Contro cattivisti e ipocriti: proposte serie sul tema dell’immigrazione

Il comune denominatore della destra razzista e sovranista, del neocentrismo renzianminnitorlandiano e del populismo grillino è l'opportunismo nel cercare di trarre vantaggio elettorale dalla strumentalizzazione bieca di una questione serissima.

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Il Messaggero.it nell’edizione di ieri, 5 gen­na­io 2018, rac­con­ta­va i risul­ta­ti di un son­dag­gio SWG secon­do il qua­le l’Italia si spo­sta più a destra, crol­la­no i pro­gres­si­sti e cre­sce il fron­te anti-migran­ti. SWG eti­chet­ta il fron­te anti migran­ti “Pri­ma gli ita­lia­ni” come “nuo­va for­te e mar­can­te iden­ti­tà poli­ti­ca” e lo misu­ra con un fra­go­ro­so 16%.

Il poli­ti­co cini­co e oppor­tu­ni­sta fareb­be subi­to una con­si­de­ra­zio­ne: visto che gli ita­lia­ni sono sem­pre più osti­li nei con­fron­ti dei migran­ti, vuol dire che sia­mo sul­la stra­da giu­sta, dob­bia­mo con­ti­nua­re a liscia­re il pelo a que­sto sen­ti­men­to sem­pre più dif­fu­so e cer­ca­re di trar­ne van­tag­gio elettorale.

Il poli­ti­co ipo­cri­ta e oppor­tu­ni­sta fareb­be subi­to un’altra con­si­de­ra­zio­ne: dob­bia­mo dare l’idea che anche noi con­tra­stia­mo la pre­sen­za di trop­pi immi­gra­ti nel nostro pae­se, ma con uno sti­le meno sbra­ca­to, appa­ren­te­men­te non raz­zi­sta e più poli­ti­cal­ly cor­rect, in modo da trar­ne van­tag­gio elettorale.

Il comu­ne deno­mi­na­to­re del­la destra raz­zi­sta e sovra­ni­sta, del neo­cen­tri­smo ren­zian­min­ni­tor­lan­dia­no e del popu­li­smo gril­li­no è l’op­por­tu­ni­smo nel cer­ca­re di trar­re van­tag­gio elet­to­ra­le dal­la stru­men­ta­liz­za­zio­ne bie­ca di una que­stio­ne seris­si­ma.

In que­sta cam­pa­gna elet­to­ra­le, tut­ta­via, chi ha avve­le­na­to l’ac­qua dei poz­zi non se ne potrà abbe­ve­ra­re sen­za pagar­ne le conseguenze.

Alla destra ricor­de­re­mo che essa è l’au­tri­ce del­la legi­sla­zio­ne vigen­te, la Bos­si-Fini del­la irre­go­la­ri­tà costrui­ta a tavo­li­no, del­le sana­to­rie ex post e del rea­to di clan­de­sti­ni­tà giu­di­ca­to inu­ti­le e dan­no­so dal­la stes­sa magi­stra­tu­ra: una legi­sla­zio­ne che ren­de il pro­ces­so migra­to­rio un per­cor­so a osta­co­li, peri­co­lo­so, insi­cu­ro, poco tra­spa­ren­te, lucro­sis­si­mo per mafie e traf­fi­can­ti di esse­ri umani.

Al PD ricor­de­re­mo che ave­re con­sa­cra­to il peg­gio­re dei bino­mi (immigrazione&sicurezza) con i decre­ti gemel­li Min­ni­ti-Orlan­do su immi­gra­zio­ne e sicu­rez­za urba­na ha signi­fi­ca­to estre­miz­za­re ulte­rior­men­te la ratio cri­mi­na­liz­za­tri­ce del­la Bos­si-Fini, arri­van­do dove nem­me­no Ber­lu­sco­ni ave­va osa­to spin­ger­si e supe­ran­do­lo a destra.

Ma la pars con­struens, per chi ha il corag­gio di supe­ra­re quel como­dis­si­mo comu­ne deno­mi­na­to­re del van­tag­gio elet­to­ra­le pret à por­ter, è assai più avvin­cen­te per­ché si trat­ta di una vera, seria, uti­le, costru­zio­ne cul­tu­ra­le e poli­ti­ca su un tema, quel­lo del gover­no dei pro­ces­si migra­to­ri, che tra­sver­sal­men­te toc­ca tut­ti gli ambi­ti del­la nostra vita quo­ti­dia­na, pre­sen­te e futu­ra. Tan­to del­la cat­ti­va gestio­ne del feno­me­no è dovu­to all’ap­proc­cio elet­to­ra­li­sti­co, emer­gen­zia­le, orfa­no di una let­tu­ra rigo­ro­sa dei dati e dei pro­ces­si, pri­vo di una visio­ne lun­ga e siste­mi­ca. Par­la­re del­le migra­zio­ni signi­fi­ca par­la­re di noi, non di altri o di altro.

Demo­gra­fia: sen­za il tas­so di nata­li­tà dei cit­ta­di­ni di ori­gi­ne stra­nie­ra e sen­za i nuo­vi cit­ta­di­ni ita­lia­ni (200.000 all’an­no), il vec­chio con­ti­nen­te sareb­be già decre­pi­to e l’I­ta­lia, che ha un sal­do natu­ra­le (meno 140.000 cit­ta­di­ni all’an­no) strut­tu­ral­men­te nega­ti­vo, desti­na­ta all’estinzione.

Pen­sio­ni: il get­ti­to con­tri­bu­ti­vo dei lavo­ra­to­ri immi­gra­ti è di cir­ca 8,9 miliar­di di euro e ciò che essi rice­vo­no in trat­ta­men­ti pen­sio­ni­sti­ci è pari a 3 miliar­di, con un sal­do net­to a favo­re del­l’INPS di 5 miliardi.

Pres­sio­ne fisca­le: i lavo­ra­to­ri stra­nie­ri paga­no 7,6 miliar­di di euro di tas­se, che som­ma­ti al get­ti­to con­tri­bu­ti­vo dan­no entra­te pari a 16,5 miliar­di di euro, a fron­te di usci­te (per sani­tà, ser­vi­zi socia­li, allog­gi, istru­zio­ne ecc.) pari a 12,6 miliar­di, con un gua­da­gno per l’I­ta­lia di oltre 3 miliar­di di euro.

Scuo­la pub­bli­ca: un esem­pio per tut­ti, nel­l’i­so­la ita­lia­na di Ven­to­te­ne la scuo­la dedi­ca­ta ad Altie­ro Spi­nel­li sareb­be desti­na­ta alla chiu­su­ra se non arri­vas­se­ro alcu­ni bam­bi­ni di ori­gi­ne stra­nie­ra a for­ma­re il nume­ro mini­mo per man­te­ne­re una classe.

Ecco allo­ra che il discor­so poli­ti­co ha l’oc­ca­sio­ne di ele­var­si, di toglier­si di dos­so il fan­go del­la lot­ta cor­po a cor­po tipi­ca del­la fase elet­to­ra­le per dive­ni­re final­men­te adul­to: per­ché l’ap­pros­si­ma­zio­ne, il proi­bi­zio­ni­smo nor­ma­ti­vo e l’e­mer­gen­za in mate­ria migra­to­ria han­no già cau­sa­to trop­pi dan­ni, soprat­tut­to alle clas­si socia­li più fra­gi­li ed esposte.

Appli­can­do intel­li­gen­za e prag­ma­ti­smo, dob­bia­mo riscri­ve­re dac­ca­po il Testo Uni­co sull’immigrazione, intro­du­cen­do il visto per ricer­ca lavo­ro, la libe­ra con­ver­ti­bi­li­tà dei per­mes­si di sog­gior­no, un mec­ca­ni­smo di rego­la­riz­za­zio­ne per­ma­nen­te, tra­sfor­man­do l’UNAR in una vera e pro­pria agen­zia con­tro le discri­mi­na­zio­ni, auto­no­ma dal pote­re ese­cu­ti­vo, favo­ren­do i ricon­giun­gi­men­ti fami­lia­ri (poten­tis­si­mo fat­to­re di sta­bi­li­tà) e poten­zian­do la pro­te­zio­ne di mino­ri e vit­ti­me di trat­ta e gra­ve sfruttamento.

C’è un pro­get­to di rifor­ma orga­ni­ca del Testo Uni­co sull’Immigrazione (A.C. 4551) già depo­si­ta­to alla Came­ra in que­sta legi­sla­tu­ra, frut­to del lavo­ro di 1 anno insie­me ai mas­si­mi esper­ti in mate­ria, che può costi­tui­re una base pro­gram­ma­ti­ca cul­tu­ral­men­te adul­ta e poli­ti­ca­men­te for­te.
È anche per cer­ca­re di costrui­re solu­zio­ni con­cre­te a que­sta sfi­da epo­ca­le che è nata Libe­ri e Uguali.

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