Renzi

Il tutto e il nulla

Se tut­to è cal­co­lo fin dal­l’i­ni­zio, e si tra­scu­ra­no le que­stio­ni di fon­do, la sostan­za del­le pro­po­ste, le pro­mes­se man­ca­te, il cal­co­lo si rove­scia imme­dia­ta­men­te. È suc­ces­so in Fran­cia: Valls, una del­le cami­cie bian­che del­la ker­mes­se ren­zia­na di qual­che tem­po fa, ha per­so, ben­ché si pre­sen­tas­se come quel­lo più in gra­do di vin­ce­re, di par­la­re al cen­tro, di tene­re quel­la ragio­ne­vo­le ambi­gui­tà che con­sen­te di fare all’ap­pel­lo ai voti uti­li. Solo che non sono uti­li, e lo han­no già dimo­stra­to negli anni di gover­no del­le cami­cie bian­che. E rischia­no di non esser­ci nem­me­no i voti.

Hanno fatto arrabbiare tutti, ma non cambia niente

Men­tre la con­trat­ta­zio­ne sul­la mobi­li­tà pro­se­gue ver­so una fir­ma con le 00.SS. atte­sa in set­ti­ma­na, ieri è arri­va­ta la pro­po­sta del Miur rispet­to alla “chia­ma­ta per com­pe­ten­ze”, meglio nota come “chia­ma­ta diret­ta” dei Diri­gen­ti Sco­la­sti­ci, di cui tan­to abbia­mo let­to e scrit­to a set­tem­bre. E, incre­di­bil­men­te, la pro­po­sta del Miur è la stes­sa del­lo scor­so anno: pre­ve­de cioè un col­lo­quio col Diri­gen­te e l’assegnazione di inca­ri­co sen­za una gri­glia di cri­te­ri ogget­ti­vi. Ancora!

Mettiamoci al lavoro #nelmerito sul lavoro (con o senza referendum)

Pos­si­bi­le — a par­ti­re dal suo Comi­ta­to scien­ti­fi­co — è pron­to a lan­cia­re un focus di appro­fon­di­men­to, comu­ni­ca­zio­ne e mobi­li­ta­zio­ne sul­la que­stio­ne, fin da ora, accom­pa­gnan­do con pre­ci­se infor­ma­zio­ni, denun­ce pun­tua­li e, come si suol dire, gli oppor­tu­ni chia­ri­men­ti la cam­pa­gna refe­ren­da­ria e, in ogni caso, politica.

Arriva Smemory! Il gioco da tavolo per passare indenni le feste natalizie (ed essere pronti per il 2017)

Abbia­mo rispol­ve­ra­to per voi un clas­si­co del gene­re, adat­tan­do­lo alle cir­co­stan­ze poli­ti­che del momen­to. Nasce così Sme­mo­ry (copy­left di Pos­si­bi­le)! Il gio­co che eser­ci­ta la memo­ria met­ten­do a con­fron­to le dichia­ra­zio­ni dei nostri poli­ti­ci con le con­se­guen­ti azio­ni che han­no (non) praticato.

Pastorino: «Votiamo convintamente no: non c’è nessuna discontinuità con il Governo precedente, è un esercizio di potere per il potere»

Non abbia­mo ascol­ta­to una sola paro­la di ripen­sa­men­to da par­te del pre­mier Gen­ti­lo­ni sul­le poli­ti­che por­ta­te avan­ti dal Gover­no Ren­zi né un’analisi seria e dove­ro­sa sul voto refe­ren­da­rio. Solo elo­gi men­tre i nume­ri e la real­tà ci par­la­no di un’altra nar­ra­zio­ne, di un altro Pae­se in cri­si pro­fon­da. Basta que­sto a far­ci vota­re con­vin­ta­men­te no alla fiducia.

Squadra che perde non si cambia

Dove­va esse­re un Gover­no di tran­si­zio­ne che avreb­be dovu­to por­ta­re il Pae­se alle urne con una nuo­va leg­ge elet­to­ra­le. Inve­ce l’unica tran­si­zio­ne di rilie­vo riguar­da Alfa­no che vie­ne pro­mos­so mini­stro degli Este­ri, come ave­va­mo predetto.

La sera leoni, al mattino Gentiloni

Gen­ti­lo­ni ha in que­sto momen­to la qua­li­tà indi­spen­sa­bi­le per poter ambi­re al ruo­lo di Pre­si­den­te del Con­si­glio poi­ché non fa ombra a Ren­zi eppu­re lo rap­pre­sen­ta, un po’ come quan­do l’al­le­na­to­re vie­ne espul­so e rima­ne il secon­do in pan­chi­na filo­col­le­ga­to con la tribuna.

Tutta colpa di Pisapia (e di chi gli dà retta)

Tele­fo­na­to sin dal­l’an­no scor­so è arri­va­to pun­tua­le il soc­cor­so aran­cio di Pisa­pia a Ren­zi, oggi, a mez­zo stam­pa, con l’an­nun­cio di voler costrui­re un cam­po pro­gres­si­sta che abbia come mis­sion quel­la di allear­si strut­tu­ral­men­te col Pd.