QUADERNI

Sia­mo, non tut­ti, ma mol­ti, con­fi­na­ti in casa (per chi ce l’ha) die­tro por­te chiu­se. Ma non lascia­mo­ci ten­ta­re dal pen­sie­ro che chiu­de­re una por­ta basti a chi è den­tro per sen­tir­si al sicu­ro, o basti agli altri per non vede­re, non sapere. 
In un momen­to in cui si con­ti­nua a lascia­re aper­te fab­bri­che e azien­de non essen­zia­li, e si discu­te di “essen­zia­li­tà” e “fun­zio­na­li­tà”, la repe­ri­bi­li­tà dei libri di testo andreb­be garan­ti­ta (alle­sten­do siste­mi di spe­di­zio­ne sicu­ri per lavo­ra­to­ri e lavo­ra­tri­ci coin­vol­ti in ogni pas­sag­gio) in quan­to beni non mera­men­te fun­zio­na­li, ma indi­spen­sa­bi­li per l’istruzione, per con­sen­ti­re a tut­ti e a tut­te la frui­zio­ne di un dirit­to costi­tu­zio­na­le rico­no­sciu­to anche degli ulti­mi DPCM, il dirit­to allo studio. 
Poi­ché in que­sti gior­ni rim­bal­za­no le meta­fo­re bel­li­che, l’e­co­no­mia di guer­ra è pro­prio que­sta, è quel­la situa­zio­ne in cui una fab­bri­ca di pen­to­le si met­te a rea­liz­za­re elmet­ti, il para­go­ne con la nostra situa­zio­ne quin­di ci sta tutto. 
Abbia­mo deci­so di apri­re una linea diret­ta, rac­co­glien­do testi­mo­nian­ze e segna­la­zio­ni, da pub­bli­ca­re in for­ma ano­ni­ma per fare luce sul­la man­can­za di respon­sa­bi­li­tà di alcu­ni e sui rischi che tan­ti, trop­pi, sono costret­ti anco­ra a cor­re­re, sot­to ricat­to o minaccia. 
Sono decen­ni che ci muo­via­mo in quel­la che ci sem­bra­va un’e­mer­gen­za, ma che in real­tà era solo una cam­pa­gna elet­to­ra­le per­ma­nen­te. E ades­so che è arri­va­ta l’e­mer­gen­za, quel­la vera, sono tan­te le cate­go­rie più a rischio, più in difficoltà. 
In que­sti gior­ni dram­ma­ti­ci per il Pae­se ci sono alcu­ne cate­go­rie di lavo­ra­to­ri che vivo­no una situa­zio­ne allar­man­te e che nono­stan­te i decre­ti gover­na­ti­vi vivo­no anco­ra situa­zio­ni con un rischio deci­sa­men­te trop­po elevato. 
In que­sti gior­ni dram­ma­ti­ci per il Pae­se ci sono alcu­ne cate­go­rie di lavo­ra­to­ri che vivo­no una situa­zio­ne allar­man­te e che nono­stan­te i decre­ti gover­na­ti­vi vivo­no anco­ra situa­zio­ni con un rischio deci­sa­men­te trop­po elevato. 
Abbia­mo pre­di­spo­sto una mozio­ne che met­tia­mo a dispo­si­zio­ne dei Con­si­glie­ri, già accol­ta dal Con­si­glie­re Basi­lio Riz­zo di Mila­no in Comu­ne affin­ché sia por­ta­ta in discus­sio­ne, che chie­de all’amministrazione comu­na­le mila­ne­se di ren­de­re frui­bi­li ai sen­za­tet­to tut­ti gli edi­fi­ci di edi­li­zia popo­la­re sfit­ti e gli edi­fi­ci del patri­mo­nio pub­bli­co ido­nei, in dero­ga alle attua­li gra­dua­to­rie di asse­gna­zio­ne del­le case popolari.