Licei brevi e ingegneri sprovveduti

Se un modello di automobile lungo 5 metri deve essere sostituito con uno lungo 4 metri e mezzo, solo il più sprovveduto degli ingegneri potrebbe proporre di segare l'ultimo mezzo metro dell'auto

[vc_row][vc_column][vc_column_text css=”.vc_custom_1502349805879{margin-top: 20px !important;}”][/vc_column_text][vc_column_text]Il mio col­le­ga Gior­gio, otti­mo inse­gnan­te di mate­ma­ti­ca di lun­go cor­so, com­men­ta­va così, ieri, l’ultima tro­va­ta esti­va del MIUR: “Se un model­lo di auto­mo­bi­le lun­go 5 metri deve esse­re sosti­tui­to con uno lun­go 4 metri e mez­zo, solo il più sprov­ve­du­to degli inge­gne­ri potreb­be pro­por­re di sega­re l’ul­ti­mo mez­zo metro del­l’au­to. Si trat­ta inve­ce di ripro­get­ta­re l’in­te­ra auto­mo­bi­le, maga­ri con­ser­van­do­ne alcu­ni ele­men­ti, in modo che alla fine rien­tri nel limi­te sta­bi­li­to dei 4 metri e mezzo”.

È esat­ta­men­te que­sto che ci fa rab­bri­vi­di­re nell’apprendere dal­la stam­pa che la mini­stra Fede­li ha ripre­so l’idea di un “liceo bre­ve”, che ne allar­ga la spe­ri­men­ta­zio­ne a cen­to scuo­le man­te­nen­do obiet­ti­vi e esa­me fina­le iden­ti­ci a quel­li del quin­quen­nio. Vor­rem­mo far som­mes­sa­men­te nota­re alla mini­stra che tali scuo­le esi­sto­no già, e da tem­po: sono i cosid­det­ti “diplo­mi­fi­ci” che, in cam­bio di cospi­cue som­me di dena­ro, per­met­to­no di ridur­re a pia­ce­re la dura­ta degli stu­di supe­rio­ri. Ecco, il nostro timo­re è che quel­la clas­se spe­ri­men­ta­le avvia­ta dal­le scuo­le che ade­ri­ran­no alla pro­po­sta sarà qual­co­sa del gene­re, ben­ché capo­vol­to: sol­tan­to gli/le stu­den­ti più capa­ci potran­no abbre­via­re il per­cor­so sco­la­sti­co, sot­to­po­nen­do­si a un bom­bar­da­men­to inten­si­vo di pure nozio­ni. Infat­ti chiun­que abbia un mini­mo di pra­ti­ca di inse­gna­men­to sa mol­to bene una cosa: la didat­ti­ca labo­ra­to­ria­le, sug­ge­ri­ta come la for­mu­la magi­ca per ope­ra­re il mira­co­lo, richie­de prin­ci­pal­men­te una cosa, tem­po.

Voglia­mo che i nostri stu­den­ti e le nostre stu­den­tes­se si diplo­mi­no a 18 anni, come gran par­te dei loro coe­ta­nei euro­pei? Non ci sem­bra una prio­ri­tà, ma pos­sia­mo anche acco­glie­re la richie­sta. Però que­sto impli­ca una com­ple­ta e medi­ta­ta revi­sio­ne dei cicli, in un con­fron­to nazio­na­le che veda pro­ta­go­ni­ste le asso­cia­zio­ni disci­pli­na­ri e pro­fes­sio­na­li, non un taglio sec­co di un anno di scuo­la supe­rio­re basa­to su un con­cor­so di idee del­le sin­go­le scuo­le. Oltre­tut­to, a quan­to lascia­no tra­pe­la­re le indi­scre­zio­ni gior­na­li­sti­che, amplian­do l’offerta for­ma­ti­va a nuo­ve disci­pli­ne e man­te­nen­do inal­te­ra­to il fol­le mon­te ore dell’“alternanza scuo­la lavo­ro”, che — in spre­gio alle richie­ste del­le asso­cia­zio­ni stu­den­te­sche, cioè di colo­ro che sono diret­ta­men­te interessati/e da tali prov­ve­di­men­ti — sarà svol­ta in esta­te o duran­te le vacan­ze nata­li­zie e pasqua­li. Dun­que, nes­sun tem­po per sedi­men­ta­re gli appren­di­men­ti, per fare espe­rien­ze extra­sco­la­sti­che, per per­der­si den­tro i libri auto­no­ma­men­te scel­ti… Una cor­sa di quat­tro anni a chi si toglie pri­ma di tor­no que­sto fasti­dio­so perio­do di for­ma­zio­ne e di cre­sci­ta intel­let­tua­le e cul­tu­ra­le, di svi­lup­po del­le capa­ci­tà cri­ti­che, che tan­to è meglio non ave­re, per arri­va­re pri­mi al tra­guar­do di un asfit­ti­co mon­do del lavo­ro che pre­di­li­ge bas­se com­pe­ten­ze da remu­ne­ra­re con altret­tan­to bas­si sala­ri. Con buo­na pace del­la cre­sci­ta basa­ta sul­la cono­scen­za e sul­la valo­riz­za­zio­ne dell’istruzione e del­la ricer­ca di cui si par­la da Lisbo­na in avan­ti. È così che pen­sia­mo di rea­liz­za­re gli obiet­ti­vi di UE 2020?

Maria Lau­ra Mare­scal­chi (Comi­ta­to Mode­na Pos­si­bi­le)[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

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