Rom, Maestri: Presentata denuncia di Musli contro Salvini

“È sta­ta appe­na depo­si­ta­ta alla Pro­cu­ra di Roma la denun­cia di Alie­v­ski Musli nei con­fron­ti del mini­stro Mat­teo Sal­vi­ni, dopo le paro­le usa­te nei con­fron­ti dei rom nel­le scor­se set­ti­ma­ne (“paras­si­ti” e “quel­li ita­lia­ni pur­trop­po dob­bia­mo tener­li qui”). Pos­si­bi­le ha mes­so a dispo­si­zio­ne di Alie­v­ski la pro­pria com­pe­ten­za in mate­ria di dirit­ti uma­ni e anti­di­scri­mi­na­to­ria, e l’assistenza lega­le gra­tui­ta”. Lo dichia­ra Andrea Mae­stri, espo­nen­te di Pos­si­bi­le, insie­me alla segre­ta­ria nazio­na­le Bea­tri­ce Bri­gno­ne, annun­cian­do la denun­cia nei con­fron­ti di Sal­vi­ni per la vio­la­zio­ne del­la Costi­tu­zio­ne, oltre che del Testo Uni­co sul­l’Im­mi­gra­zio­ne e del­le nor­me con­tro le discriminazioni.
“Le paro­le di Sal­vi­ni — aggiun­ge Mae­stri — si con­fi­gu­ra­no chia­ra­men­te come un inci­ta­men­to all’o­dio raz­zia­le. E si capi­sce anche il moti­vo per cui la Lega ha rilan­cia­to la volon­tà di inter­ve­ni­re sul­la Leg­ge Man­ci­no: così facen­do si dareb­be mano libe­ra alla peg­gio­re pro­pa­gan­da raz­zi­sta. Quel­la nor­ma non solo deve resta­re intat­ta, ma deve esse­re appli­ca­ta in tut­ti i casi di raz­zi­smo e xenofobia”.

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500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

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Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

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“Modello Saluzzo”, Giulia Marro, consigliera regionale AVS-Possibile: Non possono essere i lavoratori a pagare un sistema produttivo insostenibile

Pur rico­no­scen­do gli sfor­zi fat­ti e i risul­ta­ti rag­giun­ti negli anni, è impor­tan­te non dimen­ti­ca­re che l’ac­co­glien­za tem­po­ra­nea dei lavo­ra­to­ri sta­gio­na­li in dor­mi­to­ri, pale­stre, con­tai­ner dif­fi­cil­men­te si avvi­ci­na a quan­to que­ste per­so­ne imma­gi­na­no per sé stes­se e il loro futu­ro.  Viag­gia­re ogni anno tra Rosar­no e Saluz­zo, ritro­var­si in situa­zio­ni abi­ta­ti­ve insta­bi­li, dor­mi­re su bran­di­ne o sul posto di lavo­ro, non ave­re uno spa­zio per cuci­na­re, non ave­re occa­sio­ni di socia­li­tà. Que­sto tipo di vita è una scel­ta o l’u­ni­ca opzio­ne? È giu­sto che si lodi il model­lo Saluz­zo e si smet­ta di imma­gi­na­re qual­co­sa di miglio­re? Pos­sia­mo sere­na­men­te accon­ten­tar­ci che a per­de­re sia­no i lavo­ra­to­ri a bene­fi­cio del­le aziende?