Andrea Maestri

Il fascismo all’angolo delle strade

La minac­cia fasci­sta esi­ste. È viva e vege­ta. E aggiun­gia­mo: pur­trop­po. Sì, pur­trop­po lo ave­va­mo pure denun­cia­to in ogni modo. La cer­ti­fi­ca­zio­ne arri­va da Bari, dove è sta­ta chiu­sa la sede di Casa­Pound con una pre­ci­sa accu­sa for­mu­la­ta dagli inqui­ren­ti: “Rior­ga­niz­za­zio­ne e rico­stru­zio­ne del par­ti­to fasci­sta”. Che è un fat­to vie­ta­to dal­la Costi­tu­zio­ne. Insom­ma, avevamo …

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La mano incendiaria dietro al decreto sicurezza

Pro­ble­mi di ordi­ne pub­bli­co cau­sa­ti dall’autorità respon­sa­bi­le dell’ordine pub­bli­co per garan­ti­re più ordi­ne pub­bli­co. Per una vol­ta, dopo ave­re det­to, scrit­to, denun­cia­to in tut­te le sedi la cri­si dei dirit­ti uma­ni nel nostro pae­se, oggi voglia­mo addi­ta­re ad un’opinione pub­bli­ca sem­pre più sen­si­bi­le al tema del­la sicu­rez­za la gran­de cir­con­ven­zio­ne mac­chi­na­ta dal respon­sa­bi­le del Viminale.

Baobab, in Italia il diritto umanitario è sospeso

In Ita­lia il dirit­to uma­ni­ta­rio è sospe­so. Ma se è sospe­so il dirit­to uma­ni­ta­rio, è sospe­sa la Costi­tu­zio­ne, che dice paro­le net­te e chia­re: La Repub­bli­ca rico­no­sce e garan­ti­sce i dirit­ti invio­la­bi­li del­l’uo­mo, sia come sin­go­lo sia nel­le for­ma­zio­ni socia­li dove si svol­ge la sua per­so­na­li­tà e richie­de l’a­dem­pi­men­to dei dove­ri inde­ro­ga­bi­li di soli­da­rie­tà politica, …

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Una pizza per Vicofaro #abbracciodipizza

Saba­to 20 otto­bre, un bli­tz degno del­la cat­tu­ra di Totò Rii­na ha inva­so la “Piz­ze­ria del Rifu­gia­to” e scos­so la par­roc­chia di Vico­fa­ro. Un cen­ti­na­io di cara­bi­nie­ri, vigi­li del fuo­co, muni­ci­pa­le e guar­dia di finan­za ha iden­ti­fi­ca­to tut­ti i peri­co­lo­si par­roc­chia­ni inten­ti a man­gia­re piz­ze insie­me ai rifu­gia­ti. Sì, un cen­ti­na­io: man­ca­va solo l’esercito. Nessuna …

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Il mio pellegrinaggio laico a Riace

E’ un pel­le­gri­nag­gio lai­co per­ché qui a Ria­ce, da atti­vi­sta per i dirit­ti uma­ni e avvo­ca­to immi­gra­zio­ni­sta, pri­ma che diri­gen­te poli­ti­co, incon­tro mate­rial­men­te la Costi­tu­zio­ne che si attua, nel­la sua illu­mi­na­ta pienezza.

“Cambio di corsia”: la Germania di fronte alla sfida dell’inclusione lavorativa

In tede­sco si chia­ma Spur­we­ch­sel, che vuol dire let­te­ral­men­te “cam­bio di cor­sia”: se il migran­te tro­va una stra­da d’ac­ces­so sbar­ra­ta (quel­la del­l’a­si­lo), piut­to­sto che con­se­gnar­lo nel­le mani di capo­ra­li e sfrut­ta­to­ri e del­la cri­mi­na­li­tà orga­niz­za­ta (come in Ita­lia), il gover­no tede­sco gli indi­ca una stra­da alter­na­ti­va (sei mesi di tem­po per tro­va­re un lavo­ro e quin­di con­ti­nua­re a sog­gior­na­re in Ger­ma­nia non più come richie­den­te asi­lo – dinie­ga­to – ma come lavo­ra­to­re stra­nie­ro – integrato).

Da oggi nessuno è colpevole, tranne i richiedenti asilo.

Con una excu­sa­tio non peti­ta (che diven­ta accu­sa­tio mani­fe­sta a se stes­so e al suo gover­no) il pre­mier Con­te affer­ma che “tut­ti i dirit­ti fon­da­men­ta­li sono tute­la­ti”. È vero il con­tra­rio: scon­cer­tan­te che un giu­ri­sta giu­sti­fi­chi lo stop alla doman­da di asi­lo (che è un dirit­to fon­da­men­ta­le, costi­tu­zio­nal­men­te garan­ti­to) con “un pas­sag­gio anche all’autorita’ giudiziaria” …

Da oggi nes­su­no è col­pe­vo­le, tran­ne i richie­den­ti asi­lo. Leg­gi altro »