QUADERNI

C’è un dibat­ti­to in cor­so sul­lo zuc­che­ro, e noi non ne sap­pia­mo nien­te. Se ne par­la negli Sta­ti Uni­ti, se ne par­la nel Regno Uni­to, addi­rit­tu­ra in Mes­si­co. Ne par­la­no i più rino­ma­ti chef. Il Par­la­men­to Euro­peo discu­te di zuc­che­ro, e vota. O, più pre­ci­sa­men­te, discu­te del con­su­mo di zuc­che­ro, indi­vi­dua­to dall’Organizzazione mon­dia­le del­la sani­tà tra le cau­se dell’obesità infan­ti­le, un feno­me­no in pre­oc­cu­pan­te cre­sci­ta, per con­tra­sta­re il qua­le l’OMS richie­de misu­re che incen­ti­vi­no il con­su­mo di ali­men­ti sani, anche attra­ver­so una «rea­le tas­sa­zio­ne del­le bevan­de zuccherate». 
Abbia­mo assi­sti­to all’ennesimo spot comu­ni­ca­ti­vo del pre­mier Ren­zi, quan­do ha annun­cia­to il Master­plan per il sud, con tan­to di tem­pi­sti­ca fasul­la, all’indomani del gri­do di allar­me di Rober­to Savia­no, segui­to da una mobi­li­ta­zio­ne dei grup­pi diri­gen­ti meri­dio­na­li, per por­ta­re all’attenzione dei media nazio­na­li la nuo­va que­stio­ne meridionale. 
Come annun­cia­to, gli iscrit­ti di Pos­si­bi­le sono con­vo­ca­ti sul­la piat­ta­for­ma onli­ne per espri­me­re il loro voto sul­le varia­zio­ni inse­ri­te nel­lo Sta­tu­to dopo le rac­co­man­da­zio­ni del­la Com­mis­sio­ne di garan­zia degli sta­tu­ti e per la tra­spa­ren­za e il con­trol­lo dei ren­di­con­ti dei par­ti­ti politici. 
L’idea dell’Europa del­le due velo­ci­tà improv­vi­sa­men­te tira­ta fuo­ri dal gover­no e in par­ti­co­lar dal mini­stro Gen­ti­lo­ni è il ten­ta­ti­vo di aggan­cia­re una nar­ra­zio­ne abdi­can­do al ruo­lo fon­da­men­ta­le e sto­ri­co di que­sto pae­se di costrui­re stra­te­gie per l’Europa. Pec­ca­to che que­sta nar­ra­zio­ne sia tos­si­ca per noi. 
Il par­ti­to non si lascia, o for­se sì: baste­reb­be un po’ di sin­ce­ri­tà, ver­so se stes­si, ver­so gli elet­to­ri, che maga­ri lo han­no lascia­to già. 
Pur­trop­po i media nazio­na­li non sem­bra­no curar­si di que­stio­ni come que­ste e ten­do­no a non par­lar­ne, qua­si si trat­tas­se di temi mino­ri, da leg­ge­re solo come col­pi di tea­tro e non come ele­men­ti cen­tra­li del­la vita del­la nostra comunità. 
Ci risia­mo, di nuo­vo una pro­mes­sa. Que­sta vol­ta, però, il Mini­stro Orlan­do pro­met­te solo il “supe­ra­men­to” del rea­to di immi­gra­zio­ne clan­de­sti­na, for­se per­ché la pro­mes­sa di “abro­gar­lo” era fini­ta male, anzi malissimo. 
Il Pre­si­den­te del Con­si­glio è riu­sci­to a met­te­re in ridi­co­lo il Gover­no e in dif­fi­col­tà il Pae­se in un col­po solo. Ora andrà dal­la Mer­kel e mil­lan­te­rà qual­che gran­dio­so accor­do, che la Ger­ma­nia non ci ha mai con­ces­so, non fos­se altro per­ché con­ti­nua inve­ce a con­si­de­rar­ci un con­cor­ren­te, che ha inte­res­se piut­to­sto a contenere. 
Nel­l’in­ter­ro­ga­zio­ne che abbia­mo pre­sen­ta­to, a pri­ma fir­ma Bea­tri­ce Bri­gno­ne, si leg­ge che «il mon­te­pre­mi a pari­tà di per­cor­so e di costo d’iscrizione nel­la stes­sa disci­pli­na e con la mede­si­ma dif­fi­col­tà è dif­fe­ren­zia­to per l’importo pre­mia­le tra com­pe­ti­zio­ne maschi­le e fem­mi­ni­le; infat­ti, il pri­mo pre­mio desti­na­to agli uomi­ni è di euro mil­le men­tre per le don­ne è di euro quat­tro­cen­to, per chi si aggiu­di­ca il secon­do posto agli uomi­ni, è desti­na­to un pre­mio pari a euro sei­cen­to e alle don­ne di euro tre­cen­to, e così via». 
Il caso era esplo­so sin da subi­to: il fami­ge­ra­to bonus da 500 euro per i neo­mag­gio­ren­ni con­fi­gu­ra­va una vera e pro­pria “discri­mi­na­zio­ne di Sta­to”, essen­do desti­na­to sola­men­te alle ragaz­ze e ai ragaz­zi aven­ti cit­ta­di­nan­za ita­lia­na o di Pae­si mem­bri del­l’U­nio­ne Euro­pea, e non a colo­ro che, pur viven­do nel nostro Pae­se, non han­no anco­ra la cittadinanza. 
I Comi­ta­ti lom­bar­di di Pos­si­bi­le dichia­ra­no il pro­prio disap­pun­to per l’uso stru­men­ta­le e pre­ten­zio­so del sim­bo­lo e del­la sede del­la Regio­ne, e chie­do­no il riti­ro del gon­fa­lo­ne di Regio­ne Lom­bar­dia dal­la mani­fe­sta­zio­ne di Roma e lo spe­gni­men­to del­la scrit­ta “Fami­ly Day” sul­la fac­cia­ta del Palaz­zo del­la Regio­ne Lombardia. 
Non voglia­mo che arri­vi­no altri migran­ti che scap­pa­no dal­la fame e dal­la guer­ra. Che muo­ia­no a casa loro. O che muo­ia­no in Tur­chia. O che muo­ia­no nel Medi­ter­ra­neo. Ma pri­ma o poi la sto­ria ci met­te­rà di fron­te alle nostre responsabilità.