Tempi duri per il diritto, ma conserviamo la fiducia

Sono due le noti­zie “giu­ri­di­ca­men­te” rile­van­ti del­la giornata.

La pri­ma si rica­va da un’intervista del pre­mier di fat­to, quel­lo che alza la voce, Mat­teo Sal­vi­ni, che sul tema dei migran­ti met­te all’indice un nuo­vo nemi­co, la “lob­by degli avvo­ca­ti d’ufficio”.

Dice Sal­vi­ni che il 99% di quel 58% di richie­den­ti asi­lo che si vedo­no respin­ge­re la doman­da fa ricor­so in auto­ma­ti­co per­ché lo Sta­to garan­ti­sce loro un avvo­ca­to d’ufficio “paga­to da tut­ti noi”.

Anche in que­sto caso emer­ge, risal­ta e risplen­de l’ignoranza del nostro mini­stro in mate­ria, posto che, a mon­te, l’avvocato d’ufficio, che è quel­lo che vie­ne nomi­na­to da un appo­si­to elen­co di avvo­ca­ti che dan­no dispo­ni­bi­li­tà quan­do l’imputato non ne ha nomi­na­to, o non ne vuo­le nomi­na­re, uno di fidu­cia, per­ché il nostro ordi­na­men­to non pre­ve­de che si pos­sa­no pro­ces­sa­re le per­so­ne sen­za dife­sa tec­ni­ca, non è affat­to paga­to dal­lo Sta­to, ma dal clien­te.

E se il clien­te non paga, l’avvocato d’ufficio ha lavo­ra­to gra­tis.

In real­tà Sal­vi­ni vole­va for­se rife­rir­si all’avvocato in gra­tui­to patro­ci­nio, che lo Sta­to effet­ti­va­men­te for­ni­sce ai meno abbien­ti, seguen­do il det­ta­to di cui all’art. 24 com­ma 3 del­la Costi­tu­zio­ne del­la Repub­bli­ca e indi­pen­den­te­men­te dal colo­re del­la loro pel­le o dal­la loro pro­ve­nien­za, quin­di anche ai pada­ni doc: “Sono assi­cu­ra­ti ai non abbien­ti, con appo­si­ti isti­tu­ti, i mez­zi per agi­re e difen­der­si davan­ti ad ogni giu­ri­sdi­zio­ne”.

Eppu­re l’istituto in que­stio­ne, uno dei tan­ti di cui ci dovrem­mo van­ta­re per il mes­sag­gio di civil­tà giu­ri­di­ca che dif­fon­de, non arric­chi­sce nes­su­no, poi­ché le liqui­da­zio­ni sono asso­lu­ta­men­te mise­re e arri­va­no dopo anni dal­la pre­sta­zio­ne dell’attività pro­fes­sio­na­le.

Quin­di, tan­to per cam­bia­re, il mini­stro dice una scioc­chez­za, ma insie­me a que­sta, fra le righe, gli scap­pa det­ta una verità.

Se il 58% del­le doman­de di asi­lo sono respin­te, signi­fi­ca che il 42% dei richie­den­ti asi­lo si vede acco­glie­re la doman­da, quin­di risul­ta, già ad un pri­mo esa­me, nel­le con­di­zio­ni di cui all’art. 10 sem­pre del­la Costi­tu­zio­ne, cioè si trat­ta di stra­nie­ri ai qua­li è impe­di­to nel pro­prio pae­se “l’ef­fet­ti­vo eser­ci­zio del­le liber­tà demo­cra­ti­che garan­ti­te dal­la Costi­tu­zio­ne ita­lia­na” e che han­no quin­di “dirit­to d’a­si­lo nel ter­ri­to­rio del­la Repub­bli­ca, secon­do le con­di­zio­ni sta­bi­li­te dal­la legge”.

Que­sto signi­fi­ca, ad esem­pio, che su 629 migran­ti del­la Aqua­rius, sta­ti­sti­ca­men­te alme­no 264 ave­va­no dirit­to di asi­lo, e sen­za con­ta­re le doman­de accol­te suc­ces­si­va­men­te, ora solo in Cas­sa­zio­ne, per­ché i sin­ce­ri demo­cra­ti­ci Min­ni­ti e Orlan­do han­no eli­mi­na­to il secon­do gra­do di giudizio.

E que­sto è inte­res­san­te, per capi­re come sia faci­le, alzan­do la voce, sem­pli­ce­men­te toglie­re un dirit­to a chi ce l’ha ma non è in gra­do di far­lo vale­re, per­ché gli è capi­ta­to di fini­re fra gli ulti­mi del­la terra.

La secon­da noti­zia inve­ce riguar­da l’avve­nu­to licen­zia­men­to, con effet­to retroat­ti­vo, del­la mae­stra ele­men­ta­re di Tori­no che era sta­ta fil­ma­ta duran­te una mani­fe­sta­zio­ne, men­tre invei­va con­tro la Poli­zia.

Un prov­ve­di­men­to gra­vis­si­mo, invo­ca­to a gran voce, peral­tro, da altro sin­ce­ro demo­cra­ti­co, già Pre­si­den­te del Con­si­glio, lo stes­so che ha eli­mi­na­to pro­prio gran par­te del­le tute­le con­tro i licen­zia­men­ti illegittimi.

Un prov­ve­di­men­to det­ta­to non dal fat­to in sé, che nel­le mani­fe­sta­zio­ni, o negli sta­di, è piut­to­sto fre­quen­te, ma per la dif­fu­sio­ne media­ti­ca del fil­ma­to ed il suc­ces­si­vo rico­no­sci­men­to, con rela­ti­va gogna.

Non vale la reto­ri­ca su que­sto pun­to, con­te­rà il diritto.

Con­te­rà il fat­to che tut­ti abbia­mo dirit­to di mani­fe­sta­re anche dicen­do scioc­chez­ze, e se com­met­tes­si­mo rea­ti, cir­co­stan­za depre­ca­bi­le, nel caso que­sti rea­ti, insie­me alle scioc­chez­ze, atter­reb­be­ro alla sfe­ra pri­va­ta e non a quel­la lavo­ra­ti­va.

Con­fi­do nell’accertamento in giu­di­zio di que­sti sem­pli­ci prin­ci­pi, a fron­te di un licen­zia­men­to pale­se­men­te infon­da­to, discri­mi­na­to­rio, arbi­tra­rio, puni­ti­vo e in qual­che modo poli­ti­co.

Non ricor­do fasci­sti licen­zia­ti per aver fat­to di peg­gio, vio­lan­do pub­bli­ca­men­te la Costi­tu­zio­ne, e per for­tu­na, per­ché sareb­be assur­do che il loro com­por­ta­men­to aves­se rifles­si sul­la loro vita lavo­ra­ti­va.

Con­fi­do nel dirit­to per­ché non si trat­ta di fare faci­li com­pa­ra­zio­ni da social, ma per­ché nono­stan­te tut­to, cre­do anco­ra nel nostro sistema.

Nono­stan­te le scioc­chez­ze det­te quo­ti­dia­na­men­te dai ministri.

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

Udine, 14 ottobre: in piazza per la Palestina

Abbia­mo appre­so con delu­sio­ne la scel­ta del Sin­da­co di Udi­ne di con­ce­de­re il patro­ci­nio, pre­ce­den­te­men­te nega­to, alla par­ti­ta Ita­lia — Israe­le che si dispu­te­rà a

Regionali Liguria, Conferenza stampa di presentazione lista Alleanza Verdi Sinistra con Orlando, Bonelli, Fratoianni, Druetti

Gio­ve­dì 3 otto­bre alle ore 11.30, a Geno­va nel­la sala del­lo Space4business in via­le Bri­ga­ta Bisa­gno 2/25, con Andrea Orlan­do, can­di­da­to Pre­si­den­te del­la Regio­ne Ligu­ria, Ange­lo Bonel­li, por­ta­vo­ce nazio­na­le di Euro­pa Ver­de; Fran­ce­sca Druet­ti, segre­ta­ria nazio­na­le di Pos­si­bi­le e Nico­la Fra­to­ian­ni segre­ta­rio nazio­na­le di Sini­stra Italiana.