Ambiente e Costituzione: saremo all’altezza?

La Costituzione, così come la Repubblica, siamo tutti noi, nessuno escluso. Ecco perché questa modifica avrà senso solo nel momento in cui sarà veramente applicata e attuata. Il rischio non è solo quello di continuare con decisioni e provvedimenti contro l’ambiente e la biodiversità, ma anche di attaccare i principi fondamentali della nostra democrazia che trovano “casa” nella nostra Costituzione.

Sare­mo all’altezza del­la nostra Costituzione?

La Came­ra dei Depu­ta­ti con la vota­zio­ne del 13 gen­na­io scor­so ha chiu­so l’iter costi­tu­zio­na­le per la modi­fi­ca degli arti­co­li 9 e 41 del­la Car­ta Costituzionale.

La noti­zia è sicu­ra­men­te impor­tan­te e posi­ti­va soprat­tut­to per­ché per la pri­ma vol­ta dal 1948, paro­le come “ambien­te” e “bio­di­ver­si­tà” com­pa­io­no nel­la nuo­va for­mu­la­zio­ne dell’articolo 9 all’interno dei Prin­ci­pi Fon­da­men­ta­li e non sono più deri­va­ti dal­le inter­pre­ta­zio­ni da par­te del­la Cor­te Costituzionale.

Per quan­to riguar­da inve­ce l’articolo 41 vie­ne riba­di­to e con­fer­ma­to che “l’iniziativa eco­no­mi­ca non deve avve­ni­re a disca­pi­to del­la natura”.

Con­cet­ti fon­da­men­ta­li e asso­lu­ta­men­te impor­tan­ti in un perio­do sto­ri­co deci­sa­men­te “sui gene­ris” com’è quel­lo che stia­mo vivendo.

Ma è suf­fi­cien­te una modi­fi­ca miglio­ra­ti­va del­la Costi­tu­zio­ne per far­ci fare pace con la Natura?

Asso­lu­ta­men­te no! Anzi ades­so ci aspet­tia­mo che il Par­la­men­to e il Gover­no “dei miglio­ri” inver­ta­no la peri­co­lo­sa deri­va in cui ci stan­no portando.

Que­sto per­ché le deci­sio­ni, i finan­zia­men­ti alle fon­ti fos­si­li, le modi­fi­che sui pro­ce­di­men­ti ammi­ni­stra­ti­vi che smus­sa­no gli inte­res­si ambien­ta­li, il Pon­te sul­lo Stret­to di Mes­si­na così come tut­ta una serie di prov­ve­di­men­ti pre­si in que­sti ulti­mi anni van­no in dire­zio­ne oppo­sta rispet­to a quan­to oggi pre­ve­de la Car­ta Costituzionale.

Pen­sia­mo al Pnrr e alle sue nume­ro­se e diver­si­fi­ca­te ope­re col­le­ga­te come si coor­di­ne­ran­no oggi in modo par­ti­co­la­re con il prin­ci­pio costi­tu­zio­na­le di non arre­ca­re dan­no signi­fi­ca­ti­vo alla natura?

Que­sto per­ché vale la pen­sa di ricor­dar­lo fino allo sfi­ni­men­to, il Pnrr rischia di tra­sfor­mar­si in un nuo­vo sac­cheg­gio del ter­ri­to­rio e del­la natura.

Oppu­re baste­reb­be cita­re il Green New Deal Euro­peo e i gran­di inve­sti­men­ti a favo­re del­la Natu­ra, snob­ba­ti dal nostro pae­se, per capi­re che a que­sta modi­fi­ca Costi­tu­zio­na­le deve segui­re imme­dia­ta­men­te un cam­bio cul­tu­ra­le che ispi­ri le scel­te da fare oggi per costrui­re un futu­ro migliore.

E se le paro­le han­no un peso, e lo han­no, ades­so non han­no più alibi.

Pen­san­do alla for­mu­la­zio­ne dei nuo­vi arti­co­li, mi tor­na in men­te una fra­se che abbia­mo ripe­tu­to tan­te vol­te e che mai come in que­sto momen­to acqui­sta un valo­re fon­da­men­ta­le: attua­re la Costi­tu­zio­ne è la più gran­de rivoluzione.

E que­sto vale, anche per gli altri Prin­ci­pi Fon­da­men­ta­li del­la nostra Costi­tu­zio­ne, trop­po spes­so dimenticati!

Se si amplia­no i Prin­ci­pi Fon­da­men­ta­li o si allar­ga­no le tute­le costi­tu­zio­na­li tut­ti sia­mo por­ta­ti a pen­sa­re che “sia cosa buo­na e giu­sta “. A noi, a tut­ti noi spet­te­rà il dove­re, costi­tu­zio­nal­men­te garan­ti­to, di vigi­la­re e far sì che la Costi­tu­zio­ne sia appli­ca­ta correttamente.

La Costi­tu­zio­ne, così come la Repub­bli­ca, sia­mo tut­ti noi, nes­su­no esclu­so. Ecco per­ché que­sta modi­fi­ca avrà sen­so solo nel momen­to in cui sarà vera­men­te appli­ca­ta e attuata.

Il rischio non è solo quel­lo di con­ti­nua­re con deci­sio­ni e prov­ve­di­men­ti con­tro l’ambiente e la bio­di­ver­si­tà, ma anche di attac­ca­re i prin­ci­pi fon­da­men­ta­li del­la nostra demo­cra­zia che tro­va­no “casa” nel­la nostra Costituzione.

Con que­sta modi­fi­ca le futu­re gene­ra­zio­ni dovran­no entra­re di dirit­to nel­le rifles­sio­ni e nel­le deci­sio­ni che dob­bia­mo pren­de­re oggi in nome di quel­la soste­ni­bi­li­tà anche gene­ra­zio­na­le che fino ad oggi è sta­ta snob­ba­ta. Basti pen­sa­re alla non soste­ni­bi­li­tà eco­no­mi­ca di chi vor­reb­be oggi inve­sti­re sul­le cen­tra­li nuclea­ri che spo­ste­ran­no sul­le futu­re gene­ra­zio­ni gli ele­va­ti costi di smal­ti­men­to del­le scorie.

Il nostro man­tra cli­ma, pro­gres­si­vi­tà e patri­mo­nia­le da oggi ha un gran­de allea­to nel­la nuo­va for­mu­la­zio­ne degli arti­co­li 9 e 41 del­la Costi­tu­zio­ne, ma soprat­tut­to sarà fondamentale.

Su que­ste, ma anche su altre tema­ti­che, non si può più atten­de­re o riman­da­re soprat­tut­to in momen­to sto­ri­co ben pre­ci­so a fron­te del­la cri­si socio cli­ma­ti­ca e ambien­ta­le che stia­mo vivendo.

Que­ste modi­fi­che saran­no per for­za di cose un ban­co di pro­va per com­pren­de­re se la natu­ra, la bio­di­ver­si­tà e anche la Costi­tu­zio­ne ita­lia­na sono, come noi soste­nia­mo e cre­dia­mo, qual­co­sa che con­ta davvero.

Se così non fos­se sare­mo di fron­te alla più gran­de e ver­go­gno­sa ope­ra­zio­ne di green washing per­pe­tra­ta nei con­fron­ti del­le futu­re generazioni.

 

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