L’irresistibile tentazione del capitalismo padano

Che cosa significa “lavoratori a rischio”? Leggendo questo titolo in relazione al Decreto Dignità, la prima immagine che si forma nella mente del lettore è che il provvedimento riduca le tutele dei lavoratori e renda la loro condizione più precaria di prima. Ma è davvero così?

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Il Decre­to Digni­tà (DL 87/2018), appe­na appro­va­to da entram­be le Came­re e defi­ni­ti­va­men­te con­ver­ti­to in leg­ge, ha crea­to intor­no a sé una cer­ta agi­ta­zio­ne non solo nel mon­do poli­ti­co, ma anche in quel­lo impren­di­to­ria­le.

Già alcu­ne set­ti­ma­ne fa, il Pre­si­den­te del­la Regio­ne Vene­to Luca Zaia cam­peg­gia­va sul­le colon­ne del­le prin­ci­pa­li testa­te del Nor­de­st, facen­do­si capo­fi­la e por­ta­vo­ce del gri­do di allar­me del­le azien­de vene­te che rischia­no di esse­re dan­neg­gia­te dal Decre­to Dignità.

Gri­do di allar­me che è appar­so di nuo­vo in que­sti gior­ni sul Gaz­zet­ti­no e su altre testa­te loca­li, con tito­li che par­la­no di cen­ti­na­ia di “lavo­ra­to­ri a rischio”. A lan­cia­re l’allarme, que­sta vol­ta, è il mana­ge­ment azien­da­le del­la Sti­ga, impor­tan­te socie­tà pro­dut­tri­ce di mac­chi­ne rasaer­ba con sta­bi­li­men­ti nel tre­vi­gia­no e all’estero (Slo­vac­chia e Cina).

Che cosa signi­fi­ca “lavo­ra­to­ri a rischio”? Leg­gen­do que­sto tito­lo in rela­zio­ne al Decre­to Digni­tà, la pri­ma imma­gi­ne che si for­ma nel­la men­te del let­to­re è che il prov­ve­di­men­to ridu­ca le tute­le dei lavo­ra­to­ri e ren­da la loro con­di­zio­ne più pre­ca­ria di pri­ma. Ma è dav­ve­ro così?

Sem­mai il Decre­to Digni­tà (di cui par­la­va­mo anche qui), ripri­sti­nan­do le cau­sa­li attra­ver­so cui il dato­re di lavo­ro deve spie­ga­re l’attivazione di con­trat­ti a tem­po deter­mi­na­to — ma solo al pri­mo rin­no­vo e per dura­te infe­rio­ri a dodi­ci mesi — qua­si cer­ta­men­te cau­se­rà un aumen­to dei flus­si in entra­ta e in usci­ta. Lo sce­na­rio che avre­mo di fron­te sarà: con­trat­ti bre­vi, minor pro­ba­bi­li­tà di ricon­fer­me o pro­lun­ga­men­ti di con­trat­to, tur­no­ver mol­to ele­va­to, minor con­tri­bu­zio­ne e con­se­guen­te mino­ri pro­ba­bi­li­tà di acces­so alla NASpI (per acce­der­vi sono neces­sa­rie alme­no tre­di­ci set­ti­ma­ne di con­tri­bu­zio­ne con­tro la disoc­cu­pa­zio­ne nei quat­tro anni pre­ce­den­ti l’inizio del perio­do di disoccupazione). 

Ma ritor­nia­mo al caso di Sti­ga e al suo gri­do di allarme.

Per dare un qua­dro più com­ple­to, vale la pena nota­re che nell’ultimo eser­ci­zio il grup­po ha rea­liz­za­to un uti­le di qua­si 32 milio­ni di euro, su un fat­tu­ra­to di oltre 450 milio­ni di euro. Un risul­ta­to peral­tro miglio­re rispet­to agli anni pre­ce­den­ti. Non esat­ta­men­te un’azienda in cri­si, dun­que, piut­to­sto una real­tà impren­di­to­ria­le in salu­te che ha pau­ra di per­de­re mar­gi­ne di pro­fit­to e vor­reb­be rispar­mia­re sul costo del lavo­ro. Cosa che evi­den­te­men­te ha potu­to fare fino­ra, usan­do la fles­si­bi­li­tà dei con­trat­ti sta­gio­na­li come stru­men­to per otte­ne­re un van­tag­gio competitivo. 

Quan­do si par­la di “lavo­ra­to­ri a rischio”, per­tan­to, il rischio di cui si par­la nel caso spe­ci­fi­co non è dovu­to a cau­se di for­za mag­gio­re, ad una con­giun­tu­ra di mer­ca­to sfa­vo­re­vo­le o al fat­to che que­sto decre­to peg­gio­ri le tute­le e le con­di­zio­ni con­trat­tua­li dei lavo­ra­to­ri (anzi): il rischio di cui si par­la è sem­pli­ce­men­te quel­lo che di soli­to vie­ne chia­ma­to “rischio d’impresa” (que­sto sco­no­sciu­to), che in que­sto caso l’azienda pre­fe­ri­sce evi­den­te­men­te sca­ri­ca­re sul­le spal­le dei lavo­ra­to­ri, lascian­do­li a casa piut­to­sto che rischia­re di rea­liz­za­re qual­che milio­ne di uti­le in meno (“di tren­ta­due che lui ce n’ha”, si potreb­be dire) assu­men­do­li con con­trat­ti stabili.

Tenu­to in con­si­de­ra­zio­ne che il Decre­to Digni­tà è por­ta­to­re di mag­gior incer­tez­za nel­la pro­se­cu­zio­ne di con­trat­ti di lavo­ro, che le cau­sa­li anda­va­no sì ripri­sti­na­te ma in sede di pri­ma atti­va­zio­ne e non con i rin­no­vi, per­ché Sti­ga annun­cia posti di lavo­ro a rischio? Non è for­se in gra­do que­sta azien­da di giu­sti­fi­ca­re l’accesso ai con­trat­ti a ter­mi­ne? Sti­ga ci sta for­se dicen­do che il ricor­so al tem­po deter­mi­na­to non è sem­pre sta­to giu­sti­fi­ca­to dal­la sta­gio­na­li­tà del lavo­ro e dai pic­chi del­le commesse?

È l’azienda (non il Gover­no) ad ave­re la respon­sa­bi­li­tà nel­la scel­ta degli stru­men­ti che uti­liz­za per assu­me­re il per­so­na­le. Se ha scel­to il tem­po deter­mi­na­to per copri­re lacu­ne nell’organico e quin­di pre­sen­ta­re ai pro­pri sta­ke­hol­ders un cari­co occu­pa­zio­na­le a tem­po inde­ter­mi­na­to mino­re, i costi di que­sta scel­ta devo­no rica­de­re sul mana­ge­ment e non sui lavoratori. 

Pur­trop­po, negli ulti­mi anni, lar­ga par­te del mon­do impren­di­to­ria­le è sta­to inco­rag­gia­to a com­pe­te­re con il mer­ca­to rispar­mian­do sul costo del lavo­ro anzi­ché inve­sten­do, e ha pas­sa­to gli ulti­mi anni ad usa­re stru­men­ti con­trat­tua­li mol­to pre­ca­ri oppu­re assu­me­re lavo­ra­to­ri sta­bi­li — ma con i sol­di del­la col­let­ti­vi­tà anzi­ché con quel­li dell’impresa.

Un atteg­gia­men­to, quel­lo del mana­ge­ment azien­da­le di Sti­ga, che non è diver­sis­si­mo da quel­lo di alcu­ne star del pal­lo­ne, quan­do si tuf­fa­no per ter­ra ed ini­zia­no a roto­lar­si tra atro­ci dolo­ri non appe­na un avver­sa­rio le sfio­ra in area di rigore.

Ovvia­men­te appro­fon­di­re­mo ulte­rior­men­te il tema e man­ter­re­mo i riflet­to­ri pun­ta­ti su que­sta vicen­da, spe­ran­do che i lavo­ra­to­ri del­la Sti­ga non sia­no costret­ti a far­si cari­co ingiu­sta­men­te del rischio di impre­sa che spet­te­reb­be alla pro­prie­tà soste­ne­re.

Coor­di­na­men­to Pos­si­bi­le Vene­to[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

Il quarto Congresso di Possibile, dedicato a Marco Tiberi

Si è aper­to il quar­to Con­gres­so di Pos­si­bi­le, e voglia­mo dedi­car­lo a un ami­co che non c’è più e sul­la cui voce e sul­la cui intel­li­gen­za abbia­mo fat­to così tan­to affi­da­men­to le scor­se vol­te. Mar­co Tibe­ri ci avreb­be mes­so a posto con poche paro­le, andan­do al cuo­re del­le cose, anche quel­le che anco­ra non ave­va­mo pensato.

Discarica di Borgo Montello: le future generazioni meritano un radicale cambio di rotta

Non è più pos­si­bi­le accet­ta­re una mala gestio­ne così gra­ve del­la disca­ri­ca e soprat­tut­to imma­gi­na­re poten­zia­men­ti e modi­fi­che sen­za che sia­no mes­se nero su bian­co anche da un pun­to di vista giu­ri­di­co le respon­sa­bi­li­tà pena­li dei dan­ni ambien­ta­li e alla salu­te che que­sto ter­ri­to­rio sta subendo.