QUADERNI
Sebbene limitata rispetto alle ambizioni iniziali sia nella forma che nella durata, la CoFoE è un’opportunità unica per esprimere il nostro desiderio di costruire un’Europa diversa. Non lasciamocela sfuggire!
La Costituzione, così come la Repubblica, siamo tutti noi, nessuno escluso. Ecco perché questa modifica avrà senso solo nel momento in cui sarà veramente applicata e attuata.
Il rischio non è solo quello di continuare con decisioni e provvedimenti contro l’ambiente e la biodiversità, ma anche di attaccare i principi fondamentali della nostra democrazia che trovano “casa” nella nostra Costituzione.
Avremmo voluto che il Governo affiancasse alla soluzione del vaccino, importantissima, anche altre iniziative strutturali per rispondere a una emergenza educativa, oltre che sanitaria, che dura ormai da 2 anni: ridurre il numero di alunni per classe, potenziare organici e trasporti, areare adeguatamente le aule scolastiche con impianti di ventilazione meccanica controllata, stanziare fondi adeguati per il sostegno psicologico di studenti e personale.
A tutela di milioni di lavoratrici e lavoratori, è più che mai necessario affiancare alla lotta per il minimo salariale un’ampia discussione che ci porti a formulare proposte da mettere in campo per regolamentare il sistema degli appalti che, oltretutto, basandosi sul precariato, porta la parte debole a subire ricatti costanti, con conseguenti morti e invalidità permanenti sul lavoro.
Succede che vi siano migranti che arrivano in Italia, ricevano un decreto di respingimento, ma non possano muoversi in alcun modo, neanche per ritornare nel Paese di origine. Anche volendo ottemperare all’obbligo del decreto, infatti, non sono in grado di farlo perché non sono in possesso di green pass rafforzato. E così si ritrovano in un limbo in condizioni insostenibili.
Anche ammesso che fosse condivisibile l’obiettivo di anticipare la conclusione del percorso scolastico, l’ipotesi della riduzione a quattro anni del ciclo secondario appare superficiale e semplicistica. In pratica, si tratterebbe di farcire in quattro anni gli studenti dei medesimi contenuti attualmente sviluppati in cinque.
Il cambiamento climatico sta generando ingiustizia e disuguaglianza. I paesi che soffrono maggiormente gli impatti del cambiamento climatico sono realtà già povere che contribuiscono poco o nulla con le emissioni climalteranti. Questa situazione inoltre sta mettendo fortemente in crisi le future generazioni, soprattutto quelle dei paesi più poveri.
“La sinistra felice”, perché — come scrive Giuseppe Civati — “la felicità è una cosa collettiva. E la politica deve fare questo: organizzare persone felici, che possano cambiare le cose per chi ancora non può esserlo.”
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Venerdì 17 dicembre abbiamo partecipato in Senato alla conferenza stampa di lancio del presidio del 21 dicembre contro l’autonomia differenziata. Autonomia differenziata i cui rischi evidenziamo da sempre e che è stata inserita all’interno della manovra di bilancio attraverso un disegno di legge collegato, che porterebbe alla frammentazione della Repubblica con conseguenze catastrofiche sull’ampliamento delle diseguaglianze già esistenti tra Regioni e per la fruizione dei diritti costituzionali di cittadine e cittadini, primi tra tutti il diritto all’istruzione e il diritto alla cura.
Ci saremmo aspettati di leggere, a questo punto, l’attribuzione ai lavoratori di un potere di messa in discussione non solo degli esiti di un sistema ADM ma anche dei criteri base che lo sottendono, in un’ottica di piena trasparenza — laddove tecnicamente possibile — circa il loro funzionamento. La direttiva si limita però a stabilire forme di consultazione dei rappresentanti dei lavoratori, o dei lavoratori stessi, nel caso in cui le imprese intendessero introdurre nuovi sistemi di monitoraggio o sistemi decisionali automatizzati, o apportare modifiche sostanziali a quei sistemi, con lo scopo di promuovere il dialogo sociale sulla gestione algoritmica. Un po’ poco, forse. Si tratta di un embrione della contrattazione collettiva digitale? È troppo presto per dirlo ma dovremmo cominciare a reclamare questo diritto.