QUADERNI

Pur­trop­po è arri­va­to il momen­to di pren­de­re atto che la clas­se diri­gen­te che ci ammi­ni­stra ha pre­fe­ri­to tes­se­re rela­zio­ni di inte­res­se con i pochi che deten­go­no pic­co­li poten­ta­ti spar­si, in nome di un non meglio defi­ni­to man­te­ni­men­to del­lo sta­tus quo. Han­no scel­to di difen­de­re inte­res­si pri­va­ti sacri­fi­can­do la cosa pub­bli­ca: i mol­ti, che non han­no pote­re ma che sono una loro pre­ci­sa respon­sa­bi­li­tà e che, in fon­do, stan­no chie­den­do solo di esse­re governati. 
Il gran­de erro­re del­la poli­ti­ca fos­si­le è quel­lo di pren­de­re deci­sio­ni come se ogni vol­ta si trat­tas­se di sce­glie­re tra salu­te ed eco­no­mia, tra salu­te e lavo­ro (o red­di­to): una con­trad­di­zio­ne che la pan­de­mia sta ren­den­do anco­ra più dram­ma­ti­ca, ma che abbia­mo visto all’opera da anni 
È il momen­to di riba­di­re l’urgenza di pren­de­re al più pre­sto que­ste misu­re: di assu­me­re per­so­na­le, di inve­sti­re sul digi­ta­le, sul trac­cia­men­to e – non ci stan­che­re­mo mai di dir­lo – sui tam­po­ni, ripren­den­do quel “Pia­no Cri­san­ti” che era sta­to annun­cia­to e mai dav­ve­ro pre­so in considerazione. 
I nostri pun­ti pro­gram­ma­ti­ci prin­ci­pa­li e le rela­ti­ve voci di spe­sa, per la rea­liz­za­zio­ne di un siste­ma sani­ta­rio pub­bli­co che rispon­da rapi­da­men­te ai biso­gni del­la popo­la­zio­ne. Per­ché non c’è più un minu­to da perdere. 
Dob­bia­mo anche subi­re il silen­zio del­le orga­niz­za­zio­ni sin­da­ca­li con­fe­de­ra­li di set­to­re, il silen­zio del­la poli­ti­ca, il silen­zio dei media e non solo duran­te que­sta pan­de­mia, il silen­zio sul­la gran­de distri­bu­zio­ne è una gran­dis­si­ma con­qui­sta di una tra le lob­by più for­ti nel nostro pae­se e allo­ra giun­ti allo stre­mo sfrut­tia­mo que­sta occa­sio­ne per chie­der­vi di aiu­tar­ci a rom­pe­re que­sto silen­zio che ci con­dan­na da anni alla trasparenza. 
Anche que­st’an­no sia­mo pron­ti a par­ti­re con que­sta com­pli­ca­ta edi­zio­ne dei Pac­chi del­le Ter­re Resi­sten­ti, a soste­gno dei pro­dut­to­ri col­pi­ti dal sisma del 2016: due tipo­lo­gie di pac­chi, uno vege­ta­ria­no e uno “onni­vo­ro”, acqui­sta­bi­li a 60 euro (spe­se di spe­di­zio­ne com­pre­se) scri­ven­do a terreresistenti@gmail.com.
Una vol­ta pas­sa­to Hal­lo­ween, qua­li sono le cose che ci fan­no dav­ve­ro pau­ra? Che sono intor­no a noi anche negli altri 364 gior­ni e di cui sem­bria­mo non riu­sci­re a libe­rar­ci, nono­stan­te gli sfor­zi fat­ti (o pro­prio per via di quel­li che non si fan­no)? Qua­li sono quel­le ombre che minac­cia­no la nostra liber­tà e la nostra ugua­glian­za e che, come dice la nostra Costi­tu­zio­ne, è com­pi­to del­la Repub­bli­ca rimuovere? 
Sta­mat­ti­na in mol­te piaz­ze d’I­ta­lia han­no mani­fe­sta­to i lavo­ra­to­ri e le lavo­ra­tri­ci del­la cul­tu­ra. Per­so­ne, per­cor­si, con­di­zio­ni lavo­ra­ti­ve mol­to diver­se che han­no in comu­ne il fat­to di subi­re dura­men­te il peso del­le restri­zio­ni lega­te all’e­mer­gen­za covid e di esse­re sta­ti tra i pri­mi a farlo. 
Ieri sera, in una mani­fe­sta­zio­ne dove era­no di casa anche i salu­ti roma­ni e dove era evi­den­te la pre­sen­za dei grup­pi neo­fa­sci­sti del­la zona, è sta­to espo­sto, nell’indifferenza gene­ra­le, uno stri­scio­ne omo­fo­bo e vio­len­to che nul­la ave­va a che fare con i con­te­nu­ti del DPCM: “Casa­li­no ric­chio­ne, Con­te il suo pappone”. 
Oggi lan­cia­mo orgo­glio­sa­men­te la nostra cam­pa­gna di tes­se­ra­men­to al gri­do di “Ogni Gene­re è Pos­si­bi­le” annun­cian­do che colo­ro che per iscri­ver­si al nostro par­ti­to devo­no indi­ca­re dei docu­men­ti che non sono rap­pre­sen­ta­ti­vi del­la pro­pria iden­ti­tà, pos­so­no indi­ca­re il pro­prio nome di ele­zio­ne diret­ta­men­te nel­la pro­ce­du­ra di iscrizione. 
Se l’obbiettivo è il decon­ge­stio­na­men­to del tra­spor­to pub­bli­co, pri­ma di pen­sa­re di iso­la­re nuo­va­men­te gli alun­ni con la DAD – con tut­ti i limi­ti e le cri­ti­ci­tà lega­ti all’accesso ai mez­zi neces­sa­ri e, quin­di, alle lezio­ni – sareb­be auspi­ca­bi­le incen­ti­va­re le for­me di lavo­ro agile. 
Tor­na­no in piaz­za le ragaz­ze e i ragaz­zi di Fri­days For Futu­re e se lo fan­no non è di cer­to per ricor­dar­ci i gran­di obiet­ti­vi glo­ba­li da qui al due­mi­la­mai (sem­pre giu­sti e cor­ret­ti, per cari­tà), ma per ricor­dar­ci di un’e­mer­gen­za cli­ma­ti­ca e ambien­ta­le che è già in cor­so. E per la qua­le ser­vo­no rispo­ste imme­dia­te e a tut­to campo. 
La set­ti­ma­na del­la mobi­li­ta­zio­ne cli­ma­ti­ca in Ita­lia (il 20 set­tem­bre nel resto del mon­do) è ini­zia­ta dopo un wee­kend di ordi­na­rio cli­ma tro­pi­ca­le: nel nor­do­ve­st sono crol­la­te anco­ra stra­de ed eson­da­ti fiu­mi. Vit­ti­me, dan­ni, rico­stu­zio­ni. Sia­mo ormai abi­tua­ti alle rea­zio­ni stu­pi­te di stam­pa e mon­do poli­ti­co, come se ogni vol­ta fos­se la pri­ma vol­ta, come se la mes­sa in sicu­rez­za dei ter­ri­to­ri non fos­se una del­le pri­me urgen­ze di que­sto paese. 
L’organizzazione vare­si­na di dichia­ra­ta ispi­ra­zio­ne neo­na­zi­sta, i cui 52 mem­bri risul­ta­no sot­to inchie­sta per ten­ta­ta rico­sti­tu­zio­ne del par­ti­to fasci­sta e pro­pa­gan­da nazi­sta, ha da poco ria­per­to – ideal­men­te – la “Biblio­te­ca Popo­la­re” di età fasci­sta: un con­si­glio di let­tu­re set­ti­ma­na­li per la Comunità.