“Di qua”, “no, di là”. E capita che le strade si dividano

Stiamo parlando della seconda città italiana per abitanti, la capitale economica della nazione, il centro ideale della parte produttivamente più significativa del Paese: si può davvero sostenere che quel accade fra San Siro e Forlanini sia solo una questione locale, quasi si trattasse di una qualsiasi altra realtà di provincia?

«Ecco che uno si distrae al bivio, si per­de. E chi gli dice “Pren­di que­sta” e chi “Pren­di quest’altra”. E uno resta là, stor­di­to. Aspet­ta che le gam­be si muo­va­no da sole». E stor­di­to mi sono sen­ti­to anch’io sta­mat­ti­na, quan­do ho let­to l’intervista al Fat­to quo­ti­dia­no in cui Ser­gio Cof­fe­ra­ti sostie­ne, in sostan­za, che le pri­ma­rie del Pd a Mila­no favo­ri­sca­no il cen­tro­de­stra, e quin­di, è logi­co pen­sa­re, da sini­stra sia meglio tener­se­ne alla lar­ga, e il post/lettera a Pisa­pia di Nichi Ven­do­la su Face­book dove, al con­tra­rio, quel­le stes­se ven­go­no bene­det­te, e non si nascon­de una pre­di­le­zio­ne per una can­di­da­ta in particolare.

Ora, leci­te son tut­te le opi­nio­ni, ma se si è radi­cal­men­te diver­gen­ti sul fat­to che si deb­ba o meno usa­re un meto­do di sele­zio­ne e accom­pa­gnar­si a una coa­li­zio­ne, e si sta nel­lo stes­so movi­men­to poli­ti­co, dove­te ammet­te­re che un po’ di diso­rien­ta­men­to lo si inge­ne­ra. Cof­fe­ra­ti e altri ex Pd, insie­me a Ven­do­la e Sel han dato vita a “Sini­stra Ita­lia­na”. Sul­le pri­ma­rie mila­ne­si, il pri­mo par­la di stru­men­to che aiu­ta gli avver­sa­ri, e dice di uno dei pos­si­bi­li (il pro­ba­bi­le?) vin­ci­to­ri che “la sua sto­ria è quel­la di un uomo di cen­tro­de­stra”, dove non c’è trac­cia di “un’appartenenza di sini­stra”; il secon­do, bene­di­ce quel­le pri­ma­rie e pen­sa che sia­no il modo per garan­ti­re il pro­sie­guo del­la “ano­ma­lia milanese”.

Mi chie­do: che suc­ce­de se vin­ce Sala? Per­ché se san­ti­fi­chi lo stru­men­to che lo sce­glie, poi ne rispet­ti il risul­ta­to, no? Oppu­re, che acca­de se vin­ce la Bal­za­ni; la sostie­ni seb­be­ne hai appe­na det­to che lo stru­men­to che l’ha indi­vi­dua­ta ser­ve a favo­ri­re il cen­tro­de­stra? Capi­te per­ché ho cita­to all’inizio quel poe­ta a cui il lea­der di Sel dedi­ca­va appas­sio­na­te let­tu­re? Per­ché que­sta con­fu­sio­ne stor­di­sce, appunto.

Ven­do­la, poi, defi­ni­sce “ano­ma­lia mila­ne­se” quel­lo che era solo il frut­to di una sta­gio­ne che non c’è più. E pure a me dispia­ce, ma non pos­so non vede­re che oggi il Pd è quel qual­co­sa che, nel suo ver­ti­ce, a Mila­no sostie­ne un uomo buo­no per la sta­gio­ne “morat­tia­na” e che ades­so si pro­po­ne per quel­la del “ren­zi­smo” inve­ra­to­si nel­la pra­ti­ca di gover­no, dopo esser pas­sa­to per la bipar­ti­san Expo, ché sia­mo tut­ti ita­lia­ni e solo i “gufi” pote­va­no eccepire.

Ano­ma­lia è sino­ni­mo di ecce­zio­ne. Però qui stia­mo par­lan­do del­la secon­da cit­tà ita­lia­na per abi­tan­ti, la capi­ta­le eco­no­mi­ca del­la nazio­ne, il cen­tro idea­le del­la par­te pro­dut­ti­va­men­te più signi­fi­ca­ti­va del Pae­se: si può dav­ve­ro soste­ne­re che quel acca­de fra San Siro e For­la­ni­ni sia solo una que­stio­ne loca­le, qua­si si trat­tas­se di una qual­sia­si altra real­tà di provincia?

Ecco allo­ra che uno, per non aspet­ta­re che le gam­be si muo­va­no da sole, s’organizza diver­sa­men­te, e sic­co­me già sa, per­ché ormai lo sa, al di là del risul­ta­to del­le pri­ma­rie, chi saran­no i pro­ta­go­ni­sti di quell’avventura, si muo­ve per tem­po e su diver­si cam­mi­ni, cer­can­do, per­ché c’è, una dif­fe­ren­te stra­da pos­si­bi­le.

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