QUADERNI

Il 17 apri­le 2016 il can­di­da­to sin­da­co del Par­ti­to demo­cra­ti­co a Raven­na, Miche­le De Pasca­le, ha visi­ta­to la moschea Atta­qua por­tan­do salu­ti e con­se­gnan­do un dono: un qua­dret­to con “Nove rego­le di civil­tà uni­ver­sa­li” scrit­te per noi, stam­pa­te in modo casa­lin­go e incorniciate. 
L’uo­mo del­le bol­le di sapo­ne che ha deci­so di rispon­de­re con la gen­ti­lez­za che lo con­trad­di­stin­gue ai sopru­si di alcu­ne per­so­ne che dal­l’al­to del­la loro pre­sun­ta supe­rio­ri­tà si sono sen­ti­ti in dove­re di umi­liar­lo, for­se per­ché debo­le, for­se per­ché diverso. 
Non chie­dia­mo un’a­de­sio­ne di mera appar­te­nen­za o di iden­ti­tà: offria­mo una tes­se­ra poli­ti­ca e elet­to­ra­le in sen­so pie­no. Per deci­de­re insie­me. Per far sen­ti­re la pro­pria voce. Per cam­bia­re le cose. 
Pos­si­bi­le ha lascia­to libe­ri i suoi comi­ta­ti di deci­de­re (anche attra­ver­so vota­zio­ni, dove ce n’è sta­to biso­gno), ha soste­nu­to coa­li­zio­ni le più ampie pos­si­bi­li, non ha riven­di­ca­to a sé posi­zio­ni né ruo­li, ha accet­ta­to can­di­da­tu­re pro­po­ste da altri in un cli­ma di tota­le col­la­bo­ra­zio­ne, non ha con­ces­so opa­ci­tà nel rap­por­to con il par­ti­to del­la nazio­ne, non ha dovu­to com­mis­sa­ria­re nes­su­no, come è capi­ta­to a mol­te altre for­ze poli­ti­che, e ha ela­bo­ra­to pro­get­ti par­te­ci­pa­ti­vi e aperti. 
Pochi minu­ti fa la Com­mis­sio­ne di garan­zia degli sta­tu­ti e per la tra­spa­ren­za e il con­trol­lo dei ren­di­con­ti dei par­ti­ti poli­ti­ci ha pub­bli­ca­to sul sito parlamento.it la deli­be­ra con cui comu­ni­ca l’i­scri­zio­ne di Pos­si­bi­le al regi­stro dei par­ti­ti poli­ti­ci riconosciuti. 
Sia­mo da sem­pre rea­li­sti e paci­fi­sti, il 25 apri­le e ogni gior­no. Ci era­va­mo pro­po­sti di orga­niz­za­re una nostra pre­sen­za a Vipi­te­no per cele­bra­re la Libe­ra­zio­ne. Nel­la cit­tà di Alex Lan­ger, a pochi pas­si dal Bren­ne­ro, per costrui­re pon­ti e abbat­te­re muri. 
«Sia­mo qua per festeg­gia­re», rispo­se­ro, «abbia­mo vin­to». «Ave­te vin­to voi? », dis­se il signo­re. «E che cosa avre­ste vin­to? Ho vin­to io. E ora, di cor­sa, via da que­sta piaz­za e ritor­na­te al lavo­ro, cafoni!». 
Men­tre il voto dei tre­di­ci milio­ni che han­no vota­to “Sì” a que­sto refe­ren­dum non con­te­rà nul­la, quel­lo di die­ci milio­ni di elet­to­ri, espres­so nel 2013 a favo­re del­la coa­li­zio­ne di cen­tro­si­ni­stra, ha deter­mi­na­to l’attribuzione del pre­mio di mag­gio­ran­za. Basti pen­sa­re che il cele­bre 40% dei voti otte­nu­to alle ele­zio­ni euro­pee dal Pd cor­ri­spon­de a undi­ci milio­ni di voti.