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La #Quarantenadeipiccoli

Lo han­no nota­to in mol­ti dopo l’ultima con­fe­ren­za stam­pa del Pre­si­den­te del Con­si­glio: bam­bi­ni e bam­bi­ne, ragaz­zi e ragaz­ze, sono scom­par­si dall’orizzonte del Gover­no per mesi. Sem­pre uti­li quan­do si trat­ta di fare un po’ di reto­ri­ca sul “futu­ro del Pae­se”, spa­ri­sco­no quan­do si ren­do­no neces­sa­rie com­ples­si­tà e atten­zio­ne per affron­ta­re la loro situa­zio­ne in modo incisivo.

Maturità: tutte le incertezze ai tempi del Coronavirus

L’e­spe­rien­za del­l’E­sa­me di Sta­to, che è sem­pre sta­ta tra­man­da­ta per gene­ra­zio­ni, si bloc­ca nel 2020, e noi sare­mo per sem­pre ricor­da­ti come “i matu­ran­di ai tem­pi covid-19”. Ci sono da por­re alcu­ne doman­de alla Mini­stra Azzo­li­na per­chè per noi matu­ran­di e per i docen­ti, que­sti sono tem­pi difficili. 

Riapertura del Paese: la scuola deve essere al centro

For­se è il momen­to di dire che non si può pen­sa­re alla scuo­la come un mon­do a sé, la scuo­la riguar­da tut­to, dal­la con­ci­lia­zio­ne dei tem­pi di lavo­ro del­le fami­glie alla mobi­li­tà, dai cam­bia­men­ti socia­li a quel­li infra­strut­tu­ra­li, pas­san­do per l’ampliamento del­le dise­gua­glian­ze che si sta veri­fi­can­do con l’emergenza Coronavirus.

Educatori professionali: gli invisibili delle scuole

Secon­do gli ulti­mi dati ISTAT sono cir­ca 50.000 gli edu­ca­to­ri e le edu­ca­tri­ci pro­fes­sio­na­li che ogni gior­no entra­no nel­le scuo­le ita­lia­ne e tra­scor­ro­no mol­te ore in clas­se insie­me ad alun­ni e inse­gnan­ti, con­tri­buen­do alla for­ma­zio­ne dei ragaz­zi e del­le ragaz­ze con disa­bi­li­tà o con biso­gni edu­ca­ti­vi speciali.

La possibilità di studiare tra i bisogni essenziali

In un momen­to in cui si con­ti­nua a lascia­re aper­te fab­bri­che e azien­de non essen­zia­li, e si discu­te di “essen­zia­li­tà” e “fun­zio­na­li­tà”, la repe­ri­bi­li­tà dei libri di testo andreb­be garan­ti­ta (alle­sten­do siste­mi di spe­di­zio­ne sicu­ri per lavo­ra­to­ri e lavo­ra­tri­ci coin­vol­ti in ogni pas­sag­gio) in quan­to beni non mera­men­te fun­zio­na­li, ma indi­spen­sa­bi­li per l’istruzione, per con­sen­ti­re a tut­ti e a tut­te la frui­zio­ne di un dirit­to costi­tu­zio­na­le rico­no­sciu­to anche degli ulti­mi DPCM, il dirit­to allo studio.

La caccia va abolita, non insegnata nelle scuole

Fa rab­bri­vi­di­re l’ultima “spa­ra­ta” (è il caso di dir­lo) dell’assessora vene­ta all’Istruzione Ele­na Donaz­zan che nei gior­ni scor­si, alla fie­ra di Vicen­za Hit Show, si è det­ta favo­re­vo­le all’insegnamento dell’”arte vena­to­ria” nel­le scuo­le, o alme­no alla sua promozione.