Il Patto Repubblicano è il documento fondativo di Possibile, è richiamato nello Statuto e contiene i suoi principi fondamentali tra…
referendum costituzionale
E’ sbagliato banalizzare l’esito del referendum del 4 dicembre riducendolo a un problema di “comunicazione”, come l’ex Premier afferma nella sua ultima intervista. All’interno di una serie di “riforme” che hanno avuto come filo conduttore la “chiusura”, la salvaguardia delle posizioni, quella della Costituzione sia stata correttamente individuata come la riforma pilota.
La democrazia consiste nella possibilità di esprimersi liberamente rispetto ad alternative contrapposte e nel consentire che qualunque sia il risultato tutto proceda regolarmente. Anche grazie alla Costituzione, per l’appunto.
Le persone si sentono lontane dai luoghi delle decisioni, non rappresentate da una politica che appare prestare nome ad altri ben influenti soggetti decisionali. E qui la questione costituzionale si interseca con la questione politica ed economica. In una parola, la questione diventa democratica.
Quella che segue è una risposta a chi oggi sostiene che dobbiamo tornare a unirci per affrontare i populismi. Senza ulteriori commenti.
Esiste in tutto il Paese ed in particolare al Sud e nelle Isole un fortissimo malessere sociale, una rabbia nel sentirsi abbandonati da una politica tutta occupata a guardarsi l’ombelico, incapace di dare risposte alle diseguaglianze crescenti e prodiga di slogan e bonus che non risolvono nulla. Se la politica sarà capace di fare questo, forse la finiremo di dover etichettare come populismo ogni malessere, come protesta ogni richiesta di ascolto.
Il Tour RiCostituente ha totalizzato oltre 200 tappe in circa 6 mesi, compresi due Politicamp, uno a Reggio Emilia e uno…
Noi abbiamo votato No come i giovanissimi, i giovani e via via tutti quelli fino ai 50 anni circa, che hanno votato No in grandissima maggioranza. Abbiamo votato No come i precari, cui erano state promesse certezze e che invece si sono trovati a lavorare a cottimo, pagati con i voucher.
Le dimensioni del No espresso ieri sono una novità per la storia recente del nostro Paese: i numeri dicono chiaramente che si tratta di un voto che va oltre i partiti, un voto «personale ed eguale, libero e segreto», così come lo definisce la Costituzione antifascista.
E’ così che il grande rottamatore, il grande stratega, il grande comunicatore, quello che avrebbe cambiato per sempre la politica italiana, è caduto. Ed è caduto male. Dopo due annetti. Un altro governicchio da prima o da seconda repubblica. Questa è la vera beffa. Il danno, invece, ce lo siamo risparmiati. E questo è il dato da cui ripartire.
All’interno di uno dei più utilizzati social media (Twitter), l’hashtag #RiformaCostituzionale risulta “Sponsorizzato da Basta un Sì”. Questo ci pare violare il divieto, previsto dall’art. 9 della citata legge secondo cui nel giorno precedente e in quelli stabiliti per le elezioni sono vietati i comizi e le riunioni di propaganda elettorale diretta o indiretta, in luoghi pubblici o aperti al pubblici e la nuova affissione di stampati, giornali murali o altri e manifesti di propaganda.
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La fine della campagna referendaria non coincide con la fine dello sforzo profuso da coloro che hanno condotto la campagna per le strade e che nelle prossime ore sorveglieranno sulle operazioni di voto. A loro, il nostro più sentito ringraziamento.
Il numero dei votanti all’estero è completamente inventato. Ci sorprende che Palazzo Chigi abbia fornito dei dati ufficiosi: non è mai successo nella storia repubblicana. E’ molto grave inoltre che un quotidiano abbia diffuso queste stime ufficiose senza che i voti degli italiani all’estero fossero nemmeno arrivati in Italia.
Indispensabile lamentarsi della mancanza di sinistra, del resto: se a qualcuno dei loro affezionati lettori spuntasse la voglia di farsi un giro nel Paese reale (dove a sinistra ci si è consumate le suole a attraversare il Paese “nel merito” come piace a loro) uscendo dall’Italia “secondo Renzi, Repubblica e Calabresi” finirebbero per abbonarsi a Novella 7000 piuttosto che leggere il bollettino di governo.
Domenica 4 dicembre 2016 si svolgeranno le consultazioni referendarie sul testo di riforma costituzionale promosso dal governo di Matteo Renzi. Qui tutte le istruzioni utili.
Vogliamo cittadini, non clienti. Vogliamo sovrani, non fritture. Vogliamo eletti, non nominati. Vogliamo una Costituzione che unisce, non una ‘riforma’…
Vogliamo cittadini, non clienti. Vogliamo sovrani, non fritture. Vogliamo eletti, non nominati. Vogliamo una Costituzione che unisce, non una ‘riforma’…
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Per sostenere una riforma costituzionale (per di più di un terzo della Costituzione) bisognerebbe almeno conoscerla. Nei numerosi dibattiti e incontri di questi lunghi mesi di campagna referendaria abbiamo, invece, constatato il contrario.
Questa mattina abbiamo depositato un’interrogazione al Presidente del Consiglio sulla grave denuncia fatta ieri da un quotidiano circa l’uso dell’elisoccorso di turno dell’Aeronautica militare da parte del premier stesso per spostarsi durante la campagna elettorale.
La Corte Costituzionale non ha fatto altro che il proprio dovere, ed ecco perché la soluzione non stara nelle “grandi riforme” ma nell’approvazione di buone leggi, ben pensate e poi ben scritte, nel rispetto della Costituzione e in particolare di quanto previsto a tutela delle autonomie.