QUADERNI

Dal­la let­tu­ra del­le boz­ze degli accor­di, gli inten­ti rispet­to alla regio­na­liz­za­zio­ne del siste­ma di Istru­zio­ne appa­io­no più inquie­tan­ti di quan­to ave­va­mo pre­vi­sto e san­ci­sco­no la volon­tà poli­ti­ca con­cla­ma­ta di fram­men­ta­re la scuo­la pub­bli­ca sta­ta­le e stra­vol­ger­ne gli obiet­ti­vi più profondi. 
Voglia­mo pro­va­re a coin­vol­ge­re diret­ta­men­te le per­so­ne nel­la vita col­let­ti­va, ren­der­li par­te di discus­sio­ni e scel­te, sen­za aspet­ta­re che sia qual­cu­no ad agi­re per loro ma sti­mo­lan­do cia­scu­no e cia­scu­na ad occu­par­si di un pez­zet­ti­no di cit­tà, di noi tut­ti, del bene comune. 
Duran­te il Con­si­glio dei Mini­stri del­lo scor­so 21 dicem­bre, sen­za che fos­se mai sta­to aper­to il  neces­sa­rio dibat­ti­to né col mon­do del­la scuo­la né con l’opinione pub­bli­ca, si è deci­so di pro­se­gui­re il per­cor­so ver­so l’autonomia dif­fe­ren­zia­ta ini­zia­to un anno fa sot­to il gover­no Gen­ti­lo­ni: entro il 15 feb­bra­io il gover­no chiu­de­rà le inte­se con il Vene­to, la Lom­bar­dia e l’Emilia Roma­gna, che si stan­no svol­gen­do nel più asso­lu­to riserbo. 
Una bufa­la, quin­di, la ter­za iden­ti­ca sco­va­ta da Anti­vi­rus in pochi mesi. Bufa­le che seguo­no tut­te lo stes­so sche­ma e che — come al soli­to — spo­sta­no il dibat­ti­to sul­la vio­len­za sul­le don­ne dal­la auspi­ca­bi­le revi­sio­ne di leg­gi che rischia­no di non tute­la­re abba­stan­za le vit­ti­me a un discor­so xeno­fo­bo che pun­ta esclu­si­va­men­te a risve­glia­re nei let­to­ri un peri­co­lo­so mix di indi­gna­zio­ne e di razzismo.