Masterplan per il sud: una grande scatola vuota

Abbiamo assistito all’ennesimo spot comunicativo del premier Renzi, quando ha annunciato il Masterplan per il sud, con tanto di tempistica fasulla, all’indomani del grido di allarme di Roberto Saviano, seguito da una mobilitazione dei gruppi dirigenti meridionali, per portare all’attenzione dei media nazionali la nuova questione meridionale.

Rice­via­mo e mol­to volen­tie­ri pubblichiamo.

Abbia­mo assi­sti­to all’ennesimo spot comu­ni­ca­ti­vo del pre­mier Ren­zi, quan­do ha annun­cia­to il Master­plan per il sud, con tan­to di tem­pi­sti­ca fasul­la, all’indomani del gri­do di allar­me di Rober­to Savia­no, segui­to da una mobi­li­ta­zio­ne dei grup­pi diri­gen­ti meri­dio­na­li, per por­ta­re all’attenzione dei media nazio­na­li la nuo­va que­stio­ne meridionale.

La disoc­cu­pa­zio­ne gio­va­ni­le nel mez­zo­gior­no d’Italia toc­ca per­cen­tua­li dav­ve­ro dram­ma­ti­che — par­lia­mo di pun­te del 60% — con con­se­guen­te nuo­va onda­ta di emi­gra­zio­ne ver­so il nord Euro­pa.

I pic­co­li cam­pa­ni­li del sud Ita­lia, sen­ti­nel­le dell’ambiente e del pae­sag­gio, pian pia­no si spo­po­la­no e il degra­do ambien­ta­le avan­za. La cura del patri­mo­nio boschi­vo e l’azione di con­tra­sto al dis­se­sto idro­geo­lo­gi­co han­no lascia­to il posto a pre­oc­cu­pan­ti segna­li dege­ne­ra­ti­vi.

Da tem­po il nostro ama­to sud è fun­zio­na­le alle logi­che nord-cen­tri­che che vedo­no in que­sto pez­zo di Ita­lia il luo­go idea­le ed esclu­si­vo per depo­si­ti di rifiu­ti di ogni gene­re, sfrut­ta­men­to di risor­se natu­ra­li (petro­lio) per fina­li­tà esclu­si­ve ai fab­bi­so­gni dell’industria del nord, per abbas­sa­re i costi del­la bol­let­ta energetica.

In que­sto qua­dro deso­lan­te, il gover­no Ren­zi non ha avu­to il tem­po di pren­de­re in con­si­de­ra­zio­ne seria­men­te la que­stio­ne, sal­vo occu­par­si solo ed esclu­si­va­men­te del­lo Sbloc­ca Tri­vel­le. Anche il tan­to annun­cia­to Master­plan si ridu­ce ad una elen­ca­zio­ne del­lo sta­tus quo, nul­la di posi­ti­vo all’orizzonte se si pen­sa che anche i fon­di dedi­ca­ti al sud ven­go­no uti­liz­za­ti siste­ma­ti­ca­men­te per altre fina­li­tà, nel men­tre i nostri gio­va­ni van­no via e con loro i padri e le madri, sia­mo tor­na­ti indie­tro nel tem­po, i nostri pae­si si riem­pio­no due set­ti­ma­ne all’anno, quan­do i tan­ti che emi­gra­no per moti­vi di lavo­ro ritor­na­no per salu­ta­re i pro­pri cari e per non reci­de­re il filo che li tie­ne lega­ti a cul­tu­ra e tra­di­zio­ni, oltre all’amore per una ter­ra che sen­to­no loro, nono­stan­te que­sta non gli pos­sa dare futu­ro, per col­pa gra­ve dei grup­pi diri­gen­ti del sud e dei gover­ni che si accor­go­no del mez­zo­gior­no solo quan­do c’è da vota­re.

Ci stan­no pre­clu­den­do un futu­ro ma for­se la col­pa è anche un po’ nostra per­ché dele­ghia­mo a rap­pre­sen­tar­ci la peg­gior spe­cie, quel­la clas­se diri­gen­te che arri­va­ta al pote­re dimen­ti­ca le pro­prie ori­gi­ni, le que­stio­ni di una vita, per seder­si como­da­men­te sen­za distur­ba­re il manovratore.

Ora sia­mo tut­ti impe­gna­ti su una agen­da fasul­la, par­lia­mo e spar­lia­mo di ban­che, discu­tia­mo di Euro­pa e abbia­mo dimen­ti­ca­to la dram­ma­ti­ci­tà dei nume­ri che ci con­se­gna­no la mar­gi­na­liz­za­zio­ne di un pez­zo di Ita­lia. Fa como­do tener­ci in una con­di­zio­ne peren­ne di disa­gio, fa como­do rele­gar­ci a ser­ba­to­io di voto clien­te­la­re, fa mol­to como­do che le nostre intel­li­gen­ze vada­no ad espri­mer­si altro­ve per far posto alla medio­cri­tà del­la clas­se diri­gen­te.

Una nuo­va sta­gio­ne di cen­tro sini­stra non può che ini­zia­re da qui, dal­la ela­bo­ra­zio­ne di una pro­gram­ma strut­tu­ra­le per il sud, fat­to di ope­re e infra­strut­tu­re per esal­ta­re le poten­zia­li­tà indi­ge­ne. Un pro­gram­ma stra­te­gi­co per il dis­se­sto idro­geo­lo­gi­co è una gran­de oppor­tu­ni­tà, un pro­gram­ma straor­di­na­rio di lot­ta alla pover­tà è un dove­re, la cura di boschi un gran­de mes­sag­gio al pia­ne­ta. La valo­riz­za­zio­ne del siste­ma agroa­li­men­ta­re e del siste­ma turi­sti­co e cul­tu­ra­le del sud la vera risor­sa per con­vin­ce­re i gio­va­ni ad inve­sti­re le pro­prie cono­scen­ze nel­la pro­pria ter­ra ed evi­ta­re che i padri che inve­sto­no i pro­pri rispar­mi di una vita sui figli, lo fan­no incon­sa­pe­vol­men­te per far svi­lup­pa­re e cre­sce­re, come è sta­to fino a que­sto momen­to, il nord dell’Italia e i pae­si del nord Euro­pa, accre­scen­do così il diva­rio fra un nord avan­za­to ed un sud spo­po­la­to ed impoverito.

Infi­ne, il refe­ren­dum con­tro lo Sbloc­ca Tri­vel­le è una gran­de oppor­tu­ni­tà demo­cra­ti­ca: il sud può esse­re il ser­ba­to­io ener­ge­ti­co nazio­na­le. Dob­bia­mo sola­men­te tra­smet­te­re il mes­sag­gio posi­ti­vo rap­pre­sen­ta­to dal­lo sfrut­ta­men­to del­le fon­ti rin­no­va­bi­li: una gran­de oppor­tu­ni­tà ambien­ta­le, ener­ge­ti­ca ed eco­no­mi­ca. Non per­dia­mo que­sta occa­sio­ne, abbia­mo rac­col­to in pochi gior­ni 350.000 fir­me, pos­sia­mo esse­re pro­ta­go­ni­sti di que­sta nuo­va sta­gio­ne, fac­cia­mo­lo con entu­sia­smo e deter­mi­na­zio­ne.

Comi­ta­to Poli­co­ro Pos­si­bi­le “E. Berlinguer”

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