QUADERNI

«I pull­man dovreb­be­ro arri­va­re que­sto pome­rig­gio e noi sia­mo qui ad aspet­tar­li. Ieri il vica­rio del pre­fet­to ha comu­ni­ca­to che la deci­sio­ne arri­va dal­l’al­to e che quin­di è immo­di­fi­ca­bi­le». A rac­con­tar­mi quel che sta suc­ce­den­do fuo­ri dal cosid­det­to “Hub Mat­tei” di Bolo­gna  è Fran­ce­sca Zalambani 
Que­sta nor­ma sareb­be una ulte­rio­re age­vo­la­zio­ne per gli stra­nie­ri tito­la­ri di gran­di patri­mo­ni in cer­ca del­lo scon­to giu­sto. Da un bel po’ e con mag­gio­re aggres­si­vi­tà dopo la Bre­xit si stan­no mol­ti­pli­can­do le misu­re degli altri Pae­si per atti­ra­re azien­de e resi­den­ti facol­to­si, che in pra­ti­ca si ruba­no con­tri­bu­ti a vicenda 
Nel com­ples­so, le tas­se ambien­ta­li val­go­no 50 miliar­di di euro l’anno, una discre­ta som­ma, pen­se­re­ste. Pec­ca­to che il get­ti­to rac­col­to non abbia una desti­na­zio­ne con­grua rispet­to al prin­ci­pio che lo gene­ra. L’ISTAT atte­sta che solo l’1% cir­ca del get­ti­to del­le impo­ste ambien­ta­li è desti­na­to a finan­zia­re spe­se per la pro­te­zio­ne dell’ambiente.
Si dice che i Social­de­mo­cra­ti­ci abbia­no vin­to in Dani­mar­ca per­ché han­no adot­ta­to una linea intran­si­gen­te sul­l’im­mi­gra­zio­ne. Ma cosa ne pen­sa­no gli scien­zia­ti politici? 
Quan­do gli Sta­ti Uni­ti furo­no attac­ca­ti duran­te la Secon­da guer­ra mon­dia­le nes­su­no chie­se: “Pos­sia­mo per­met­ter­ci di com­bat­te­re la guer­ra?”. Era una que­stio­ne esi­sten­zia­le. Non pote­va­mo per­met­ter­ci di non com­bat­te­re. Lo stes­so vale per la cri­si climatica. 
Il nostro dove­re, come cit­ta­di­ni, è sem­pre e comun­que quel­lo di difen­de­re lo Sta­to di Dirit­to, il nostro siste­ma giu­di­zia­rio, la nostra Costi­tu­zio­ne, per­ché se sal­ta il siste­ma sal­ta, e vale, tutto. 
Il costo ambien­ta­le del­la pla­sti­ca è ampia­men­te noto: iso­le di rifiu­ti in mez­zo agli ocea­ni, disca­ri­che col­me di imbal­lag­gi indi­strut­ti­bi­li. Il costo socia­le del­la pla­sti­ca è inve­ce dif­fi­cil­men­te deter­mi­na­bi­le per­ché ha a che fare con una ristrut­tu­ra­zio­ne inte­ra del set­to­re degli imbal­lag­gi, ove la pla­sti­ca tro­va il suo prin­ci­pa­le impie­go, che non è anco­ra chia­ra­men­te deli­nea­ta nei suoi impat­ti più profondi. 
L’incidente di dome­ni­ca, in cui una nave da cro­cie­ra si è schian­ta­ta con­tro la ban­chi­na di San Basi­lio, è solo una del­le con­se­guen­ze del traf­fi­co del­le gran­di navi in Lagu­na. Dram­ma­ti­ca, imme­dia­ta­men­te visi­bi­le, di impat­to media­ti­co ed emo­ti­vo: cata­liz­za quin­di l’attenzione dei media e del­le auto­ri­tà e impo­ne un’accelerazione del­le deci­sio­ni, nell’ottica di un inter­ven­ti­smo emer­gen­zia­le tipi­co del qua­dro italiano. 
Con­fi­dia­mo nel­la volon­tà del­le isti­tu­zio­ni di impe­gnar­si a fon­do ver­so solu­zio­ni con­cre­te al pro­ble­ma e non di par­te­ci­pa­re ad even­ti simi­li col solo fine di ripu­li­re la pro­pria imma­gi­ne attra­ver­so un gree­n­wa­shing tan­to effi­ca­ce in cam­pa­gna elet­to­ra­le quan­to inu­ti­le ai cit­ta­di­ni e alla qua­li­tà dell’ambiente in cui viviamo. 
L’i­ni­zia­ti­va è salu­ta­ta con favo­re da tut­ta la comu­ni­tà soste­ni­bi­le ita­lia­na e sono mol­te le per­so­ne che si sono già atti­va­te, postan­do la foto di uno dei sim­bo­li del­la ridu­zio­ne del con­su­mo di pla­sti­ca: la loro bor­rac­cia. Qual­co­sa di tan­to bana­le quan­to estra­neo dal­le abi­tu­di­ni di mas­sa: usa­re una bor­rac­cia signi­fi­ca evi­ta­re di pro­dur­re rifiu­ti per milio­ni di bot­ti­gliet­te ogni gior­no. Se ci fer­mia­mo un atti­mo a pen­sa­re, è sem­pli­ce­men­te fol­le che sia­no così in pochi a farlo.