QUADERNI

Ora che si ini­zia a par­la­re di aper­tu­re del­le uni­ver­si­tà al 50% ci chie­dia­mo: chi sti­la le linee gui­da ha idea di cosa par­li? Mol­tis­si­mi stu­den­ti sono fuo­ri­se­de, mol­ti altri sono lavo­ra­to­ri: quest’incertezza crea solo pro­ble­mi e rischia di far aumen­ta­re il nume­ro di chi abban­do­na gli studi. 
Dopo mesi di “altre prio­ri­tà” si comin­cia, fuo­ri tem­po mas­si­mo, a scon­trar­si con la real­tà. Nel­le aule fac­cia­mo fin­ta che il pro­ble­ma sia risol­to accol­lan­do tut­to alle scuo­le, al car­ton­ges­so e (even­tual­men­te) alle mascherine. 
In Bra­si­le la crea­zio­ne di nuo­vi pasco­li è respon­sa­bi­le per cir­ca l’80% di tut­ta la defo­re­sta­zio­ne. Nel 2019 gli incen­di e la pes­si­ma gestio­ne del Mini­ste­ro dell’Ambiente del gover­no Bol­so­na­ro han­no atti­ra­to l’attenzione di tut­to il mon­do e c’è biso­gno di man­te­ne­re alta l’al­ler­ta, per­ché sta ini­zian­do una nuo­va sta­gio­ne di roghi per­si­no peg­gio­re del­la scorsa. 
E’ fon­da­men­ta­le fare un sal­to cul­tu­ra­le per capi­re l’epoca che stia­mo viven­do. E’ fon­da­men­ta­le ren­der­si con­to che i dan­ni e le con­se­guen­ze del­le nostre scel­te non si vedran­no tra 100 o 150 anni ma si vedran­no tra 30/40 anni mas­si­mo e quin­di sare­mo noi stes­si o le gene­ra­zio­ni imme­dia­ta­men­te suc­ces­si­ve alla nostra a subi­re que­ste conseguenze. 
Svol­go il ruo­lo di care­gi­ver fami­lia­re da otto anni fra dif­fi­col­tà ogget­ti­ve ma anche psi­co­lo­gi­che. Le respon­sa­bi­li­tà, le com­pe­ten­ze, la pre­sen­za con­ti­nua che ven­go­no richie­sti sono sta­ti e con­ti­nua­no a tutt’oggi ad esse­re com­ple­ta­men­te igno­ra­ti dal­la nostra legi­sla­zio­ne, sal­vo qual­che “bou­ta­de” ogni tan­to pri­va di qual­si­vo­glia con­cre­tez­za appli­ca­ti­va, esclu­den­do così siste­ma­ti­ca­men­te i cosid­det­ti care­gi­vers da ogni tute­la e dal rico­no­sci­men­to di una qua­li­fi­ca professionale 
I ghiac­ciai si muo­vo­no da sem­pre, dico­no gli esper­ti gla­cio­lo­gi: ma non a que­sta velo­ci­tà, non con la fre­quen­za a cui assi­stia­mo oggi. Il pun­to è sem­pre lo stes­so: l’ac­ce­le­ra­zio­ne. Il man­ca­to recu­pe­ro fra un even­to e l’al­tro. Un equi­li­brio spo­sta­to ine­lut­ta­bil­men­te ver­so la per­di­ta del­le con­di­zio­ni cli­ma­ti­che pre­ce­den­ti l’ar­ri­vo dell’industrializzazione. 
Non è più tem­po del­le rispo­ste gene­ri­che e dei libri dei sogni a cui ci ha abi­tua­ti in que­sti mesi la Mini­stra Azzo­li­na.  L’emergenza edu­ca­ti­va pre­ten­de rispo­ste con­cre­te e pun­tua­li, noi non ci stan­che­re­mo di chiederle. 
Non so se il fat­to di far vota­re miglia­ia di cit­ta­di­ni fuo­ri sede potreb­be spo­sta­re l’ago del­la bilan­cia e le sor­ti poli­ti­che e socia­li dell’Italia, ma sono con­vin­ta che a par­ti­re dal gior­no suc­ces­si­vo alle ele­zio­ni ver­reb­be­ro abbat­tu­te mol­tis­si­me cre­den­ze cri­stal­liz­za­te sui gio­va­ni. Una su tut­ti, che non andia­mo a vota­re per­ché sia­mo disinteressati. 
Set­te anni fa, Giu­sep­pe Civa­ti inter­ve­ni­va alla Came­ra per riba­di­re che una nor­ma con­tro l’odio altro non è che una nor­ma di civi­li­tà, un atto di corag­gio e di rispet­to ver­so una comu­ni­tà, quel­la LGBTQI+ che vie­ne igno­ra­ta e che vive nel­la pau­ra di esse­re attac­ca­ta, minac­cia­ta, aggre­di­ta per la sola “col­pa” di voler esse­re liber* e orgoglios*. 
La lega­liz­za­zio­ne del­la can­na­bis, al di là di ogni ipo­cri­sia, oltre a dare cer­tez­ze ai cit­ta­di­ni, demo­li­reb­be il flo­ri­do mer­ca­to ille­ga­le, spi­na dor­sa­le del­la cri­mi­na­li­tà orga­niz­za­ta, svuo­tan­do le car­ce­ri da per­so­ne che, a tut­to voler con­ce­de­re, han­no solo biso­gno di una mano. 
Mario Car­mi­ne Paciol­la ave­va 33 anni, era volon­ta­rio a San Vicen­te del Caguán con un’or­ga­niz­za­zio­ne Onu ed è mor­to in Colom­bia in cir­co­stan­ze da chia­ri­re. Non si sen­ti­va al sicu­ro, lo ave­va con­fi­da­to alla fami­glia, e ave­va già pre­so il bigliet­to per tor­na­re a casa. Non è riu­sci­to a par­ti­re con il suo aereo: inve­ce, il 15 luglio, alle 19.40 ora ita­lia­na, è sta­ta data noti­zia alla fami­glia del­la sua mor­te. Il suo cor­po è sta­to tro­va­to in una situa­zio­ne rico­strui­ta come sui­ci­dio per impic­ca­gio­ne, ma ci sareb­be­ro ele­men­ti che smen­ti­sco­no que­sta ver­sio­ne dei fatti. 
Quan­do si par­la di “fer­ma­re gli sbar­chi” mesco­lan­do le car­te con l’accoglienza, e ancor peg­gio con la pan­de­mia, si è pro­ba­bil­men­te raz­zi­sti (asin­to­ma­ti­ci, per cari­tà, ma il test è sem­pre lo stes­so: leg­ge­rem­mo le stes­se cose se i pro­fu­ghi fos­se­ro bion­di nor­ve­ge­si?) e altret­tan­to pro­ba­bil­men­te in mala fede.