scuola

Un trattamento europeo per gli insegnanti italiani

Uno dei temi più “cal­di” dell’estate, in ambi­to sco­la­sti­co, visto l’imminente quan­to tar­di­vo rin­no­vo del con­trat­to per i dipen­den­ti del­la PA, è la richie­sta di equi­pa­ra­zio­ne degli sti­pen­di degli inse­gnan­ti ita­lia­ni a quel­li dei col­le­ghi europei.

Due anni di Buona scuola possono bastare

La Scuo­la Pub­bli­ca Sta­ta­le è in ginoc­chio, som­mer­sa di buro­cra­zia, pri­va­ta di fon­di strut­tu­ra­li che sem­pre in mag­gio­ri quan­ti­tà ven­go­no indi­riz­za­ti alle scuo­le pri­va­te, affos­sa­ta da mec­ca­ni­smi far­ra­gi­no­si che rego­le­ran­no il reclu­ta­men­to degli insegnanti

Fraunhofer non è un terzino del Borussia (ovvero una sera con Walter Tocci)

Ci sono cose cita­tis­si­me nel­la let­te­ra­tu­ra poli­ti­ca ita­lia­na che poi spa­ri­sco­no nel­la real­tà. Una di que­ste è la cita­tis­si­ma socie­tà Frau­n­ho­fer (il tede­sco va di moda). In libre­ria la tro­va­te cita­ta da due libri di note­vo­le dif­fu­sio­ne, quel­lo di Bre­ra e Nesi (Tut­to è in fran­tu­mi e dan­za) e il sag­gio di Pro­di (Il piano …

Frau­n­ho­fer non è un ter­zi­no del Borus­sia (ovve­ro una sera con Wal­ter Toc­ci) Leg­gi altro »