cultura

La anormalità del lavoro culturale: la fase tre per cambiare le cose

La vera sfi­da è ren­de­re le moda­li­tà di lavo­ro cul­tu­ra­le soste­ni­bi­li per chi le svol­ge. È con­si­de­ra­re a pie­no tito­lo chi svol­ge un lavo­ro cul­tu­ra­le un lavo­ra­to­re e una lavo­ra­tri­ce, con lo stes­so dirit­to di tut­ti gli altri a vive­re del­la pro­pria atti­vi­tà, del pro­prio talen­to ma anche del­la pro­pria formazione

A Roma il 6 ottobre, per la cultura e il lavoro

Sare­mo a Roma il 6 otto­bre, per­ché una mani­fe­sta­zio­ne di piaz­za, uni­ta­ria, che ha nel suo stes­so nome il bino­mio cul­tu­ra e lavo­ro, è oggi neces­sa­ria. Neces­sa­ria per­ché sia­mo con­vin­ti che la cul­tu­ra, que­sto valo­re così gran­de, così ampio, deb­ba usci­re dal dibat­ti­to allo stes­so tem­po reto­ri­co e cini­co in cui è sta­ta con­fi­na­ta per decenni.

Un impegno chiaro per la cultura

Rice­via­mo e ade­ria­mo con con­vin­zio­ne al Mani­fe­sto del CAE — Cul­tu­re Action Euro­pe, che chie­de un impe­gno a soste­ne­re un incre­men­to del­la quo­ta di bilan­cio pub­bli­co dedi­ca­ta alla Cultura

Deriva legalitaria e desertificazione culturale: il caso Roma

Per gover­na­re una cit­tà non basta segui­re le linee gui­da del­la Cor­ti dei Con­ti: ser­ve un ragio­na­men­to d’insieme che por­ti a un pro­get­to ampio. Altri­men­ti il rischio è, come sta acca­den­do, di fare ter­ra bru­cia­ta di tut­te le real­tà socia­li in nome del­le lega­li­tà e del pro­fit­to, pri­van­do di una visio­ne di svi­lup­po socio-cul­tu­ra­le una capi­ta­le euro­pea che rima­ne sem­pre qual­che pas­so indie­tro rispet­to ad altre real­tà inter­na­zio­na­li, e che con­ti­nua ad indie­treg­gia­re ad ogni giro di orologio.

Il lavoro è lavoro: un patto per la dignità dei lavoratori culturali

Il 2 feb­bra­io è sta­to pre­sen­ta­to a Roma alla Came­ra dei Depu­ta­ti il Plac – Pat­to per il lavo­ro cul­tu­ra­le, nato dal­la cam­pa­gna “Mi rico­no­sci? Sono un pro­fes­sio­ni­sta dei Beni Cul­tu­ra­li”. La cam­pa­gna è sta­ta lan­cia­ta per man­te­ne­re alta l’at­ten­zio­ne sul­la que­stio­ne del­le pro­fes­sio­ni dei Beni Cul­tu­ra­li, cate­go­ria che spes­so e volen­tie­ri vede il proprio …

Il lavo­ro è lavo­ro: un pat­to per la digni­tà dei lavo­ra­to­ri cul­tu­ra­li Leg­gi altro »

Le larghe intese per la distruzione di ambiente, cultura e democrazia

Ha radi­ci lon­ta­ne l’attacco all’art. 9 del­la nostra Costi­tu­zio­ne: “La Repub­bli­ca pro­muo­ve lo svi­lup­po del­la cul­tu­ra e la ricer­ca scien­ti­fi­ca e tec­ni­ca. Tute­la il pae­sag­gio e il patri­mo­nio sto­ri­co e arti­sti­co del­la Nazio­ne.” (tra cui va ricom­pre­so l’ambiente) che i nostri costi­tuen­ti inse­ri­ro­no con gran­de lun­gi­mi­ran­za tra i pri­mi in una Car­ta costituzionale.

Classe dirigente, think tank, progetto di governo

Pos­si­bi­le pro­po­ne un per­cor­so cul­tu­ra­le pri­ma che elet­to­ra­le che muo­ve non da oggi. Muo­ve dal lavo­ro pro­get­tua­le coor­di­na­to dal Comi­ta­to scien­ti­fi­co, che Pos­si­bi­le è anche l’unico sog­get­to poli­ti­co ad ave­re intro­dot­to nel pro­prio Sta­tu­to. Alla ricer­ca non solo di paro­le d’ordine (per noi quel­la fon­da­men­ta­le è ugua­glian­za) ma anche dal­la pos­si­bi­li­tà di decli­nar­le in pro­get­ti cre­di­bi­li, soste­ni­bi­li e defi­ni­bi­li in un cor­pus legi­sla­ti­vo che sia coe­ren­te e pron­to all’uso. Un lavo­ro che sap­pia­mo par­zia­le e insuf­fi­cien­te e che infat­ti rilan­cia­mo dal 24 al 26 feb­bra­io, a Roma, in occa­sio­ne del­la tre gior­ni dedi­ca­ta alla Costi­tuen­te del­le idee.