Legalità

Onorare Peppino con il dovere della curiosità

Pep­pi­no Impa­sta­to non era un bal­dan­zo­so gio­va­not­to impe­gna­to nel per­cu­la­re il mafio­so di quar­tie­re e nem­me­no un aspi­ran­te uomo di spet­ta­co­lo incap­pa­to in una brut­ta sto­ria. Pep­pi­no Impa­sta­to è sta­to un pen­sa­to­re, un atti­vi­sta. In poche paro­le un politico.

Inseguire Salvini nel Far West

In Com­mis­sio­ne Giu­sti­zia alla Came­ra si rischia di rea­liz­za­re i sogni dei novel­li John Way­ne, dal­la Lega a Fra­tel­li d’I­ta­lia. Ma l’i­ni­zia­ti­va è del respon­sa­bi­le Giu­sti­zia del Par­ti­to Demo­cra­ti­co, David Ermi­ni, avvo­ca­to penalista.

In marcia contro il caporalato

[vc_row][vc_column][vc_column_text css=”.vc_custom_1491557856687{margin-top: 20px !important;}”][/vc_column_text][vc_column_text]Si chia­ma capo­ra­la­to ma c’è den­tro un bel maz­zo di que­stio­ni che ci stan­no ter­ri­bil­men­te a cuo­re: c’è il lavo­ro svi­li­to che con­si­de­ra le per­so­ne un tan­to al chi­lo, c’è la cri­mi­na­li­tà che si orga­niz­za tra i buchi dei man­ca­ti con­trol­li, c’è l’immi­gra­zio­ne che diven­ta mano­va­lan­za a dispo­si­zio­ne del­le mafie e c’è …

In mar­cia con­tro il capo­ra­la­to Leg­gi altro »

Vicini a Don Ciotti in questo splendido 21 marzo

Non si può non osser­va­re con il cuo­re gon­fio le imma­gi­ni che ci arri­va­no in que­ste ore da tut­te le cit­tà d’I­ta­lia per la gior­na­ta in ricor­do del­le vit­ti­me (inno­cen­ti, anche se nel­la leg­ge la paro­la “inno­cen­ti” han­no volu­to dimen­ti­car­se­la) di mafia. Solo a Locri sono in 25mila a mani­fe­sta­re per le vie del­la cit­tà in nome di una cul­tu­ra del­la lega­li­tà che, come dice Don Ciot­ti, ” non è solo rispet­to del­le leg­gi ma la pos­si­bi­li­tà di anda­re avan­ti con prin­ci­pi di soli­da­rie­tà, e per dare un futu­ro miglio­re sopra­tut­to ai nostri giovani”.

Per una riforma che sia strumento di democrazia

Nel­la pras­si del pro­ces­so le ingiu­sti­zie e le discri­mi­na­zio­ni si cri­stal­liz­za­no. Cor­rot­ti e cor­rut­to­ri, uti­liz­za­to­ri di risor­se pub­bli­che per fini pri­va­ti sono i più for­ti. All’altro estre­mo i pove­ri e i disa­gia­ti. E’ come ave­re due pro­ces­si pena­li diver­si. Pen­sia­mo per esem­pio agli immi­gra­ti: arre­sto, con­va­li­da, rapi­da discus­sio­ne e con­dan­na. E stia­mo par­lan­do di un “rea­to” che potreb­be non esser­lo nel­la sua acce­zio­ne sostan­zia­le. Per altri inve­ce abbia­mo pro­ces­si ultra garan­ti­ti e lun­ghis­si­mi. Il pro­ces­so rima­ne tec­ni­ca men­tre il dirit­to sostan­zia­le dovreb­be man­te­ne­re la sua fun­zio­ne di inter­pre­ta­zio­ne del­la real­tà e del­le con­dot­te uma­ne alla luce del dirit­to. Il pro­ces­so dovreb­be quin­di man­te­ne­re fun­zio­ne di stru­men­to di demo­cra­zia per rista­bi­li­re la veri­tà in nome del popolo.