Il Patto Repubblicano è il documento fondativo di Possibile, è richiamato nello Statuto e contiene i suoi principi fondamentali tra…
Riforme Istituzionali
In mezzo a quel Rosatellum ci sono tante spine. Almeno sette.
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Gli stessi parlamentari eletti e divenuti maggioranza in virtù di una legge incostituzionale, approvarono un’altra legge elettorale con la forza dei numeri, prima di vedersela, come la precedente, cassata dalla Consulta.
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22 ottobre 2017: i cittadini residenti in Lombardia e in Veneto possono votare in referendum consultivi, indetti dai Presidenti delle rispettive Regioni.
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Insistiamo circa l’opportunità di rinunciare a forzature e di limitarsi – nelle ultime settimane di legislatura – ad armonizzare le leggi elettorali esistenti, in poche mosse
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La proposta in questione risulta l’ennesimo pasticcio, fatto probabilmente con l’occhio troppo fisso sulle ormai imminenti elezioni che impediscono di pensare liberamente al sistema migliore.
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Dopo settimane di stallo, sembra che riprenda il cammino parlamentare della legge elettorale che queste Camere fanno e disfanno dall’inizio della legislatura, con una certa inclinazione alle soluzioni incostituzionali (come sancito dalla sentenza n. 35 del 2017).
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Raccogliendo gli ottimi impulsi lanciati da Libertà e Giustizia, consideriamo che sia necessario ripartire da una proposta programmatica progressista, che apra il cammino a equilibri sociali più avanzati, riducendo le disuguaglianze
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Se si cercano i franchi tiratori, nella legislatura iniziata con i 101, bisognerebbe cercarli all’interno della maggioranza, oceanica alla Camera, senza dare la colpa ad altri.
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Un’ipotesi – pare – sia quella di estendere l’Italicum come uscito dalla Consulta anche al Senato. Sarebbe soltanto l’ennesimo capitolo di “una lunga stagione di errori, trucchi e imbrogli”
In Francia è stato eletto il Presidente della Repubblica a seguito del ballottaggio. Una parola che in Italia ha fatto tanto sospirare i nostalgici della legge che mai fu, l’Italicum.
La “Costituente mobile” attraverserà il Paese subito dopo il 25 aprile, per l’eliminazione dei privilegi del sistema politico, per la promozione degli strumenti di uguaglianza e di partecipazione (dalle leggi di iniziativa popolare alla Mortati fino al Referendum Act dei Radicali), per ridare fiato alle nostre istituzioni e recuperare fiducia nei loro confronti, attraverso il consenso informato dei cittadini.
Ciò che queste Camere, elette con una legge elettorale incostituzionale e autrici di una legge elettorale (per la sola Camera) incostituzionale, devono in ogni modo evitare è l’approvazione di un’altra legge elettorale incostituzionale.
Si tratta di un primo ma importante tassello di riforme istituzionali che – come diciamo sempre – non passano solo attraverso la Costituzione (che pure può richiedere singoli aggiornamenti o miglioramenti): dalla legge elettorale a quella sul conflitto di interessi, alla revisione di alcune incompatibilità e ineleggibilità, per assicurare una maggiore trasparenza e un effettivo svolgimento delle funzioni pubbliche con disciplina e onore.
Durante la campagna per il referendum costituzionale avevamo detto – con altri sostenitori del NO – che la revisione costituzionale del governo Renzi era una cattiva riforma ma che altre modifiche della Costituzione, leggere e condivise, sarebbero state possibili. Anzi, utili.