro­nun­cia­va que­ste paro­le. L’opportunità cui allu­de­va Lucia Azzo­li­na era la pos­si­bi­li­tà di appro­fit­ta­re dell’emergenza per acce­le­ra­re il pro­ces­so di “inno­va­zio­ne” tec­no­lo­gi­ca su cui si è costrui­ta mol­ta del­la reto­ri­ca “rifor­mi­sta” degli ulti­mi anni di chiac­chie­re e pes­si­ma poli­ti­ca sul­la (pel­le del­la) scuola. 
Gene­ri­ci “con­trol­li” non ser­vi­ran­no a nien­te per evi­ta­re che la cri­mi­na­li­tà orga­niz­za­ta, ben siste­ma­ta anche nel pro­dut­ti­vo Nord di Bonac­ci­ni, Zaia e Fon­ta­na, nel­le azien­de e nei comu­ni, fac­cia man bas­sa di appal­ti sen­za gara. Per­ché que­sto suc­ce­de­rà, e lo san­no tutti. 
Sem­bra esser­si ormai cri­stal­liz­za­to qual­co­sa di simi­le a un pro­to­col­lo. Un pro­to­col­lo, a dir­la tut­ta, al qua­le ci sia­mo ormai più o meno abi­tua­ti dal momen­to in cui si è inse­dia­to il gover­no Con­te. Il pri­mo gover­no Con­te, per la pre­ci­sio­ne. Anche a quei tem­pi, infat­ti, la lar­ghis­si­ma par­te del­le ope­ra­zio­ni di “bloc­co” degli sbar­chi dal­le Ong si risol­ve­va così: gior­ni in mare, situa­zio­ni cri­ti­che a bor­do, situa­zio­ni sem­pre più tese fin­ché, anche allo­ra, le per­so­ne veni­va­no fat­te sbarcare. 
Al par­co di Vil­la Ali­ber­ti, a Saluz­zo, gio­ve­dì scor­so all’alba è arri­va­ta la Poli­zia. Tut­te e cen­to­tren­ta­tre le per­so­ne accam­pa­te al par­co sono sta­te sot­to­po­ste – così scri­vo­no i gior­na­li – a un dop­pio scree­ning, docu­men­ta­le e medi­co. L’accampamento di for­tu­na è sta­to sgom­be­ra­to, le per­so­ne sud­di­vi­se arbi­tra­ria­men­te in grup­pi e smi­sta­te in vari cen­tri del­la zona, sen­za tene­re in alcu­na con­si­de­ra­zio­ne even­tua­li esi­gen­ze personali. 
Pos­si­bi­le con­cor­da e fa sue le pun­tua­li osser­va­zio­ni cri­ti­che del Prof. Bal­za­ni, rite­nen­do che ben dif­fi­cil­men­te si arri­ve­rà, come da pro­gram­ma regio­na­le, all’azzeramento del­le emis­sio­ni cli­mal­te­ran­ti entro il 2050, e al pas­sag­gio al 100% di ener­gie rin­no­va­bi­li entro il 2035, con un pro­get­to che va in sen­so dia­me­tral­men­te oppo­sto, e vie­ne giu­sti­fi­ca­to, al soli­to, con i pre­sun­ti posti di lavo­ro (che sareb­be­ro ugual­men­te rica­va­bi­li da pro­get­ti sul­le rin­no­va­bi­li, come, appun­to, l’eolico).
Quan­do un Tri­bu­na­le acco­glie una doman­da diret­ta alla ret­ti­fi­ca­zio­ne di attri­bu­zio­ne di ses­so, la dispo­ne ordi­nan­do all’Ufficio Ana­gra­fe la neces­sa­ria modi­fi­ca­zio­ne, deter­mi­nan­do la cor­ri­spon­den­za fra una situa­zio­ne di fat­to, accet­ta­ta e social­men­te acqui­si­ta, e una situa­zio­ne di diritto. 
È del tut­to evi­den­te che sia­mo di fron­te alla man­can­za di una cul­tu­ra ambien­ta­le seria su que­sti stru­men­ti. La Valu­ta­zio­ne di impat­to ambien­ta­le e la Valu­ta­zio­ne ambien­ta­le stra­te­gi­ca rap­pre­sen­ta­no, negli altri pae­si euro­pei, gli stru­men­ti per rag­giun­ge­re uno svi­lup­po eco­no­mi­co “sano” men­tre da noi sono visti come un limi­te allo svi­lup­po economico. 
Con­te si sfor­zi, con i fat­ti e non con gli annun­ci, per la libe­ra­zio­ne di Patrick. È una prio­ri­tà rea­le, mol­to più del­la pre­sun­ta real­po­li­tik che por­ta l’I­ta­lia a rifor­ni­re di armi l’Egitto 
C’è un filo nean­che tan­to sot­ti­le che lega le ulti­me noti­zie su due foco­lai di con­ta­gio emer­si in que­sti gior­ni, per la gio­ia dela stam­pa cata­stro­fi­sta, il pri­mo in Ger­ma­nia col­le­ga­to al mat­ta­to­io di Tön­nies, nel­la cit­tà di Rhe­da-Wie­den­brück (Rena­nia Set­ten­trio­na­le-Vest­fa­lia), il secon­do in Ita­lia, a Mon­dra­go­ne, in pro­vin­cia di Caserta.