Lavoro

“Cambio di corsia”: la Germania di fronte alla sfida dell’inclusione lavorativa

In tede­sco si chia­ma Spur­we­ch­sel, che vuol dire let­te­ral­men­te “cam­bio di cor­sia”: se il migran­te tro­va una stra­da d’ac­ces­so sbar­ra­ta (quel­la del­l’a­si­lo), piut­to­sto che con­se­gnar­lo nel­le mani di capo­ra­li e sfrut­ta­to­ri e del­la cri­mi­na­li­tà orga­niz­za­ta (come in Ita­lia), il gover­no tede­sco gli indi­ca una stra­da alter­na­ti­va (sei mesi di tem­po per tro­va­re un lavo­ro e quin­di con­ti­nua­re a sog­gior­na­re in Ger­ma­nia non più come richie­den­te asi­lo – dinie­ga­to – ma come lavo­ra­to­re stra­nie­ro – integrato).

Perché in Occidente è necessaria una discussione sul lavoro

Dopo il boom digi­ta­le, stan­no arri­van­do la quar­ta, la quin­ta e la sesta rivo­lu­zio­ne indu­stria­le tut­te insie­me (robo­ts, IA, big data e IoT) e stan­no inve­sten­do ogni set­to­re lavo­ra­ti­vo cono­sciu­to. Quan­do si par­la di lavo­ro, si deve pre­scin­de­re dai temi loca­li (aper­tu­re festi­ve, tipo­lo­gie con­trat­tua­li, ecc.) e si deve pen­sa­re al futu­ro del lavoro

Reddito di cittadinanza: il diritto a vivere una vita degna appartiene a tutti

E pri­ma di sper­ti­car­ci in ragio­na­men­ti che poi, in estre­ma sin­te­si, fini­sco­no in un tra­gi­co “pri­ma gli ita­lia­ni”, pro­via­mo a riflet­te­re: una per­so­na ha dirit­to ad una vita digni­to­sa per­ché ha una deter­mi­na­ta nazio­na­li­tà sui docu­men­ti oppu­re, più logi­ca­men­te, per­ché — indi­pen­den­te­men­te dai docu­men­ti — è un esse­re umano?

Diritti e lavoro: le cooperative del precariato

Lavo­ra­re, tal­vol­ta anche di not­te, per una paga di 6 o 6,5 euro all’ora. Di sicu­ro infe­rio­re a qual­sia­si altro dipen­den­te assun­to. Sen­za un con­trat­to, sen­za ave­re la garan­zia di un fis­so men­si­le, sen­za ave­re la cer­tez­za di esse­re richia­ma­ti per lo stes­so mon­te ore il gior­no suc­ces­si­vo. Remu­ne­ra­ti “a cot­ti­mo” si sareb­be det­to fino …

Dirit­ti e lavo­ro: le coo­pe­ra­ti­ve del pre­ca­ria­to Leg­gi altro »

Di Maio senza idee sulla crisi di Bekaert

Nean­che in que­sto caso ci si è posti il pro­ble­ma di come gesti­re il licen­zia­men­to dei lavo­ra­to­ri, qua­li stru­men­ti di sup­por­to dare loro a dispo­si­zio­ne. Sono sta­ti così rapi­di a chie­de­re spie­ga­zio­ni in Euro­pa, il mini­stro e il suo staff, quan­to sono sta­ti inef­fi­ca­ci e pri­vi di idee al tavo­lo del­le trattative.

L’irresistibile tentazione del capitalismo padano

Che cosa signi­fi­ca “lavo­ra­to­ri a rischio”? Leg­gen­do que­sto tito­lo in rela­zio­ne al Decre­to Digni­tà, la pri­ma imma­gi­ne che si for­ma nel­la men­te del let­to­re è che il prov­ve­di­men­to ridu­ca le tute­le dei lavo­ra­to­ri e ren­da la loro con­di­zio­ne più pre­ca­ria di pri­ma. Ma è dav­ve­ro così?