Acqua pubblica: Civati, il testo in aula tradisce l’esito del referendum

ROMA, 20 APR — “La pro­po­sta di leg­ge in discus­sio­ne in aula per “la gestio­ne pub­bli­ca del­le acque” così com’è tra­di­sce l’e­si­to del refe­ren­dum del 2011, il più par­te­ci­pa­to degli ulti­mi 15 anni, l’u­ni­co ad aver rag­giun­to il quo­rum”. Lo dice l’e­spo­nen­te di Pos­si­bi­le Pip­po Civa­ti.

“Il testo pre­ve­de un’as­se­gna­zio­ne in via diret­ta a socie­tà inte­ra­men­te pub­bli­che o par­te­ci­pa­te dagli enti loca­li sol­tan­to in via prio­ri­ta­ria. In par­ti­co­la­re, poi, è sop­pres­so l’ar­ti­co­lo rela­ti­vo alla ripub­bli­ciz­za­zio­ne del­la gestio­ne del ser­vi­zio idri­co inte­gra­to — par­ti­co­lar­men­te impor­tan­te per rispon­de­re al refe­ren­dum del 2011 — che pre­ve­de­va l’as­sog­get­ta­men­to al regi­me del dema­nio pub­bli­co di acque­dot­ti, fogna­tu­re, impian­ti di depu­ra­zio­ne e le altre infrastrutture.

Inol­tre si san­ci­sce l’im­pos­si­bi­li­tà di sepa­ra­re la gestio­ne e l’e­ro­ga­zio­ne del ser­vi­zio e il loro neces­sa­rio affi­da­men­to a enti di dirit­to pub­bli­co (spe­ci­fi­can­do la loro man­ca­ta sog­ge­zio­ne al pat­to di sta­bi­li­ta’ inter­no rela­ti­vo agli enti loca­li). Ma modi­fi­che impor­tan­ti han­no riguar­da­to anche il rila­scio e il rin­no­vo del­le con­ces­sio­ni, la cui disci­pli­na vie­ne rimes­sa a un decre­to legi­sla­ti­vo da adot­ta­re entro il 31.12.2016 e sul qua­le sarà impor­tan­te vigilare.

In defi­ni­ti­va, quin­di, il testo sem­bra dav­ve­ro non dare rispo­sta ai milio­ni di ita­lia­ni che han­no vota­to Si’ nel 2011. Eppu­re la mag­gio­ran­za, con la sua tra­di­zio­na­le capa­ci­tà di ascol­to, sta boc­cian­do qua­lun­que ten­ta­ti­vo di miglio­ra­men­to del testo. Ricor­dia­mo come dopo la sen­ten­za n. 199 del 2012, con cui la Cor­te ha dichia­ra­to inco­sti­tu­zio­na­le una nor­ma­ti­va (sui ser­vi­zi pub­bli­ci) simi­le a quel­la abro­ga­ta nel 2011, il legi­sla­to­re dovreb­be fare par­ti­co­la­re atten­zio­ne a dare ade­gua­to segui­to alla volon­tà popo­la­re. Se anche non si pro­fi­las­se l’in­co­sti­tu­zio­na­li­tà del testo, cer­ta­men­te il tra­di­men­to del­la volon­tà popo­la­re è più che manifesto”.

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

Da Angera un messaggio ai governi: meno soldi per le armi

Dal bas­so dob­bia­mo con­vin­ce­re i gover­ni a ripen­sa­re alla pro­pria stra­te­gia. Noi chie­dia­mo che si aumen­ti­no i sol­di per la sani­tà, per l’istruzione, per la ricer­ca, per la cul­tu­ra e per i sala­ri. Non per le armi.”

Se i ver­ti­ci non sono ade­gua­ti, ser­ve che la base glie­lo fac­cia pre­sen­te. È com­pi­to di tut­te e tut­ti noi: con­ti­nuia­mo così.

L'intervento al Consiglio Comunale aperto di Desenzano

La questione del nuovo ospedale di Desenzano è una questione di consumo di suolo

Edi­fi­ca­re un nuo­vo ospe­da­le dove e come pre­ve­de l’attuale ammi­ni­stra­zio­ne regio­na­le signi­fi­ca deva­sta­re la col­li­na del Mon­te Cro­ce, signi­fi­ca costrui­re sopra una fal­da acqui­fe­ra che non potrà esse­re dav­ve­ro pro­tet­ta, signi­fi­ca distrug­ge­re una del­le poche aree di pre­gio rima­ste e sog­get­te a tute­la ambientale.

E allo­ra all’am­mi­ni­stra­zio­ne di Desen­za­no chie­dia­mo se, in nome di meri inte­res­si poli­ti­ci di par­te, sia dav­ve­ro dispo­sta ad asse­con­da­re que­sto progetto.

Se Trasnova è il mittente delle lettere di licenziamento a Pomigliano, il mandante è Stellantis

Se Tra­sno­va è il mit­ten­te del­le let­te­re di licen­zia­men­to alle lavo­ra­tri­ci e ai lavo­ra­to­ri di Pomi­glia­no D’Ar­co, il man­dan­te è Stel­lan­tis con le scel­te e le poli­ti­che attua­te negli ulti­mi anni. Anche per­ché non c’è scu­sa (che sia la neces­sa­ria tran­si­zio­ne eco­lo­gi­ca o il calo del­le ven­di­te) che ten­ga di fron­te a deci­ne di miliar­di di uti­li dal­la fon­da­zio­ne di Stel­lan­tis, di cui alme­no tre per il grup­po Exor, cioè la fami­glia Elkann-Agnelli.