Diritti umani

Jenin, Palestina

Alme­no die­ci pale­sti­ne­si ucci­si fino­ra, tra cui tre mino­ren­ni, l’at­tac­co con­dot­to su lar­ga sca­la alla cit­tà di Jenin, uno dei cen­tri prin­ci­pa­li del nord del­la Cisgior­da­nia, la cata­stro­fe uma­ni­ta­ria del­le miglia­ia di per­so­ne costret­te in que­ste ore ad abban­do­na­re il cam­po pro­fu­ghi del­la cit­tà, che ospi­ta cir­ca 18.000 per­so­ne: sono fat­ti di fron­te ai quali …

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La guerra funziona così

Dopo 16 mesi la guer­ra ha por­ta­to solo distru­zio­ne e mor­te, pro­fu­ghi e cri­si eco­no­mi­ca mon­dia­le, che pote­va­no esse­re evi­ta­ti solo con una inter­po­si­zio­ne di for­ze di pace.
Dopo 16 mesi c’è anco­ra una (ampia e bipar­ti­san) mag­gio­ran­za par­la­men­ta­re che sostie­ne che l’unica pace giu­sta è la vit­to­ria ucrai­na e la ricon­qui­sta da par­te ucrai­na dei ter­ri­to­ri annes­si dal­la Rus­sia, quin­di una situa­zio­ne ogget­ti­va­men­te diver­sa da quel­la in esse­re all’inizio del conflitto.
Che va bene la pace ma pri­ma si vin­ce la guer­ra, una evi­den­te con­trad­di­zio­ne in termini.

La Commissione vara un’economia di guerra

di Ales­san­dro Tin­ti, Euro­pa Pos­si­bi­le Il 9 mag­gio il Par­la­men­to Euro­peo riu­ni­to in ses­sio­ne ple­na­ria ha appro­va­to a lar­ga mag­gio­ran­za la pro­ce­du­ra d’ur­gen­za pro­po­sta dal­la Com­mis­sio­ne Euro­pea per incre­men­ta­re la pro­du­zio­ne di muni­zio­ni pesan­ti e acce­le­rar­ne l’invio in Ucrai­na. Il pia­no, noto come Act in Sup­port of Ammu­ni­tion Pro­duc­tion (ASAP), pre­ve­de lo stan­zia­men­to di un …

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Si scrive “riammissione informale”, si legge “respingimento illegale”

Dopo la stra­te­gia del­la stret­ta ai sal­va­tag­gi del­le ONG e quel­la di asse­gna­re por­ti lon­ta­ni ai sal­va­tag­gi che inve­ce si rie­sco­no ad effet­tua­re, emer­ge un’ul­te­rio­re stra­te­gia del nostro pae­se per gesti­re i flus­si migra­to­ri: le riam­mis­sio­ni infor­ma­li. Sul fron­te nor­di­co, quel­lo del­la rot­ta bal­ca­ni­ca, a novem­bre il gover­no ha riat­ti­va­to le riam­mis­sio­ni “infor­ma­li” tra Italia …

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Palestina, non ci si può voltare dall’altra parte

Sgom­be­ri for­za­ti, demo­li­zio­ni, occu­pa­zio­ni, cen­ti­na­ia di attac­chi con­tro i Pale­sti­ne­si nel­le set­ti­ma­ne pas­sa­te, dedi­ca­te alla rac­col­ta del­le oli­ve, i cui albe­ri spes­so ven­go­no sra­di­ca­ti o bru­cia­ti. Una situa­zio­ne inac­cet­ta­bi­le, che negli ulti­mi gior­ni ha visto un enne­si­mo ina­spri­men­to, con l’o­mi­ci­dio com­piu­to a Huw­wara di un gio­va­ne pale­sti­ne­se, Ammar Mifleh, tre gior­ni fa, un raz­zo lanciato …

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Giustizia per Shireen Abu Akleh

Pri­ma han­no ucci­so #Shi­ree­nA­buA­kleh.  Poi han­no cer­ca­to di incol­pa­re i Pale­sti­ne­si.  Poi han­no assal­ta­to il suo fune­ra­le, han­no qua­si fat­to cade­re la sua bara.  Ora deci­do­no che la sua mor­te non meri­ta nem­me­no un’inchiesta. Una ver­go­gna infi­ni­ta. Non si può rima­ne­re in silenzio.

I richiedenti asilo dovrebbero essere tutti uguali. Ma è davvero così?

Quin­di, si ripe­te, tut­te le per­so­ne che scap­pa­no da una guer­ra o dal­le per­se­cu­zio­ni o dal­la mor­te cer­ta per altre ragio­ni, devo­no esse­re accol­te, però è leci­to por­si una doman­da, guar­dan­do il qua­dro generale.
Sono dav­ve­ro tut­ti uguali?
Stia­mo, come “occi­den­te” in gene­ra­le, trat­tan­do tut­te e tut­ti nel­lo stes­so modo?
Sem­bra di no.

L’unica guerra da fare è quella al riscaldamento globale

L’u­ni­ca guer­ra da fare è quel­la al riscal­da­men­to glo­ba­le, la miti­ga­zio­ne dei cam­bia­men­ti cli­ma­ti­ci è la gran­de sfi­da di que­sto seco­lo. Potre­mo vin­cer­la sol­tan­to evi­tan­do le distra­zio­ni, svi­lup­pan­do cul­tu­ra ambien­ta­le e agen­do in modo con­sa­pe­vo­le e respon­sa­bi­le su lar­ghis­si­ma scala.

Caschi arcobaleno

Se voglia­mo esse­re ade­ren­ti in modo sostan­zia­le alla Car­ta e soprat­tut­to ai suoi prin­ci­pi, che val­go­no più del­le pro­ce­du­re e del­le affer­ma­zio­ni di pote­re, la solu­zio­ne è l’interposizione di una for­za di pace, neu­tra­le, anche sen­za egi­da ONU, che fac­cia fini­re i com­bat­ti­men­ti, garan­ti­sca un ces­sa­te il fuo­co, e che poi ritor­ni a casa con le pro­prie armi dopo che il dia­lo­go e la diplo­ma­zia abbia­no tro­va­to una solu­zio­ne ai pro­ble­mi, che ci sono, ma che tut­ti stan­no bran­den­do in modo stru­men­ta­le per la pro­pria mise­ra propaganda.