QUADERNI

Anche se la vio­len­za ses­sua­le con­tro i mino­ri non è un feno­me­no nuo­vo pur­trop­po ci sono anco­ra mol­te situa­zio­ni pre­giu­di­zie­vo­li per i mino­ri che non sono sta­te riconosciute. 
Sem­pre più eri­trei sono in fuga dal regi­me san­gui­na­rio. Nono­stan­te ciò Ita­lia e Unio­ne Euro­pea han­no aper­to linee di cre­di­to ver­so Asmara. 
Se i nuo­vi ammi­ni­stra­to­ri saran­no in gra­do di ammi­ni­stra­re come si deve la cit­tà anche i cit­ta­di­ni tor­ne­ran­no ad ave­re fidu­cia nel­la poli­ti­ca loca­le, come dimo­stra la vit­to­ria di Cate­ri­na Moli­na­ri, pri­ma sin­da­ca don­na del Comu­ne alle por­te di Milano. 
Un’e­sta­te di par­te­ci­pa­zio­ne e mobi­li­ta­zio­ne che riguar­da cia­scu­no di noi, sen­za ecce­zio­ni: i tem­pi ci dico­no che è il momen­to di agi­re, sen­za aspet­ta­re che lo fac­cia­no altri per noi. 
In un can­tie­re par­la­men­ta­re aper­to, come quel­lo sul­la lega­liz­za­zio­ne del­la can­na­bis, la let­tu­ra del libro “Proi­bi­zio­ni­smo, Cri­mi­na­li­tà, Cor­ru­zio­ne”, a cura di Maria Anto­niet­ta Fari­na Coscio­ni e Car­la Ros­si, diven­ta pre­zio­sa, per­ché all’approccio ideo­lo­gi­co del proi­bi­zio­ni­smo con­trap­po­ne la serie­tà e l’umiltà ope­ro­sa del meto­do scientifico. 
Scrit­to per rime­dia­re al disa­stro del­le obbli­ga­zio­ni secon­da­rie rifi­la­te a inve­sti­to­ri igna­ri, il decre­to ban­che appro­da­to in aula per la con­ver­sio­ne in real­tà con­tie­ne le enne­si­me misu­re a favo­re degli inte­res­si del­le banche. 
Par­ti­ti, asso­cia­zio­ni, sin­da­ca­ti, stu­den­ti, lavo­ra­to­ri, sem­pli­ci cit­ta­di­ni. Orga­niz­zia­mo assem­blee pub­bli­che, discu­tia­mo, sten­dia­mo una piat­ta­for­ma comu­ne ed il più pos­si­bi­le coin­vol­gen­te, al di là degli stec­ca­ti e degli inte­res­si particolari. 
Caro Pablo, alla vigi­lia del voto in Spa­gna che ci augu­ria­mo offra la pos­si­bi­li­tà di un cam­bia­men­to, ti scri­vo per chie­der­ti di affron­ta­re la sfi­da che ave­te lan­cia­to nel vostro pae­se anche a livel­lo europeo. 
E ora che suc­ce­de? sem­bra esse­re la doman­da del gior­no dopo. In ter­mi­ni di pro­ce­du­ra, la rispo­sta si tro­va nell’articolo 50 del Trat­ta­to di Lisbo­na. Ma il tema vero sarà la gestio­ne poli­ti­ca di que­sta cri­si dai con­tor­ni ine­di­ti e dagli esi­ti incerti. 
Giu­sep­pe Civa­ti a soste­gno di Pode­mos per le ele­zio­ni di dome­ni­ca 26 giu­gno in Spa­gna. “Por un cam­bio en Euro­pa #Toge­ther­Po­de­mos”
Non è più il tem­po dei distin­guo e di cer­ca­re ‘pia­ni B’, e nem­me­no biso­gna abban­do­nar­si alla pau­ra e allo scon­for­to. È il tem­po di una gran­de mobi­li­ta­zio­ne poli­ti­ca che coin­vol­ga diret­ta­men­te i cit­ta­di­ni. La nota del segre­ta­rio nazio­na­le di Pos­si­bi­le Pip­po Civati. 
In tan­tis­si­mi han­no vota­to ieri con­tro il gover­no e con­tro l’establishment, legan­do l’uscita dall’Ue a un più gene­ra­le riget­to del­le con­di­zio­ni eco­no­mi­che del paese. 
Bom­be e accor­di mili­ta­ri ita­lia­ni con­ti­nua­no a favo­ri­re regi­mi auto­ri­ta­ri e con­flit­ti, men­tre la tra­spa­ren­za è sem­pre più com­pro­mes­sa. Una situa­zio­ne inac­cet­ta­bi­le: Rete Disar­mo fa appel­lo al Par­la­men­to affin­ché ritor­ni ad occu­par­si del­l’ex­port mili­ta­re ita­lia­no per una rigo­ro­sa appli­ca­zio­ne del­la leg­ge 185/90.
La nuo­va leg­ge elet­to­ra­le, appro­va­ta tre­di­ci mesi fa ma non anco­ra appli­ca­bi­le e che nes­sun altro Sta­to – a dif­fe­ren­za di quan­to dice­va­no i suoi soler­ti soste­ni­to­ri – ci ha nel frat­tem­po copia­to, sem­bra già desti­na­ta al tramonto. 
Le cifre sono varia­bi­li tra otto e undi­ci. E cor­ri­spon­do­no ai siria­ni ucci­si dal­la guar­dia di fron­tie­ra tur­ca, nei gior­ni scor­si, men­tre cer­ca­va­no di attra­ver­sa­re il con­fi­ne. L’Osservatorio siria­no per i dirit­ti uma­ni ha docu­men­ta­to la mor­te di cir­ca 60 civi­li siria­ni, sem­pre per mano del­la guar­dia di fron­tie­ra tur­ca. Mar­te­dì sono inter­ve­nu­ta in com­mis­sio­ne LIBE per chie­de­re, anche alla luce di que­sti fat­ti, come si pos­sa rite­ne­re la Tur­chia un pae­se sicuro. 
Una pro­po­sta mol­to sem­pli­ce, ma dal poten­zia­le illi­mi­ta­to: invi­ta­re i rifu­gia­ti nel­le scuo­le a rac­con­ta­re la pro­pria sto­ria. L’e­spe­rien­za di San Minia­to Possibile.