Costituzione

Tempi duri per il diritto, ma conserviamo la fiducia

Sono due le noti­zie “giu­ri­di­ca­men­te” rile­van­ti del­la gior­na­ta. La pri­ma si rica­va da un’intervista del pre­mier di fat­to, quel­lo che alza la voce, Mat­teo Sal­vi­ni, che sul tema dei migran­ti met­te all’indice un nuo­vo nemi­co, la “lob­by degli avvo­ca­ti d’ufficio”. Dice Sal­vi­ni che il 99% di quel 58% di richie­den­ti asi­lo che si vedo­no respingere …

Tem­pi duri per il dirit­to, ma con­ser­via­mo la fidu­cia Leg­gi altro »

Pane e Costituzione: il Primo Maggio Possibile.

Imma­gi­na­te un posto (sce­glie­te voi la lati­tu­di­ne, dal pae­se abbar­bi­ca­to sul­la cima di una mon­ta­gna, alla cit­tà metro­po­li­ta­na, dall’isola meta di turi­sti, alla cam­pa­gna coper­ta di agru­me­ti) in cui, pen­sa­te un po’, a tut­ti i lavo­ra­to­ri sia rico­no­sciu­to il dirit­to ad una retri­bu­zio­ne pro­por­zio­na­ta alla quan­ti­tà e qua­li­tà del suo lavo­ro e in ogni caso …

Pane e Costi­tu­zio­ne: il Pri­mo Mag­gio Pos­si­bi­le. Leg­gi altro »

Un Manifesto decisamente costituzionale

La lun­ga discus­sio­ne di saba­to scor­so a Mila­no sul Mani­fe­sto di Pos­si­bi­le è sta­ta per me un momen­to di gran­de sod­di­sfa­zio­ne anche come costi­tu­zio­na­li­sta. È un bel modo di festeg­gia­re gli ormai pros­si­mi settant’anni del­la nostra Costi­tu­zio­ne, in modo dav­ve­ro non mera­men­te ritua­le (come temo inve­ce che acca­drà in mol­te sedi).

Torniamo nelle piazze per la promozione dei valori costituzionali

La “Costi­tuen­te mobi­le” attra­ver­se­rà il Pae­se subi­to dopo il 25 apri­le, per l’e­li­mi­na­zio­ne dei pri­vi­le­gi del siste­ma poli­ti­co, per la pro­mo­zio­ne degli stru­men­ti di ugua­glian­za e di par­te­ci­pa­zio­ne (dal­le leg­gi di ini­zia­ti­va popo­la­re alla Mor­ta­ti fino al Refe­ren­dum Act dei Radi­ca­li), per rida­re fia­to alle nostre isti­tu­zio­ni e recu­pe­ra­re fidu­cia nei loro con­fron­ti, attra­ver­so il con­sen­so infor­ma­to dei cittadini.

La questione

Le per­so­ne si sen­to­no lon­ta­ne dai luo­ghi del­le deci­sio­ni, non rap­pre­sen­ta­te da una poli­ti­ca che appa­re pre­sta­re nome ad altri ben influen­ti sog­get­ti deci­sio­na­li. E qui la que­stio­ne costi­tu­zio­na­le si inter­se­ca con la que­stio­ne poli­ti­ca ed eco­no­mi­ca. In una paro­la, la que­stio­ne diven­ta democratica.

Non bastava un sì. E non basta un no. Si riparte.

Ripar­tia­mo subi­to, dal no al noi, per pas­sa­re dal­la dife­sa del­la Costi­tu­zio­ne alla cre­sci­ta di una comu­ni­tà che è viva e che si è cemen­ta­ta in mesi di cam­pa­gna ser­ra­tis­si­ma. Ripar­tia­mo dal­l’im­pe­gno di semi­na­re un pro­get­to che, nono­stan­te in mol­ti si sia­no impe­gna­ti (e lo faran­no anco­ra) a bana­liz­za­re, sta tut­to nel­le poli­ti­che dei nostri comi­ta­ti, negli stu­di dei nostri scrit­ti, nel­le pro­po­ste dei nostri par­la­men­ta­ri e in tut­to quel­lo che c’è da fare e che faremo.

Un freno necessario, per una questione di salute

E’ così che il gran­de rot­ta­ma­to­re, il gran­de stra­te­ga, il gran­de comu­ni­ca­to­re, quel­lo che avreb­be cam­bia­to per sem­pre la poli­ti­ca ita­lia­na, è cadu­to. Ed è cadu­to male. Dopo due annet­ti. Un altro gover­nic­chio da pri­ma o da secon­da repub­bli­ca. Que­sta è la vera bef­fa. Il dan­no, inve­ce, ce lo sia­mo rispar­mia­ti. E que­sto è il dato da cui ripartire.

Tutte le contraddizioni del Senato non elettivo

Per mesi i soste­ni­to­ri del­la rifor­ma ci han­no rac­con­ta­to che il Sena­to non era e non pote­va esse­re elet­ti­vo. E’ anco­ra non elet­ti­vo, eppu­re ci rac­con­ta­no il con­tra­rio, smen­ten­do l’i­dea che era alla base del­la rifor­ma stessa.