parità
Viviamo in una Paese dove una Ministra si inventa un “Fertility day” ma non riesce a pronunciare il termine “educazione sessuale”, dove i consultori vengono smantellati, dove L’Agenzia italiana del farmaco porta in fascia C, quindi a pagamento, le poche pillole anticoncezionali rimaste in fascia A.
La campagna di Possibile per la parità di genere continua con una proposta di legge che riguarda i salari negli appalti pubblici. L’Italia ormai da troppo tempo sconta un divario enorme con gli altri Paesi europei sul fronte della parità salariale e non rispetta quanto sancito dai Trattati europei e dalla stessa Costituzione.
Nell’interrogazione che abbiamo presentato, a prima firma Beatrice Brignone, si legge che «il montepremi a parità di percorso e di costo d’iscrizione nella stessa disciplina e con la medesima difficoltà è differenziato per l’importo premiale tra competizione maschile e femminile; infatti, il primo premio destinato agli uomini è di euro mille mentre per le donne è di euro quattrocento, per chi si aggiudica il secondo posto agli uomini, è destinato un premio pari a euro seicento e alle donne di euro trecento, e così via».