Fosca Benne

La lezione del coronavirus: il personale sanitario va protetto

Il 38enne di Codo­gno, il cosid­det­to pazien­te 1, è risul­ta­to posi­ti­vo ai test il 18 feb­bra­io e da quel­la data il nume­ro dei con­ta­gia­ti e dei deces­si non ha fat­to altro che aumen­ta­re: oggi 26 mar­zo in Ita­lia ci sono 80.539 casi con­fer­ma­ti con 8.165 pazien­ti dece­du­ti tra cui si con­ta anche per­so­na­le sani­ta­rio. Mor­ti sul lavo­ro, dunque.

Eh no, Giorgetti: i medici di base non sono affatto superati

La caren­za di medi­ci è già pale­se e si vede nei tan­ti con­cor­si che van­no deser­ti e nel­le chia­ma­te a get­to­ne. Ma se man­che­ran­no medi­ci, e man­che­ran­no sem­pre di più, non c’è di che gioi­re e non sarà inter­net a sor­reg­ge­re in nostro Siste­ma Sani­ta­rio Nazio­na­le: a far­ne le spe­se saran­no i cit­ta­di­ni, i pazien­ti e gli ope­ra­to­ri sani­ta­ri stessi. 

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In un momen­to in cui non si fa che par­la­re del­la cro­ni­ca caren­za di medi­ci spe­cia­li­sti, del gap sem­pre in aumen­to tra pen­sio­na­men­ti e nuo­vi medi­ci — peg­gio­ra­to da Quo­ta 100, dal ricor­so a medi­ci neo­lau­rea­ti per cer­ca­re di col­ma­re con­cor­si anda­ti a vuo­to e gra­dua­to­rie fini­te trop­po pre­sto per i posti di medi­ci­na d’emergenza …

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