C’è un’Italia che non si rassegna.

C’è un’I­ta­lia che non si ras­se­gna. Non si ras­se­gna all’odio, alla vio­len­za, alle sche­da­tu­re, alla disu­ma­ni­tà, al ritor­no di paro­le e di azio­ni che spe­ra­va­mo rele­ga­te a un pas­sa­to da non rivivere.
Che non si ade­gua a que­sto imbruttimento.

In tan­ti, tan­tis­si­mi que­sti gior­ni ci guar­dia­mo intor­no e con pre­oc­cu­pa­zio­ne ci accor­gia­mo che si è rot­to un argi­ne. Che l’odio, la vio­len­za, la discri­mi­na­zio­ne sono radi­ca­ti intor­no a noi e si fan­no stra­da sen­za più palet­ti eti­ci ad argi­nar­li, Sal­vi­ni non fa che dare quo­ti­dia­ni impul­si per por­tar­li a gal­la, per sdo­ga­na­re i nostri peg­gio­ri istin­ti, per bana­liz­za­re il male.
A que­sti voci di odio, ser­vo­no voci che le con­tra­sti­no, che par­li­no paro­le di uma­ni­tà e di civil­tà.

Mi chie­do dove sia­no gli intel­let­tua­li, i musi­ci­sti, gli arti­sti. Dove sia­no le voci che si pos­so­no alza­re più for­ti del­le altre. E cosa pos­sia­mo fare noi, come pos­sia­mo fare for­za comune.

Met­tia­mo­le insie­me que­ste voci, le voci di chi non si ras­se­gna alla deri­va raz­zi­sta, intol­le­ran­te e vio­len­ta che que­sto pae­se sta pren­den­do a una velo­ci­tà preoccupante.
Uscia­mo dal­la nostra bol­la social, dal­la nostra indi­gna­zio­ne da tastie­ra, dal­le nostre pau­re espres­se trop­po pia­no. Ritro­via­mo­ci insie­me, per stra­da, dia­mo­ci appun­ta­men­to in piaz­za, in una gran­de mani­fe­sta­zio­ne che pos­sa sol­le­va­re la voce dell’Italia che resiste.
Comin­cia­mo da qua.

Pos­si­bi­le c’è e invi­ta tut­te le altre real­tà poli­ti­che e asso­cia­ti­ve e le tan­te per­so­ne che vivo­no que­sti gior­ni con pre­oc­cu­pa­zio­ne e disa­gio a uni­re le for­ze e la voce.
Intan­to dia­mo appun­ta­men­to all’Italia che non si ade­gua gio­ve­dì 21 giu­gno alle 21 al Cir­co­lo Arci Bel­lez­za di Mila­no con Pip­po Civa­ti, Ceci­lia Stra­da e Ste­fa­no Cato­ne  e al Poli­ti­Camp di Pos­si­bi­le dal 6 all’8 luglio al Chio­stro del­la Ghia­ra a Reg­gio Emi­lia.

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