Classe dirigente, think tank, progetto di governo

Possibile propone un percorso culturale prima che elettorale che muove non da oggi. Muove dal lavoro progettuale coordinato dal Comitato scientifico, che Possibile è anche l’unico soggetto politico ad avere introdotto nel proprio Statuto. Alla ricerca non solo di parole d’ordine (per noi quella fondamentale è uguaglianza) ma anche dalla possibilità di declinarle in progetti credibili, sostenibili e definibili in un corpus legislativo che sia coerente e pronto all’uso. Un lavoro che sappiamo parziale e insufficiente e che infatti rilanciamo dal 24 al 26 febbraio, a Roma, in occasione della tre giorni dedicata alla Costituente delle idee.

Sul Fat­to quo­ti­dia­no pro­se­gue la ras­se­gna «Cer­ca­si clas­se diri­gen­te». Rac­co­glie con­tri­bu­ti di chi dice che i par­ti­ti sono igno­ran­ti, iper­tat­ti­ci­sti, inca­pa­ci di costrui­re cul­tu­ra e di dar­si un pro­fi­lo poli­ti­co. E che, come gli stu­den­ti ‘denun­cia­ti’ dai 600 pro­fes­so­ri pro­prio in que­ste ore, non sap­pia­no scri­ve­re e non voglia­no redi­ge­re un pro­get­to di gover­no intor­no al qua­le impe­gnar­si. Qual­cu­no direb­be: «spie­ga­to bene».

Oggi ad esem­pio Nadia Urbi­na­ti spie­ga: «I par­ti­ti ormai si occu­pa­no solo di stra­te­gie elettorali».

Su altre pagi­ne si leg­ge quo­ti­dia­na­men­te di appel­li per la costi­tu­zio­ne di think tank auto­no­mi e libe­ri, capa­ci di pro­get­ta­re solu­zio­ni per il Pae­se che la poli­ti­ca è inca­pa­ce di espri­me­re e sviluppare.

Altri anco­ra spie­ga­no che si deve par­ti­re da Ber­nie San­ders e dal­le «real issues» intor­no alle qua­li costrui­re un pro­gram­ma poli­ti­co capa­ce di inter­lo­qui­re con le persone.

Tut­te cri­ti­che lar­ga­men­te con­di­vi­si­bi­li e esi­gen­ze sacro­san­te a cui è venu­to il momen­to di rispon­de­re con la pra­ti­ca, non solo con la teo­ria.

Pos­si­bi­le pro­po­ne un per­cor­so cul­tu­ra­le pri­ma che elet­to­ra­le che muo­ve non da oggi. Muo­ve dal lavo­ro pro­get­tua­le coor­di­na­to dal Comi­ta­to scien­ti­fi­co, che Pos­si­bi­le è anche l’unico sog­get­to poli­ti­co ad ave­re intro­dot­to nel pro­prio Sta­tu­to. Alla ricer­ca non solo di paro­le d’ordine (per noi quel­la fon­da­men­ta­le è ugua­glian­za) ma anche dal­la pos­si­bi­li­tà di decli­nar­le in pro­get­ti cre­di­bi­li, soste­ni­bi­li e defi­ni­bi­li in un cor­pus legi­sla­ti­vo che sia coe­ren­te e pron­to all’uso.

Un lavo­ro che sap­pia­mo par­zia­le e insuf­fi­cien­te e che infat­ti rilan­cia­mo dal 24 al 26 feb­bra­io, a Roma, in occa­sio­ne del­la tre gior­ni dedi­ca­ta alla Costi­tuen­te del­le idee, a cui sono imme­dia­ta­men­te invi­ta­ti tut­ti colo­ro che pen­sa­no che ci sia un pro­ble­ma di clas­se diri­gen­te, di cul­tu­ra poli­ti­ca, di pre­se di posi­zio­ne chia­re e fer­me, di pen­sa­toi aper­ti e pubblici.

Un per­cor­so che pro­se­gui­rà in tut­ta Ita­lia, alla ricer­ca dei nodi da scio­glie­re e dei modi per scio­glier­li. Se pre­fe­ri­te, pen­san­do a quell’immagine man­zo­nia­na, alle noci da cer­ca­re e, aggiun­gia­mo noi, da rom­pe­re, per­ché dall’individuazione del pro­ble­ma e dal­la denun­cia dei gua­sti si pas­si all’individuazione del­le soluzioni.

Fum­mo tra i pochi a segui­re San­ders fin dall’inizio, quan­do nei son­dag­gi era bas­sis­si­mo, e tut­ti giù a ride­re: sol­tan­to uno come Civa­ti può appas­sio­nar­si alla cam­pa­gna di San­ders, dove vuo­le arri­va­re, tan­to vin­ce la mac­chi­na clin­to­nia­na. Pove­ret­ti. Sap­pia­mo come è anda­ta a finire.

A col­pir­ci furo­no pro­prio le que­stio­ni che San­ders indi­vi­dua­va, il modo di por­le, la ricer­ca di paro­le che entras­se­ro nell’immaginario e nel dibat­ti­to politico.

Ciò che aggiun­gia­mo al think del tank è che ci voglia anche il move (on), ovve­ro la mobi­li­ta­zio­ne, per coniu­ga­re idee e mobi­li­ta­zio­ne. E che per tener­le insie­me sia neces­sa­rio un sog­get­to poli­ti­co che si occu­pi soprat­tut­to di que­sto: di pen­sa­re e di agi­re, coe­ren­te­men­te.

Se vi appas­sio­na­no tut­ti que­sti ele­men­ti, vi aspet­tia­mo a Roma dal 24 al 26 feb­bra­io.

Defi­ni­re­mo insie­me un per­cor­so che affron­ti le #cose­di­fu­tu­ro, a comin­cia­re dal­le emer­gen­ze, con lo sguar­do pro­iet­ta­to non alla pros­si­ma set­ti­ma­na, ma ai pros­si­mi anni.

Se vole­te par­te­ci­pa­re a qual­sia­si ‘tito­lo’ scri­ve­te a italia@possibile.com

P.S.: mol­te per­so­ne com­pe­ten­ti che abbia­mo con­tat­ta­to in que­sti anni ci han­no spie­ga­to che non si fida­no dei par­ti­ti, che un impe­gno poli­ti­co non è com­pa­ti­bi­le con la loro pro­fes­sio­ne e con i loro inca­ri­chi. For­se anche di que­sto si dovreb­be par­la­re: per­ché i par­ti­ti sono brut­ti e cat­ti­vi, soprat­tut­to se quel­li bra­vi e intel­li­gen­ti non vi pren­do­no par­te, dif­fi­dan­do­ne. Pen­sia­mo­ci, appunto.

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