QUADERNI

Il comu­ne deno­mi­na­to­re del­la destra raz­zi­sta e sovra­ni­sta, del neo­cen­tri­smo ren­zian­min­ni­tor­lan­dia­no e del popu­li­smo gril­li­no è l’op­por­tu­ni­smo nel cer­ca­re di trar­re van­tag­gio elet­to­ra­le dal­la stru­men­ta­liz­za­zio­ne bie­ca di una que­stio­ne serissima. 
Cer­to che biso­gna occu­par­si del­la pari­tà sala­ria­le, ma sen­za cade­re nell’errore di pen­sa­re che le que­stio­ni non sia­no stret­ta­men­te lega­te e non vede­re che impe­gnar­si per l’una, ren­de più for­te anche l’altra battaglia 
Se la Nor­ve­gia ha sospe­so l’ex­port di armi ver­so gli Emi­ra­ti Ara­bi Uni­ti par­ten­do da un rigo­ro­so approc­cio pre­cau­zio­na­le, per l’I­ta­lia non ci sono più scu­se (e non ci sono mai sta­te, a dir­la tut­ta) per non bloc­ca­re imme­dia­ta­men­te l’ex­port di armi ver­so l’A­ra­bia Saudita. 
La noti­zia per cui quel­lo che sem­bra desti­na­to ad esse­re il pri­mo par­ti­to cer­che­reb­be già di por­re ai pro­pri par­la­men­ta­ri vin­co­li in con­tra­sto con la Costi­tu­zio­ne get­ta una pri­ma fit­ta ombra sul­la pros­si­ma legislatura 
Improv­vi­sa­men­te, ecco la pro­mes­sa: mil­le euro per tut­ti! La potrà man­te­ne­re? Cer­ta­men­te no. 
E’ tem­po di scor­ge­re in tut­to ciò che si muo­ve a sini­stra ciò che vi è di più pre­zio­so, arric­chen­do la nostra pro­po­sta per­ché l’Italia stes­sa sia più ric­ca di pro­gram­mi, pro­get­ti, soluzioni. 
La tes­se­ra di Pos­si­bi­le è un pic­co­lo inve­sti­men­to per fare insie­me gran­di bat­ta­glie. Per la pace, la lai­ci­tà, l’am­bien­te, l’ac­co­glien­za rigo­ro­sa, i dirit­ti di tut­ti, la lega­liz­za­zio­ne del­la can­na­bis, il rispet­to del­la Costituzione. 
E’ sta­ta issa­ta una tri­vel­la per la ricer­ca di idro­car­bu­ri, pri­mo pas­so del­la con­ces­sio­ne ter­ri­to­ria­le deno­mi­na­ta “Bian­ca­vil­la I” 
Giu­sep­pe Civa­ti ave­va con­si­glia­to, pri­ma di altri, la let­tu­ra del libro di Mar­ta Fana, Non è lavo­ro, è sfrut­ta­men­to, come base cul­tu­ra­le da cui par­ti­re per scri­ve­re un nuo­vo pro­get­to per l’Italia.
Che i cor­ri­doi uma­ni­ta­ri non sia­no un mez­zo spic­cio­lo per far dimen­ti­ca­re i mol­tis­si­mi migran­ti inter­na­ti, che non sia­no uno stru­men­to ipo­cri­ta per smac­chia­re e dis­si­mu­la­re col­pe e rea­ti di una poli­ti­ca efferata.