QUADERNI
Oggi è la Giornata di Prevenzione dello Spreco Alimentare, un fenomeno che ha impatti tangibili sulla vita di tutte e di tutti. I primi a farsene carico sono le fasce più deboli della popolazione: quando si butta via cibo, si toglie la possibilità di redistribuirlo, privando così i più bisognosi dell’accesso alle risorse basilari per il proprio sostentamento.
Junior è un ragazzo che potreste incontrare in metropolitana, mentre ascolta musica con gli auricolari, o all’università, o al bar mentre fate colazione, è un bel ragazzo, i suoi modi sono educati, i capelli colorati e insomma non è diverso da tanti suoi coetanei, anche se non potrebbe esserlo di più, ognuno di noi potrebbe incrociarlo o scambiare con lui qualche parola senza sapere che invece è passato attraverso l’inferno, come racconta nel video che vi proponiamo.
Oggi è la Giornata di Prevenzione dello Spreco Alimentare, un fenomeno che ha impatti tangibili sulla vita di tutte e di tutti. I primi a farsene carico sono le fasce più deboli della popolazione: quando si butta via cibo, si toglie la possibilità di redistribuirlo, privando così i più bisognosi dell’accesso alle risorse basilari per il proprio sostentamento.
L’Italia rinnova gli accordi con la Libia tra imbarazzi, tentativi di minimizzare, falsità, insabbiamenti, delegando così il controllo dei flussi a un Paese terzo, che però non è un Paese nella misura in cui non corrisponde a uno Stato di diritto, a un comune terreno di regole.
«La nostra parte l’abbiamo fatta». Comincia così, con queste parole pronunciate dalla ministra Lamorgese, un articolo pubblicato oggi da Repubblica con il quale si annuncia il fallimento del tavolo congiunto tra Italia e Libia
«La nostra parte l’abbiamo fatta». Comincia così, con queste parole pronunciate dalla ministra Lamorgese, un articolo pubblicato oggi da Repubblica con il quale si annuncia il fallimento del tavolo congiunto tra Italia e Libia
Giunti a questo punto, a poche ore dal rinnovo effettivo e in totale assenza di notizie rispetto alle modifiche portate al testo (se ci saranno, saranno discusse in Parlamento?), non possiamo che chiederci anche noi se, di fronte a palesi e conclamate violazioni dei diritti umani, i parlamentari che sostengono questo governo intendano, e a quali condizioni, chiedere un cambio di rotta. O se preferiscono, altrimenti, continuare a far finta di non sapere.
Giunti a questo punto, a poche ore dal rinnovo effettivo e in totale assenza di notizie rispetto alle modifiche portate al testo (se ci saranno, saranno discusse in Parlamento?), non possiamo che chiederci anche noi se, di fronte a palesi e conclamate violazioni dei diritti umani, i parlamentari che sostengono questo governo intendano, e a quali condizioni, chiedere un cambio di rotta. O se preferiscono, altrimenti, continuare a far finta di non sapere.
Come abbiamo scritto dal primo giorno, quella delle regionali in Emilia-Romagna era una sfida che aveva assunto dimensioni molto più ampie dei suoi confini, che metteva in discussione non solo un modello ma l’esistenza stessa di un’alternativa all’avanzata della destra nel Paese.
Come abbiamo scritto dal primo giorno, quella delle regionali in Emilia-Romagna era una sfida che aveva assunto dimensioni molto più ampie dei suoi confini, che metteva in discussione non solo un modello ma l’esistenza stessa di un’alternativa all’avanzata della destra nel Paese.
Nelle ultime settimane abbiamo registrato l’encomiabile sforzo di Matteo Salvini nel dichiararsi, e nel dichiarare la Lega, non antisemita, tanto da organizzare un convegno sull’analisi delle nuove forme di antisemitismo (disertato dai rappresentati dell’ebraismo italiano e romano). Uno sforzo che non è richiesto a tutti.
Nelle ultime settimane abbiamo registrato l’encomiabile sforzo di Matteo Salvini nel dichiararsi, e nel dichiarare la Lega, non antisemita, tanto da organizzare un convegno sull’analisi delle nuove forme di antisemitismo (disertato dai rappresentati dell’ebraismo italiano e romano). Uno sforzo che non è richiesto a tutti.