Referendum: una mobilitazione straordinaria per la transizione energetica
Quello che abbiamo fatto, raccontato, seminato assieme in queste settimane precedenti al referedum non ce lo toglie proprio nessuno.
Quello che abbiamo fatto, raccontato, seminato assieme in queste settimane precedenti al referedum non ce lo toglie proprio nessuno.
«Siamo qua per festeggiare», risposero, «abbiamo vinto». «Avete vinto voi? », disse il signore. «E che cosa avreste vinto? Ho vinto io. E ora, di corsa, via da questa piazza e ritornate al lavoro, cafoni!».
Per chi crede nella democrazia oltre 15 milioni di elettori (mentre scriviamo) sono un grande risultato. Era un quesito tecnico che è stato strumentalizzato soprattutto dal Governo, ma milioni di italiani hanno comunque reputato che non fosse ‘inutile’ e si sono mobilitati per raggiungere il quorum.
Probabilmente alle 23 avranno votato 15 milioni di persone. Il premier ha vinto le primarie con due milioni di voti, scalzando Letta e quando fece il famoso 40% alle europee erano 11 milioni. I suoi scherani che insultano gli elettori che sono andati a votare dovrebbero andare a nascondersi. Il ‘ciaone’ diventa un arrivederci a ottobre.
Mentre il voto dei tredici milioni che hanno votato “Sì” a questo referendum non conterà nulla, quello di dieci milioni di elettori, espresso nel 2013 a favore della coalizione di centrosinistra, ha determinato l’attribuzione del premio di maggioranza. Basti pensare che il celebre 40% dei voti ottenuto alle elezioni europee dal Pd corrisponde a undici milioni di voti.
Perché le comunità siano autonome dal punto di vista energetico, perché le persone siano libere e si riconoscano nelle istituzioni repubblicane. Contro l’astensione, per la partecipazione delle persone.
Il referendum è una grande opportunità che il fronte politico riformista dovrebbe cogliere per progettare una transizione energetica coerente con gli accordi di Parigi e che avrebbe conseguenze molto positive sulla nostra economia.
È un dato di fatto che molte piattaforme estrattive restino sotto le quote di franchigia. Non ci vuole un genio con Mba ad Harvard per capire che se tu compagnia energetica resti sotto franchigia non pagherai le royalty (pur basse) allo Stato.
Quella che accosta il voto referendario alla morte di Giulio Regeni. Spingersi fino a questo punto sembrava impossibile, e invece: https://twitter.com/GiampaoloGalli/status/720742532473364480 Pronta e senza tentennamenti la risposta di Giuseppe Civati a questa vergognosa provocazione: Solo un’oscena propaganda può associare il nome di Giulio Regeni all’astensione al referendum. Chiediamo rispetto per lui e la sua famiglia. …
L’appello al voto di Giuseppe Civati, Segretario nazionale di Possibile per il Referendum 17 Aprile 2016 contro le trivellazioni in mare.