Gli stessi parlamentari eletti e divenuti maggioranza in virtù di una legge incostituzionale, approvarono un’altra legge elettorale con la forza dei numeri, prima di vedersela, come la precedente, cassata dalla Consulta.
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Gli stessi parlamentari eletti e divenuti maggioranza in virtù di una legge incostituzionale, approvarono un’altra legge elettorale con la forza dei numeri, prima di vedersela, come la precedente, cassata dalla Consulta.
Ci sono gli scissionisti, i pontieri, i mediatori, Orlando che vuole la conferenza programmatica, Barca che apprezza, i giovani turchi che si dividono, i vecchi ottomani che si riuniscono, Orfini che regge, Renzi che accelera, Delrio che frena, Franceschini che si tiene, le telefonate, i fuori onda, i capilista, eccetera, eccetera, eccetera. Insomma, «tutto molto interessante», per dirla con una hit dance del momento.
Nel corso dello scorso anno, sono andate via dall’Italia 107.529 persone. Di queste, più di un terzo sono i giovani fra i 18 e i 34 anni (39.410, il 36,7 per cento), e in gran parte, 16.568, hanno scelto la Germania. Le regioni da cui si è partiti di più (ché la retorica demagogica è spesso urticante proprio perché falsa) sono state la Lombardia (20.888) e il Veneto (10.374).
Minoranza e maggioranza dem se le danno di santa ragione, ma non come nella boxe, dove i colpi sono veri, diciamo più come nel wrestling, in cui da attacchi sferrati con apparente inaudita violenza non discende alcuna conseguenza.
La Costituzione è pure casa mia, e non mi va che il partito di maggioranza relativa ne faccia campo di scontro sulle proprie questioni.
Era il 6 maggio dell’anno scorso quando Pippo Civati, salutando, lasciò il Pd. Non fu una scissione di corrente organizzata, semplicemente perché non lo era, ma l’inizio di un percorso in cui molti si sono ritrovati a condividere un impegno che, da lì a poco, sarebbe diventato Possibile, il nuovo soggetto politico che abbiamo iniziato e stiamo continuando a costruire.
«Siamo qua per festeggiare», risposero, «abbiamo vinto». «Avete vinto voi? », disse il signore. «E che cosa avreste vinto? Ho vinto io. E ora, di corsa, via da questa piazza e ritornate al lavoro, cafoni!».
Mattarella, undici anni fa: «oggi, voi del governo e della maggioranza state facendo la “vostra” Costituzione. L’avete preparata e la volete approvare voi, da soli, pensando soltanto alle vostre esigenze, alle vostre opinioni e ai rapporti interni alla vostra maggioranza».
Da quando è iniziata l’attività estrattiva intensiva e industriale dei giacimenti di idrocarburi, dapprima in val Basento e successivamente in val d’Agri, la Basilicata ha perso più di 60.000 abitanti, il 10 per cento della popolazione.
Il presidente del Consiglio che attacca i magistrati non è una novità, non in questo Paese. Ma era un altro.
Il governo ha chiuso all’ipotesi di consentire nuove ricerche e “coltivazioni” di idrocarburi entro le dodici miglia nautiche dalla costa. L’esecutivo ritiene quindi che quelle perforazioni non siano in linea con il modello di approvvigionamento che ha in mente o, addirittura, ritiene che esse siano dannose per l’ecosistema marino. Ad ogni buon conto, non ne vuole più. Salvo, però, rinnovare a vita (nel senso di quella del giacimento) le concessioni esistenti.
Fiutata la preda, al Nuovo centro destra non deve esser parso vero poterla afferrare, azzannarla e stringerla così facilmente, quasi affondando, piccola lama contorta, nel burro caldo del corpaccione del Partito democratico.
Che la libertà di coscienza concessa dal leader del M5S ai suoi sulla stepchild adoption per le coppie omosessuali non fosse un’apertura verso il dissenso interno un po’ lo sospettavamo. Il documento che pubblicano ora alcuni giornali, relativamente alle prossime Amministrative capitoline, conferma tale idea. Purtroppo, siamo costretti ad aggiungere.
L’autorevole Gotor adesso spiega che «la scissione sarà una decisione collettiva, e non una somma sgangherata di narcisismi alla Civati». Boh, di nuovo non comprendo il senso delle parole, a parte l’ossessione ritornante al personalismo. Vuol dire che ci sarà una scissione? E quando, e perché? Va bene stare nel partito del Jobs Act e della Buona Scuola, dell’Italicum con la fiducia e pure della riforma costituzionale che, combinandosi con quella elettorale, «rompe l’equilibrio democratico», ma se si fanno la tessera quelli con cui, in un modo o nell’altro, dall’inizio di questa legislatura sono alleati, allora fanno saltare tutto?
Stiamo parlando della seconda città italiana per abitanti, la capitale economica della nazione, il centro ideale della parte produttivamente più significativa del Paese: si può davvero sostenere che quel accade fra San Siro e Forlanini sia solo una questione locale, quasi si trattasse di una qualsiasi altra realtà di provincia?
L’altra notte sono morti ancora decine di bambini in quel tratto di mare che fa da confine all’Europa. All’Europa, oddio, nel braccio d’acqua che divide la Grecia dalla Turchia, visto che qui ormai ognuno pensa solo per sé. Tra gli stessi flutti, appena qualche mese fa, annegò il piccolo Aylan Kurdi, e le immagini del suo corpicino quasi addormentato sulla spiaggia sembravano aver svegliato le coscienze dell’Unione. Sembravano, appunto.
Mentre si esultava per l’approvazione della legge elettorale che tutta Europa ci avrebbe copiato, si ridicolizzavano quanti ne rilevavano i limiti e i problemi. Problemi e limiti che sono tutti lì, al di là dei tweet.
“È saggio non commentare il chiacchiericcio ma quello che c’è. E quello che c’è è il combinato disposto fra Italicum e riforma costituzionale,…
“Dicevano ‘Le riforme si fermeranno, il Governo non ha i numeri’. Visto com’è andata?”, e poi i soliti e ormai…
Il Jobs act “è una legge sbagliata che deve essere cancellata e contrastata”. A dirlo è il leader della Fiom…