QUADERNI
Non ci interessa passare i prossimi mesi a discutere se allearci con uno o con l’altro solo per fare numero. Non ci interessano i soliti progetti fumosi che non partono mai e, quando partono, non portano da nessuna parte. Noi continuiamo a portare avanti il nostro profilo. Con lo studio, l’approfondimento, la proposta, la comunità.
Ci sono argomenti che nella politica, almeno quella italiana, sembrano tabù: bambine, bambini, adolescenti e le politiche che li riguardano, ad esempio, sono estranei alle visioni delle forze in Parlamento.
Se avessi avuto il suo numero, l’avrei chiamato: “Ma come stravagante? In quale aspetto esattamente? Procedimentale? Sostanziale?”.
“Gli italiani non sono coglioni” ha tuonato il segretario del PD qualche giorno fa. Dal suo punto di vista, invece, bisognerebbe augurarsi di sì. Si dovrebbe sperare che gli italiani non abbiano già capito che questo governo è nato per via di una congiuntura irripetibile, per un fenomeno quasi paranormale che ha visto casualmente coincidere per una volta gli interessi personali di Renzi con quelli del Paese.
In una comunità e in una Repubblica democratica, non può essere additato ad esempio per la cittadinanza l’operato politico e culturale di un fascista dichiarato quale Giuseppe Niccolai
Di fronte a chi è sempre più impegnato a cercare alchimie da laboratorio e alleanze di ogni tipo, a pensare più alla dichiarazione estemporanea che alla visione di società, ad annunciare promesse invece che costruire la proposta, noi lavoriamo per rendere la politica quella casa in cui ciascuno possa sentirsi partecipe di concorrere al cambiamento che è necessario imporre al Paese.
E mentre per i paesi in via di sviluppo, dove la povertà la fa da padrona, esistono programmi volti allo sradicamento della fame e al miglioramento della qualità della vita, gli occidentali si gongolano nella loro sempre-meno-scontata-opulenza e — sebbene vedano i pericoli a cui vanno incontro — tirano dritto, non curanti delle distorsioni causate da scelte individuali, che si traducono in stili di vita pericolosi una volta aggregati al livello globale.
Rilanciamo l’appello delle ONG presenti nel Centro di Accoglienza di Samo, colpito negli scorsi giorni da incendi e da una strutturale crisi di sovraffollamento. 6000 richiedenti asilo, tra cui 300 minori non accompagnati, hanno bisogno di dignità e sicurezza. Ed è compito dell’Europa garantirle.