università

Ministra Grillo, ci risponda: “prima gli italiani” anche nelle scuole di specializzazione di area sanitaria?

In un momen­to in cui non si fa che par­la­re del­la cro­ni­ca caren­za di medi­ci spe­cia­li­sti, del gap sem­pre in aumen­to tra pen­sio­na­men­ti e nuo­vi medi­ci — peg­gio­ra­to da Quo­ta 100, dal ricor­so a medi­ci neo­lau­rea­ti per cer­ca­re di col­ma­re con­cor­si anda­ti a vuo­to e gra­dua­to­rie fini­te trop­po pre­sto per i posti di medi­ci­na d’emergenza …

Mini­stra Gril­lo, ci rispon­da: “pri­ma gli ita­lia­ni” anche nel­le scuo­le di spe­cia­liz­za­zio­ne di area sani­ta­ria? Leg­gi altro »

Intelligenza artificiale: serve una pianificazione seria, non uno spot

Il Mini­stro dell’Istruzione, Uni­ver­si­tà e Ricer­ca Bus­set­ti ha dichia­ra­to sta­mat­ti­na che l’Italia deve pun­ta­re sull’Intel­li­gen­za Arti­fi­cia­le (IA), un “tema del qua­le fino­ra si è par­la­to trop­po poco”. Per que­sto il MIUR ha isti­tui­to un comi­ta­to pres­so la pre­si­den­za il Con­si­glio Nazio­na­le del­le Ricer­che (CNR) e ha pre­vi­sto uno stan­zia­men­to di 4 milio­ni di euro per …

Intel­li­gen­za arti­fi­cia­le: ser­ve una pia­ni­fi­ca­zio­ne seria, non uno spot Leg­gi altro »

F35 versus Università?

Un pae­se non può pro­gre­di­re sen­za ele­va­re le sue com­pe­ten­ze: scuo­la, uni­ver­si­tà e ricer­ca devo­no esse­re al pri­mo posto. Ma for­se l’obiettivo di que­sto gover­no è pro­prio abbas­sa­re que­sto livel­lo, dato che non ha inve­sti­to nean­che su svi­lup­po e inno­va­zio­ne. Non ci resta che assi­ste­re alle fughe ver­so pae­si più acco­glien­ti men­tre noi pun­tia­mo deci­si ver­so una decre­sci­ta infelice.

Numero chiuso: smettetela di prenderci per fessi

I soste­ni­to­ri del nume­ro chiu­so han­no gio­co faci­le nel giu­sti­fi­ca­re la loro posi­zio­ne: il nume­ro di can­di­da­ti è qua­si set­te vol­te quel­lo dei posti dispo­ni­bi­li, e non è che le aule, i docen­ti, i labo­ra­to­ri, le strut­tu­re per i tiro­ci­ni si mol­ti­pli­chi­no per set­te con un col­po di bac­chet­ta magica

Prestito d’onore o prestito di dolore?

Il Gover­no del cam­bia­men­to ha deci­so di com­pie­re un ulte­rio­re pas­so ver­so l’innovazione nel nostro Pae­se. Que­sta vol­ta, toc­ca all’Università: da alcu­ni gior­ni, l’idea lan­cia­ta dall’Esecutivo gial­lo-ver­de è quel­la dell’introduzione del cosid­det­to pre­sti­to d’onore, l’indebitamento stu­den­te­sco, al fine (così si dice) di favo­ri­re l’ingresso agli stu­di uni­ver­si­ta­ri anche ai red­di­ti più bas­si. Pec­ca­to che que­sta ipo­te­ti­ca misu­ra rischi di por­ta­re il livel­lo del­la nostra for­ma­zio­ne supe­rio­re indie­tro di alme­no trent’anni.

Un paese che investe nel sapere

Cre­dia­mo che un innal­za­men­to del livel­lo com­ples­si­vo dell’istruzione gio­ve­reb­be mol­to anche al mon­do dell’impresa: in Ita­lia solo il 25% dei mana­ger, meno del­la metà del­la media euro­pea, ha una lau­rea. Come pen­sia­mo di com­pe­te­re sul mer­ca­to glo­ba­le con que­sti numeri?